Ecco come diminuire il consumo energetico di una barca
Nel corso di una seguitissima conferenza sono stati illustrati gli interventi che possono essere ripartiti in tre tempi: a breve, a medio e a lungo termine
Nel corso di una seguitissima conferenza sono stati illustrati gli interventi che possono essere ripartiti in tre tempi: a breve, a medio e a lungo termine
Per troppo tempo abbiamo considerato il risparmio energetico e la sostenibilità come un problema inesistente, al massimo trascurabile, e l’effetto dell’inquinamento sui cambiamenti climatici come un prezzo da pagare per il progresso, senza pensare agli effetti dannosi. Per fortuna la situazione sta cambiando e anche se il settore nautico in Europa rappresenta solo una parte infinitesimale delle emissioni (0,001% su un totale europeo del 7,3%), sta dando però prova di averne capito le problematiche e di rispondere bene a questa esigenza.
Certo ci vogliono tempi che non possono essere contati in giorni, visto che la costruzione di barche, dal momento in cui cominciano a essere progettate a quello della loro realizzazione, necessita di anni, soprattutto per quelle sopra i 40 metri. Per fortuna sono proprio i giovani, futuri acquirenti tra qualche anno, i più attenti. Il 69% della Generazione Z, quella nata fra il 1995 e il 2010 e i cui membri sono generalmente figli della Generazione X e degli ultimi baby boomer, considera infatti la sostenibilità ambientale un obiettivo importante da raggiungere. Esiste però purtroppo ancora un 24% di quella generazione che non la ritiene così fondamentale rispetto ad altre problematiche sociali e addirittura un 5% che la ritiene solo una moda momentanea (studio di In a Bottle).
Persino il nostro presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha affrontato recentemente questo tema a Bonn durante un seminario delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico. “Per troppo tempo – ha spiegato il capo dello Stato – abbiamo affrontato in modo inadeguato la questione della tutela dell’ambiente e del cambiamento climatico, opponendo artificiosamente fra loro le ragioni della gestione dell’esistente a quelle del futuro dei nostri figli e nipoti. Inadeguato perché abbiamo pensato di poterla affrontare procedendo in ordine sparso, con lo sguardo rivolto alle scoperte del passato, con risorse ordinarie, con strumenti obsoleti. Esiste l’urgenza di una transizione energetica che sia concreta, pragmatica, sostenibile ed efficace”.
“Le conseguenze dei nostri ritardi – ha aggiunto Mattarella – sono sotto gli occhi di tutti e sempre nefaste. L’intensificazione della frequenza delle catastrofi naturali è sotto gli occhi di tutti e condiziona ogni aspetto della nostra vita, devastando interi territori, mietendo vittime. Di fatto, le conseguenze del cambiamento climatico e dei nostri ritardi nella sua mitigazione privano dell’elementare diritto alla vita molte persone. Se vogliamo lasciare alle future generazioni un pianeta dove l’umanità possa vivere e prosperare in pace ovunque, dovremo compiere tutti insieme progressi decisivi”.
Ma dove si può intervenire per diminuire il consumo energetico? Bisogna distinguere tra interventi a breve, a medio o a lungo termine. Ed è proprio all’ultimo Monaco Yacht Show, dove vengono presentate le barche più importanti a livello mondiale e dove già dal 2014 lo Yacht Club di Monaco, sotto la direzione di Bernard d’Alessandri, organizza ogni anno l’Energy Boat Challenge coinvolgendo studenti universitari e le loro facoltà allo scopo di proporre soluzioni sostenibili in alternativa, che sono state presentate soluzioni ragionevoli a tutti gli espositori. “È assolutamente necessario – ha dichiarato d’Alessandri – trovare il modo di ridurre il consumo energetico e mi sembra che siamo sulla strada giusta ma non siamo soli”.
Nel corso di una seguitissima conferenza tenuta da Jean-Marc Bolinger, Ceo del MB92 Group, sono stati illustrati gli interventi che possono essere ripartiti in tre tempi. Quelli per le quali le aziende possono intervenire già da ora (alternative al teak, eliche ottimizzate, luci a led, film per finestre, riduzione di peso, digestori di biogas), gli interventi a medio termine (maggior utilizzo del solare, migliori vernici per scafi, trattamento acque dei ballast, recupero calore dai rifiuti, ottimizzazione dello specchio di poppa) e quelli a lungo termine (carene più performanti e carburanti alternativi come l’HVO, il metanolo e l’idrogeno).
Certo bisognerà cambiare il messaggio che viene dato, che insiste sulla velocità massima, spesso assolutamente inutile, enfatizzando prestazioni che si raggiungeranno solo in minima parte. Anche perché per la maggior parte del tempo gli yacht sono ormeggiati in porto o in rada, arrivando a una media di navigazione del 10%. È per questo che, come ha detto d’Alessandri, “il processo sarà lungo”. Ma ci sarà tempo e modo di tornare su questo argomento.
Tealdo Tealdi