L’allarme dei climatologi: “L’Oceano Artico senza ghiaccio marino entro il 2050”
Un recente studio dell'Intergovernmental Panel on Climate Change afferma che un ulteriore riscaldamento del globo amplificherà lo scongelamento del permafrost e la perdita di manto nevoso stagionale, ghiaccio terrestre e ghiaccio marino artico
Un recente studio dell'Intergovernmental Panel on Climate Change afferma che un ulteriore riscaldamento del globo amplificherà lo scongelamento del permafrost e la perdita di manto nevoso stagionale, ghiaccio terrestre e ghiaccio marino artico
L’Oceano Artico sarà probabilmente libero dal ghiaccio marino entro il 2050. Non è fantascienza ma il risultato di uno studio accurato condotto dall’IPCC, l’Intergovernmental Panel on Climate Change. Non stiamo parlando del volantino di un gruppo di estremisti o di “eco-terroristi” ma del risultato di un rapporto pubblicato dal principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici.
L’IPCC è stato infatti istituito nel 1988 dalla World Meteorological Organization (WMO) e dallo United Nations Environment Programme (UNEP) “allo scopo di fornire al mondo una visione chiara e scientificamente fondata dello stato attuale delle conoscenze sui cambiamenti climatici e sui loro potenziali impatti ambientali e socio-economici“.
Nello stesso anno l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha avallato le azioni della WMO e dell’UNEP, istituendo l’IPCC, un organo intergovernativo aperto a tutti i Paesi delle Nazioni Unite (attualmente sono 195 i Paesi aderenti) che esamina e raccoglie le più recenti informazioni scientifiche sul clima.
Il recente rapporto afferma che “un ulteriore riscaldamento del globo amplificherà ulteriormente lo scongelamento del permafrost e la perdita di manto nevoso stagionale, ghiaccio terrestre e ghiaccio marino artico”. È quindi probabile che a partire dal 2050, nel mese più caldo (quello di settembre), l’Oceano Artico possa trovarsi completamente privo di ghiaccio. Riuscite a immaginarlo? “È praticamente certo – prosegue il rapporto – che la parte superiore degli oceani si sia riscaldata dagli anni Settanta ed è estremamente probabile che l’influenza umana ne sia la causa principale”.

Il livello medio globale del mare è aumentato più rapidamente dal 1900 rispetto a qualsiasi altro periodo negli ultimi 3000 anni e con un ph che gli scienziati non hanno mai rilevato analizzando i ghiacci degli ultimi due milioni di anni. Gli effetti del riscaldamento globale sono impensabili e fanno paura. Per un approfondimento, è possibile visitare il sito ufficiale dell’IPCC.
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