Mariasole Bianco, la biologa marina che si batte per la salvaguardia degli oceani: “Abbiamo poco tempo. Dobbiamo invertire la rotta”
Nel suo libro “Pianeta Oceano” racconta tutta la bellezza e la fragilità del mare: "Tra Toscana e Corsica si forma ogni estate un'isola di plastica"
Nel suo libro “Pianeta Oceano” racconta tutta la bellezza e la fragilità del mare: "Tra Toscana e Corsica si forma ogni estate un'isola di plastica"
Il mare in questi ultimi anni non si può dire stia vivendo il suo periodo migliore. Offeso, sfruttato, maltrattato, si sta avviando verso un’inesorabile trasformazione che vede coinvolta la sua stessa essenza chimico fisica. La causa? L’uomo ovviamente. Ma la domanda è: siamo ancora in tempo per cambiare rotta? Lo abbiamo chiesto a Mariasole Bianco, biologa marina e divulgatrice scientifica con una grande passione per il mare.
Fondatrice e presidente di Worldrise, associazione che ha a cuore la conservazione dell’ambiente marino, dal 2012 la giovane biologa è parte della World Commission on Protected Areas dell’Unione internazionale per conservazione della natura (IUCN). Ospite fissa della storica trasmissione televisiva “Kilimangiaro“, Mariasole Bianco ha da poco pubblicato “Pianeta Oceano”, libro edito dalla Rizzoli, in cui, con la passione che la contraddistingue, accompagna i lettori alla scoperta dei segreti delle profondità marine, senza dimenticare le gravi problematiche che gli oceani stanno affrontando in questi anni.
Dai cambiamenti climatici che in mare si traducono in un aumento della temperatura delle acque, all’aumento dell’acidificazione, fino alla diminuzione dell’ossigeno. “Queste – spiega Mariasole Bianco a Liguria Nautica – sono le tre conseguenze principali dei cambiamenti climatici in mare. Stiamo modificando il mare nella sua essenza. Sta diminuendo la sua capacità di essere in salute e a questo dobbiamo unire anche il sovra-sfruttamento delle risorse marine, la perdita di biodiversità, la distruzione degli habitat e l’inquinamento”.
Un quadro non certo positivo. Eppure in questi ultimi mesi, complice il lockdown sembrava che la natura si fosse ripresa un po’ del suo spazio. “È veramente utopistico – sottolinea la famosa biologa marina – pensare che 100 anni di sovra-sfruttamento possano essere risolti in 2 mesi di lockdown. Però è anche vero che il mare ha una grandissima capacità di rigenerarsi, se glielo lasciamo fare e questo è quello che vediamo ad esempio nelle aree marine protette ben gestite. Qui il mare ritrova l’equilibrio che ha perso e questo gli consente di rispondere meglio alle sfide e ai problemi globali come i cambiamenti climatici”.
Un mare sovra-sfruttato e anche molto inquinato. Nuotiamo e navighiamo letteralmente in un oceano di plastica. Ogni giorno “nel grande blu” finiscono, infatti, circa 8 tonnellate di rifiuti, spazzatura che grazie al movimento delle correnti crea vere e proprie “zuppe” di plastica. Un esempio ne è la Great Pacific Garbage Patch nell’Oceano Pacifico, che si dice avere la stessa estensione del Canada. “Ma ne abbiamo anche una nel Mediterraneo – ricorda Mariasole Bianco – tra l’arcipelago toscano e la Corsica. È diversa dalle altre perché si forma con correnti stagionali, soprattutto a fine estate. La concentrazione di plastica che c’è qui è quattro volte superiore a quella presente nel Pacifico”.
Ma non basta. La plastica alla deriva nei nostri mari, con il passare del tempo si sgretola e si frammenta, assorbendo il caratteristico “odore del mare” e confondendo i pesci in cerca di cibo, entrando così nella nostra catena alimentare. Inoltre, non molti sanno che più della metà dell’ossigeno che noi respiriamo è prodotto proprio dal mare. “Se non è in salute – racconta la biologa marina – anche il fitoplancton che ci regala l’ossigeno che noi respiriamo, ne risente. Inoltre una persona su cinque al mondo dipende dal mare come forma di nutrimento e tutti questi cambiamenti generano una forte ripercussione sulle comunità locali, soprattutto su quelle in via di sviluppo”.
Mariasole Bianco, nel suo libro, parla quindi di un mare fragile ma anche meraviglioso. Ci invita a tuffarci con lei nel regno di Pelagos, così vasto e ancora poco conosciuto e pronta a disvelarci suggestivi paesaggi e creature marine. “Abbiamo esplorato – sottolinea – solo il 5% dei nostri fondali. Pensiamo che la catena montuosa più estesa del nostro pianeta si trova sott’acqua. Nelle profondità marine troviamo praterie, cascate e perfino laghi subacquei”.
Insomma, quello che ci descrive la biologa marina è un mare delicato e bellissimo, immenso e ancora tutto da scoprire, culla di biodiversità da tutelare e fonte di vita per l’uomo. Un mondo prezioso, da salvaguardare, che piano piano stiamo perdendo, ma che è ancora possibile curare.
“Abbiamo una grandissima responsabilità – ammonisce Mariasole Bianco – perché il margine di tempo per cambiare rotta è molto breve. I cambiamenti climatici si risolvono con una diminuzione drastica delle emissioni di CO2 nell’atmosfera. Servono azioni quotidiane, come scegliere una borraccia invece che una bottiglietta di plastica o prediligere pesce sostenibile che supporta le piccole economie locali e prodotti stagionali”.
“E poi – conclude – bisogna prestare attenzione perché tutto quello che usiamo quotidianamente in casa, tutto quello che passa per il nostro lavandino, inevitabilmente prima o poi finisce in mare. L’oceano ha bisogno di noi ed è tempo di agire. Abbiamo una grande responsabilità. Ognuno di noi può fare la differenza!“.
Maria Cristina Sabatini
Argomenti: ambiente-&-sostenibilità, Daily Nautica
Gentile Maria Cristina Sabatini. Ho letto con interesse e apprezzato il suo bell’articolo sulla biologa marina Mariasole Bianco, e la pregherei, se possibile, inoltrarle questo commento avendo sentito le interviste da lei rilasciate in TV.
sono il presidente dell’Associazione Amici del mare Capo Vaticano (VV) (www.amicidelmare.org) e unitamente ai soci tecnici che fanno parte dell’associazione onlus , dobbiamo portare a termine un progetto della Regione Calabria fondi POR 2014/2020 molto impegnativo per posa boe segnaletiche area SIC di Capo Vaticano unitamente a puliAmo il mare. Abbiamo già acquistato le boe, un drone sottomarino, un drone terrestre, una battello spazzamare e tra poco ci sarà la posa delle boe tra le zone di S. Maria e Formicoli del comune di Ricadi-Capo Vaticano. I Soci sono circa 150 appassionati e amanti del mare che cerchiamo in tutti i modi di proteggere per le molte colonie di posidonia presenti, ed evitare il passaggio indiscriminato dei vari pescherecci e battelli di dilettanti. La zona nel periodo estivo è molto frequentata. Se inoltrerà questa mia alla dott.ssa Bianco per farle conoscere questa realtà, la ringrazio anticipatamente come cordialmente la saluto. Il presidente Associazione Amici del mare Capo Vaticano. Antonio Giuliano