Oceani al centro: approvate nuove misure per la protezione degli ecosistemi profondi
Il Congresso Mondiale per la Conservazione della Natura 2025 di Abu Dhabi segna una svolta nella tutela del mare
Il Congresso Mondiale per la Conservazione della Natura 2025 di Abu Dhabi segna una svolta nella tutela del mare
Articolo riservato agli utenti registrati
Sali a bordo della community DN Plus.
Per te, un'area riservata con: approfondimenti esclusivi, i tuoi articoli preferiti, contenuti personalizzati e altri vantaggi speciali
Accedi RegistratiSi è concluso il 15 ottobre ad Abu Dhabi il Congresso Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN World Conservation Congress), principale forum globale in cui governi, scienziati, Ong e comunità indigene si incontrano per definire le priorità mondiali in materia di tutela ambientale e sviluppo sostenibile.
Tra i temi centrali di questa edizione figurano la transizione verso società “Nature-Positive”, la resilienza climatica, l’equità nella conservazione e le innovazioni per la protezione della biodiversità. Particolarmente importante è stata l'approvazione di due mozioni dedicate alla salvaguardia degli ecosistemi marini profondi, un punto di svolta per la governance oceanica globale.
[caption id="attachment_178369" align="alignnone" width="600"]
Le mozioni 032 e 035: un segnale globale per gli oceani
Con una larga maggioranza il Congresso ha detto sì alla mozione 032 “Proteggere i monti sottomarini e altri ecosistemi marini vulnerabili da pratiche distruttive”, che chiede la transizione dalle pratiche di pesca a strascico sui seamounts (monti sottomarini) verso pratiche di pesca più sostenibili entro il 2026, e alla mozione 035 “Protezione dell’integrità dell’ecosistema mesopelagico”, che introduce una pausa precauzionale su nuove attività di pesca o sfruttamento nella zona mesopelagica (tra 200 e 1000 metri di profondità) fino alla definizione di regole scientificamente fondate e di sistemi di monitoraggio trasparenti.
L’importanza di queste mozioni è presto detta: i monti sottomarini sono montagne subacquee, spesso con origini vulcaniche, che si innalzano almeno 1.000 metri dal fondale marino circostante e che fungono da oasi di vita nei mari profondi. Anche la zona mesopelagica è da tutelare: ospita fino al 90% della biomassa ittica mondiale e gioca un ruolo cruciale nel ciclo del carbonio e nella regolazione del clima. La mozione riconosce l’urgenza di proteggerla da minacce emergenti come la pesca industriale, l’estrazione mineraria in acque profonde e la geoingegneria marina.
[caption id="attachment_178375" align="alignnone" width="600"]
Un passo decisivo nella governance oceanica internazionale
Le due mozioni si inseriscono in un quadro più ampio di impegni globali: l’attuazione del Trattato sull’Alto Mare che entrerà in vigore nel 2026 e gli obiettivi del Global Biodiversity Framework che punta a proteggere almeno il 30% degli oceani entro il 2030 (“30x30”).
L’adozione delle mozioni 032 e 035 dimostra la volontà della comunità internazionale di trasformare impegni politici in azioni concrete, orientando politiche e investimenti verso un modello di gestione oceanica più equo e sostenibile. Ma non basta. La tutela del mare e delle sue profondità non può dipendere solo da dichiarazioni di principio: occorre la volontà reale di mettere la vita del pianeta prima del profitto.
In un contesto in cui decisioni globali sono ancora troppo spesso guidate da interessi economici e pressioni industriali, proteggere gli oceani significa anche contrastare la logica di sfruttamento che vede la natura come una risorsa da consumare. La sfida, oggi più che mai, è politica, etica e culturale: scegliere se il futuro appartiene alla biodiversità o ai profitti di pochi.
[caption id="attachment_178372" align="alignnone" width="600"]
Proteggere l’oceano per preservare la vita
La protezione degli ecosistemi profondi non è solo una questione ambientale, ma anche una strategia di resilienza climatica e di sicurezza alimentare. Come ha sottolineato il Marine Conservation Institute, "si tratta di un passo concreto verso la tutela del cuore blu del pianeta”, mentre l’Environmental Defense Fund ha parlato di “una vittoria della scienza e del principio di precauzione”.
Difendere la zona mesopelagica e i monti sottomarini significa salvaguardare la capacità degli oceani di assorbire carbonio, sostenere la biodiversità e garantire il nostro futuro.
