24 November 2025

Il polpo dagli anelli blu: perché è così letale?

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I polpi dagli anelli blu contengono una sostanza letale chiamata tetrodotossina, una potente neurotossina in grado di paralizzare gli esseri viventi

Il polpo dagli anelli blu: perché è così letale?

I polpi dagli anelli blu contengono una sostanza letale chiamata tetrodotossina, una potente neurotossina in grado di paralizzare gli esseri viventi

4 minuti di lettura

I polpi dagli anelli blu (in inglese, blue-ringed octopus) sono piccoli animali diffusi nelle pozze di marea lungo le coste dell’Indo-Pacifico, dal Giappone all’Australia, e sono belli, bellissimi con i loro cerchi blu iridescenti. Il corpo è grande come una pallina da golf e, braccia comprese, hanno una lunghezza complessiva tra i 12 e i 22 centimetri. Guai però a cercare di afferrarli. Sono come un’affascinante protagonista femminile dei romanzi hard-boiled americani: attirano con innegabile fascino ma il loro tocco è mortale.

Si tratta di quattro specie di polpi che appartengono al genere Hapalochlaena e sono particolarmente pericolosi. Ma cosa rende queste creature così letali? I polpi dagli anelli blu contengono una sostanza letale chiamata tetrodotossina (TTX), una potente neurotossina in grado di paralizzare gli esseri viventi, compresi gli esseri umani. La tetrodotossina è nota anche per essere presente nel pesce palla: il “fugu” preparato in modo improprio può infatti uccidere chi lo mangia. La tetrodotossina è 1.200 volte più tossica del cianuro e non esiste un antidoto noto.

Tutte e quattro le specie di polpo del genere Hapalochlaena contengono questa sostanza: il polpo dagli anelli blu maggiore (H. lunulata), il polpo dagli anelli blu meridionale o minore (H. maculosa), il polpo dalle linee blu (H. fasciata) e il polpo dagli anelli blu comune (H. nierstraszi). Il veleno è la loro difesa naturale dai predatori, visto che vivono in acque poco profonde brulicanti di animali più grandi che potrebbero banchettare con la loro carne. Tuttavia, i polpi dagli anelli blu non producono tetrodotossina autonomamente ma lo fanno i batteri simbiotici presenti nelle loro ghiandole salivari, come riportato dall’Australian Institute of Marine Science.

Questo potente veleno contiene diversi composti, come istamina, acetilcolina e dopamina, ma il suo componente principale è la tetrodotossina. Agisce sul tessuto nervoso come inibitore neurale bloccando i canali del sodio, proteine ​​presenti nelle cellule nervose essenziali per la comunicazione tra queste cellule e i muscoli. Quando la tetrodotossina agisce su questi canali, può impedire ai muscoli polmonari di respirare e persino al cuore di battere.

I blue-ringed octopus fanno uso dei propri cromatofori per mimetizzarsi con l’ambiente circostante ma se provocati cambiano rapidamente colore, diventando giallo brillante e facendo risaltare gli anelli. Vivono e cacciano nelle pozze di marea, nelle barriere coralline o tra i crepacci e si nutrono di piccoli granchi, paguri, gamberetti e occasionalmente di piccoli pesci, se sono in grado di catturarli. Mordono la preda, paralizzandola col veleno e facendola poi a pezzi col becco ma i polpi possono anche disperderlo nell’acqua circostante. Quando le creature vicine respirano, inalano l’acqua tossica, che può iniziare a rallentare la loro attività motoria e paralizzarle.

Ma il veleno non è solo un’arma. I polpi dagli anelli blu lo usano anche per l’accoppiamento. Come per altri animali, la femmina del polpo dagli anelli blu è più grande del maschio, a volte anche da tre a cinque volte più grande, quindi il maschio corre dei rischi durante l’accoppiamento. Sebbene il polpo dagli anelli blu abbia una certa resistenza alle proprie tossine, non ne è completamente immune, quindi il maschio può paralizzare temporaneamente le femmine con il veleno, il tempo necessario all’accoppiamento. Anche le femmine utilizzano il veleno per la riproduzione, iniettandolo durante la deposizione delle uova per scoraggiare i predatori.

Dobbiamo preoccuparci della loro presenza quando ci troviamo in acque tropicali? Direi decisamente di no. È davvero raro che un essere umano venga morso da un polpo dagli anelli blu, tanto che nel XX secolo sono stati registrati solo tre decessi a causa loro, di cui due in Australia e uno a Singapore, secondo l’Australian Institute of Marine Science. Sebbene questa potente tossina possa portare a una morte atroce in soli 20 minuti, ci sono stati diversi sopravvissuti, forse anche perché la tossina è termolabile.

In un caso del 2006, un bambino di quattro anni fu morso da un polpo dagli anelli blu in Australia, perché aveva cercato di afferrarlo. Entro 10 minuti dall’esposizione il bambino aveva vomitato tre volte e non riusciva a reggersi in piedi. Venne chiamata un’ambulanza che lo portò d’urgenza al pronto soccorso, dove fu attaccato a un respiratore artificiale per un totale di 17 ore. Ma dopo 28 ore di degenza fu dimesso senza complicazioni a lungo termine. Nel caso estremo in cui riusciate a incontrare questa magnifica creatura, osservatela ma non toccatela: sa certamente badare a se stessa.

 

Fonte foto: Wikipedia

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