09 marzo 2022

Si amplia l’area dei parchi marini francesi nell’Oceano Indiano

09 marzo 2022

La decisione del governo francese porta all’aumento dell’area delle acque protette intorno alle isole di Saint Paul e Amsterdam, alle isole Kerguelen e alle isole Crozet

Si amplia l’area dei parchi marini francesi nell’Oceano Indiano

La decisione del governo francese porta all’aumento dell’area delle acque protette intorno alle isole di Saint Paul e Amsterdam, alle isole Kerguelen e alle isole Crozet

4 minuti di lettura

Una buona notizia per l’ambiente. Pochi giorni fa il governo francese ha annunciato di voler ampliare di quasi 1 milione di chilometri quadrati le dimensioni delle aree marine protette intorno ai suoi possedimenti nell’Oceano Indiano meridionale. Il presidente Emmanuel Macron ha fatto questa dichiarazione durante il vertice di One Ocean, svoltosi a Brest nel mese di febbraio.

La decisione porta quindi all’aumento dell’area delle acque con salvaguardia intorno alle isole di Saint Paul e Amsterdam, alle isole Kerguelen e alle isole Crozet, che fanno tutte parte delle Terre Australi e Antartiche Francesi. Si tratta di una delle zone del mondo ancora non battute dalle rotte turistiche o commerciali, che può vantare una comunità di fauna selvatica molto ricca e fortemente diversificata. L’espansione rende l’area intorno ai tre arcipelaghi la più grande area marina protetta francese.

Le isole di Saint Paul e Amsterdam sono quelle più settentrionali, scoperte durante il ‘500 dai portoghesi. Di origine vulcanica, sono completamente prive di alberi. Il clima è fresco e ventoso e, dopo il passaggio di balenieri e cacciatori di foche che vi facevano tappa, sono ora disabitate da esseri umani.

Le Kerguelen, invece, sono un arcipelago situato più a sud, verso l’Antartide. L’isola principale è chiamata Grande Terre o Isola della Desolazione. Si possono quindi ben immaginare le condizioni climatiche, dominate da venti fortissimi, nebbie e nevicate in tutte le stagioni. Nessun albero o arbusto ma una distesa d’erba simile alla tundra.

Grazie alla lontananza da ogni insediamento umano si trattava di un paradiso faunistico, fino all’arrivo dei cacciatori di mammiferi, che hanno decimato la forte popolazione di cetacei e di foche e hanno portato topi, gatti e conigli. Oggi si trova ancora una folta comunità di elefanti marini, uccelli migratori e pinguini, oltre alle renne importate come esperimento faunistico.

Le isole Crozet, infine, scoperte nel 1772 dal navigatore francese Marc-Joseph Marion du Fresne, hanno vissuto una storia simile alle precedenti, con l’arrivo dei cacciatori. Su una di esse vi è oggi la stazione di ricerca Alfred Faure, che ospita una trentina di studiosi e conduce ricerche meteorologiche, biologiche e geologiche.

Molto insidiose le loro acque, nelle quali si sono verificati diversi naufragi. Le fredde isole Crozet sono una riserva naturale addirittura dal 1938 e, a causa dello spopolamento dei grandi banchi di merluzzo antartico, sono frequente meta delle navi di Greenpeace, che vengono a controllare se sono presenti pescherecci oceanici di frodo. La notizia dell’ampliamento del parco marino delle “Isole Meridionali” è quindi solo positiva e mira a riportare all’antico splendore faunistico queste zone, anche sotto la superficie dell’oceano.

Vi sarà una nuova area altamente protetta intorno alle Isole Saint Paul e Amsterdam per un territorio di circa 255 mila chilometri quadrati, dove tutte le attività estrattive, compresa la pesca industriale, verranno vietate. Questo incremento porta la percentuale di acque francesi altamente protette dall’1,6% al 4%. Il governo transalpino ha però fatto sapere di essere intenzionato a raggiungere la quota del 10% in tempi brevi.

“L’ambiziosa azione della Francia per proteggere completamente queste acque – ha dichiarato Dona Bertarelli, copresidente della Fondazione Bertarelli e Patron of Nature dell’International Union for Conservation of Nature – è fondamentale per garantire un ecosistema oceanico sano in un’area ricca di biodiversità e ricca di vita marina, tra cui vi sono orche, pinguini, foche antartiche e l’albatros di Amsterdam (in via di estinzione). L’annuncio della Francia fornisce anche un contributo significativo all’obiettivo globale di proteggere almeno il 30% dei nostri oceani entro il 2030″.

“Mentre la scienza continua a rafforzare il concetto del valore di una protezione delle acque su larga scala – ha aggiunto Jerome Petit, che guida il lavoro del Pew Bertarelli Ocean Legacy Project nelle acque francesi – la decisione della Francia rappresenta un passo importante verso un oceano sostenibile e sano. Con la più grande zona economica esclusiva del mondo, che copre in totale 10 milioni di chilometri quadrati, la Francia ha un’enorme opportunità di fornire la leadership globale sulla conservazione degli oceani”. Forse non sempre gli interessi economici vincono su ogni cosa, fortunatamente.

 

Fonte foto: Wikipedia

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