29 ottobre 2018

Sylvia Earle a 83 anni è l’oceanografa più famosa del pianeta

29 ottobre 2018

Biologa marina di fama mondiale e pioniera delle immersioni con le bombole, ha dedicato la vita alla salvaguardia degli oceani

Sylvia Earle a 83 anni è l’oceanografa più famosa del pianeta

Biologa marina di fama mondiale e pioniera delle immersioni con le bombole, ha dedicato la vita alla salvaguardia degli oceani

4 minuti di lettura

Sylvia Earle è una celebrità: oceanografa di fama mondiale, ingegnere e scienziata. Negli anni Cinquanta è stata una delle prime donne a immergersi con le bombole, fondatrice di diverse associazioni per la salvaguardia degli oceani (Mission Blue, SEAlliance and Deep Ocean Exploration and Research) ed esploratrice per la National Geographic Society.

Il New York Times  l’ha soprannominata Her deepness (“Sua profondità”),  per la rivista Time è un First Hero for the Planet (“Eroe del pianeta”)  e Living Legend (“Leggenda vivente”) per la Biblioteca del Congresso di Washington. Nata nel 1935 in New Yersey, Sylvia Earle a 83 anni continua a effettuare spedizioni subacquee.

Le prime immersioni con la maschera e le pinne risalgono a quando aveva 13 anni, nel Golfo del Messico, dopo che la famiglia si era trasferita dal New Jersey alla Florida. Da allora è stato amore assoluto. Si è poi laureata in Biologia marina e ha iniziato il dottorato di ricerca in Botanica per catalogare le alghe.

Va sott’acqua da più di sessant’anni, ha oltre 6000 ore di immersione alle spalle. Ha costruito e pilotato un sottomarino “deep rover“, si è imbarcata – unica donna con settanta uomini – in una spedizione del 1964 per esplorare l’Oceano Indiano tra Seichelles, Aldabra e Zanzibar. Ha diretto il Centro Nazionale Usa degli oceani e soprattutto ha studiato, sempre. Ha ricevuto 15 titoli accademici ad honorem e ha prodotto oltre 150 pubblicazioni scientifiche.

Nel 1970 ha vissuto a 15 metri di profondità per due settimane con il progetto Tekike II, nell’arcipelago delle Isole Vergini, insieme ad altre quattro donne (stare così a stretto contatto con scienziati uomini a quei tempi sarebbe stato compromettente). Nel settembre del 1979 Sylvia Earle ha inoltre effettuato un record di immersione arrivando, nelle acque dell’isola di Oahu nelle Hawaii,  a 381 metri di profondità, senza ausilio di un sommergibile.

Dopo una vita trascorsa nelle profondità marine, l’oceanografa statunitense  ha un sogno: sensibilizzare tutti sulla salvaguardia e tutela della natura. “Spero che tutti un giorno -ha raccontato la signora Earle al New York Timespossano andare sott’acqua ad esplorare gli oceani con le mute da sub e i sottomarini. Ma gli oceani oggi sono in pericolo e dobbiamo fare qualcosa. Ci sono già zone morte dove manca ossigeno, non crescono piante e i pesci muoiono”.

Per proteggere il mondo sottomarino, Sylvia gira di continente in continente tenendo conferenze e partecipando attivamente a campagne e iniziative. Nel 2009 ha vinto un Ted Prize con una lezione su come gli oceani influenzino la nostra vita: “Il Pianeta è fatto per il 71% di acqua, che alimenta l’atmosfera terrestre –ha spiegato sempre al New York Times – se questo ecosistema subisce variazioni, e l’oceano non è più in grado di assorbire anidride carbonica e produrre ossigeno, ci andiamo di mezzo tutti”.

La colpa è del petrolio e della plastica che vengono scaricati in mare, dei fertilizzanti per l’agricoltura che attraverso i fiumi arrivano fino alle coste e della pesca intensiva che distrugge la fauna e il ciclo vitale. “L’oceano è troppo vasto -ha affermato ancora Sylvia Earle– si pensa che possa contenere tutto e niente possa nuocergli. Non è così. Lo dimostrano la plastica e la spazzatura che vengono ingerite dai pesci, contaminandoli. Perciò non li mangio”.

L’impegno di Sylvia ora è concentrato sugli Hope Spot, luoghi della speranza: parchi nazionali sottomarini dove la fauna e la flora devono essere protetti (chiunque può segnalarli sul sito missionblue. org). “Oggi -ha ricordato- ce ne sono circa 100 censiti dalla Iucn, International union of conservation of nature, un’associazione di scienziati e volontari che condivide dati e informazioni sulla natura”.

Sylvia Earle è stata sposata due volte e ha avuto tre figli, a cui ha trasmesso la passione per il mare. La figlia più grande oggi è amministratore delegato e presidente di una società che costruisce sottomarini e robot subacquei, il secondo lavora al California Fish and Wildlife Department e l’ultima è una musicista che si ispira all’oceano per le sue composizioni.

 

Elisa Teja

 

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1 commento

  1. Simona says:

    Buonasera, Sylvia Earle farà altre conferenze in Italia prossimamente?