Le tartarughe verdi declassate a “rischio minimo” nella lista rossa dell’IUCN
L'ultima valutazione ha rilevato che le popolazioni di tartarughe verdi sono aumentate del 28 per cento rispetto ai conteggi storici effettuati negli anni '70 e '80
L'ultima valutazione ha rilevato che le popolazioni di tartarughe verdi sono aumentate del 28 per cento rispetto ai conteggi storici effettuati negli anni '70 e '80
Articolo riservato agli utenti registrati
Sali a bordo della community DN Plus.
Per te, un'area riservata con: approfondimenti esclusivi, i tuoi articoli preferiti, contenuti personalizzati e altri vantaggi speciali
Accedi RegistratiUna buona notizia per la vita degli oceani: le popolazioni di tartarughe verdi si sono riprese con tale successo che il loro status ufficiale è stato declassato da "in pericolo" a "rischio minimo" nella lista rossa delle specie minacciate dell’International Union for Conservation of Nature (IUCN). L'ultima valutazione ha rilevato che le popolazioni di tartarughe verdi sono aumentate del 28% rispetto ai conteggi storici effettuati negli anni '70 e '80. Questo è il risultato dell’azione condotta da molte associazioni per la salvaguardia delle specie a rischio, della volontà di molti governi di proteggere le tartarughe e, naturalmente, della lotta per la sopravvivenza degli animali stessi.
L’influenza umana nella loro vita è stata infatti molto incisiva negli ultimi 200 anni: il numero delle tartarughe verdi (Chelonia mydas) è diminuito tra il 48 e il 67%, in gran parte a causa della pesca accidentale, del degrado, della scomparsa dei siti di nidificazione (sostituiti dai resort o dalle industrie) e della cattura diretta per le loro uova, i gusci e la carne. In alcune località, come certe isole dei Caraibi, il Costa Rica e le Seychelles, le tartarughe verdi sono state cacciate fino all'orlo dell'estinzione sia per la loro carne che per la loro pelle, che veniva conciata per ottenere una sorta di cuoio. Per finire, la specie è lenta a riprodursi, raggiungendo la maturità sessuale a un'età stimata tra i 26 e i 40 anni. Sebbene una femmina possa deporre 200 uova per nido, solo l'1% della sua prole sopravvive abbastanza a lungo da riprodursi. La nascita degli animali, vi assicuro, è uno spettacolo indimenticabile, capace di aprire anche i cuori più coriacei.
La crescita della popolazione delle tartarughe è un successo per la conservazione e la notizia è indubbiamente positiva, malgrado allo stesso tempo i valutatori dell'IUCN osservino come le popolazioni globali siano ancora inferiori rispetto al passato. Le tartarughe verdi sono elencate nell'Appendice 1 della Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES), che limita severamente il commercio di prodotti derivati dalle tartarughe, ma uno studio del 2022 ha anche rilevato che, nel complesso, l'interesse pubblico per lo sfruttamento delle tartarughe è diminuito nel corso degli anni, in gran parte a causa delle immersioni subacquee e di altre forme di turismo marino e delle relative campagne di conservazione.
L’attenzione verso questi magnifici animali dura da diversi anni. L'industria della pesca utilizza infatti dispositivi di esclusione delle tartarughe dalla fine degli anni '80, dopo che gli Stati Uniti li hanno resi obbligatori per le imbarcazioni per la pesca a strascico dei gamberetti. Questa pratica, in cui una griglia metallica all'apertura di una rete a strascico impedisce alle tartarughe e ad altri animali di grandi dimensioni di rimanere intrappolati, è stata ampiamente adottata dai pescatori commerciali di tutto il mondo. In altre località sono state adottate misure per proteggere le aree di nidificazione delle tartarughe dal bracconaggio e sono stati creati sistemi specializzati per impedire che le piccole tartarughe vengano predate prima che possano raggiungere l'oceano.
Nella zona di Cipro Nord, ad esempio, dei volontari cercano i nidi sulle lunghe spiagge e li indicano con delle date e dei paletti per fare in modo che i turisti non li calpestino. Quando giunge il momento opportuno, aiutano la nascita dei piccoli e il loro ingresso in mare, che avviene sempre in modo guidato ma naturale, così come deve essere. "L'attuale recupero globale della tartaruga verde - ha affermato Roderick Mast, copresidente del Turtle Specialist Group dell'IUCN - è un esempio lampante di ciò che una conservazione globale coordinata, nel corso di decenni, può realizzare per stabilizzare e persino ripristinare le popolazioni di specie marine longeve. Le tartarughe marine non possono sopravvivere senza oceani e coste sane e nemmeno gli esseri umani. Sforzi di conservazione costanti sono fondamentali per garantire che questo recupero duri nel tempo".
