29 ottobre 2018

A Rapallo la mareggiata abbatte la diga del porto “Carlo Riva”. Il momento del crollo

29 ottobre 2018

Nelle immagini che circolano sui social, il momento in cui la mareggiata abbatte un tratto di circa 80 metri della diga del porticciolo turistico “Carlo Riva”

A Rapallo la mareggiata abbatte la diga del porto “Carlo Riva”. Il momento del crollo

Nelle immagini che circolano sui social, il momento in cui la mareggiata abbatte un tratto di circa 80 metri della diga del porticciolo turistico “Carlo Riva”

2 minuti di lettura

Tra le immagini di questa giornata da dimenticare per tutta la Liguria e per buona parte d’Italia, questi pochi secondi di video girati con un telefonino rimarranno uno dei simboli: onde di diversi metri di altezza si abbattono sulla diga foranea del porticciolo turistico “Carlo Riva” di Rapallo, fino a quando la mareggiata non ne distrugge un tratto di circa 80 metri.

Il filmato in queste ore è diventato virale tra le chat e i social network dei diportisti, soprattutto di chi ha una barca ormeggiata nel porticciolo di Rapallo. Nella prima parte del filmato, le immagini del vento che imperversa su tutta la Riviera: si vede Rapallo ripresa dall’alto, quando già un pezzo della protezione in cemento del porticciolo è crollata. Nella seconda parte, invece, il momento esatto del crollo della diga sotto la forza della mareggiata.

Sul posto sono giunti il vicequestore Giacomo Turturo, il comandante del locamare della Guardia Costiera di Rapallo, Vincenzo Orlando e il maresciallo dei carabinieri Giuseppe Battaglia. Gli ormeggiatori e i marinai del “Carlo Riva” sono al lavoro per rinforzare gli ormeggi di tutte le imbarcazioni. Intanto il mare sta invadendo le strade a ridosso del litorale e ha già raggiunto la galleria, causando gravi danni alla famosa passeggiata della cittadina ligure.

 

Giuseppe Orrù

Argomenti: ,

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Il lettore è responsabile a titolo individuale per i contenuti dei propri commenti. In alcun modo le idee, le opinioni, i contenuti inseriti dai lettori nei commenti ad articoli e notizie rappresentano l’opinione dell’editore, della redazione o del direttore responsabile.
Il lettore non può pubblicare contenuti che presentino rilievi di carattere diffamatorio, calunniatorio, osceno, pornografico, abusivo o a qualsiasi titolo illecito e/o illegale, né assumere atteggiamenti violenti o aggredire verbalmente gli altri lettori.
La segnalazione di eventuali contenuti diffamatori, offensivi o illeciti e/o illegali può essere effettuata all’indirizzo e-mail info@ligurianautica.com, specificando il contenuto oggetto della segnalazione attraverso link diretto. La redazione provvederà a verificare il contenuto e prenderà eventuali provvedimenti nel più breve tempo possibile.

3 commenti

  1. Adito says:

    Penso che occorra fare luce ed accurate perizie nel capire il perchè una barriera ed una struttura progettata per essere barriera cede alle onde, per quanto anomali, ma che non si possono catalogare come uno straordinario tsunami. Un porto raso al suolo e centinaia di barche e natanti affondati o danneggiati. Molti non se la potranno mai più permettere un’imbarcazione. Non sono tutti industriali o personaggi illustri del mondo della finanza o della medicina. Ci sono molti amanti del mare, semplici amanti del mare. Più di cinquanta imbarcazioni ad oggi non sono state ritrovate. Ora chiedo se è possibile che un porto ristrutturato dopo l’accaduto del 2000, quindi con materiali, tecniche di progettazione, simulazioni, certificazioni ed omologazioni, oltre che con probabili, anche, fondi pubblici, può sgretolarsi “totalmente” . Mi chiedo se nella logica di una edilizia che si può definire moderna possano accadere questi casi quando porti molto più obsoleti reggono ben altro. Per chi è fortunato ad essersi potuto permettere, alcuni con importanti sacrifici, di avere un’imbarcazione ormeggiata nel Primo Porto Turistico d’Italia, ora potrebbe non averla più. Grazie per aver custodito così male il risparmio di una vita. Grazie per non aver protetto clienti che da più di decenni, vi finanziano. Grazie Porto Carlo Riva

  2. Adito says:

    Penso che occorra fare luce ed accurate perizie nel capire il perchè una barriera ed una struttura progettata per essere barriera cede alle onde, per quanto anomali, ma che non si possono catalogare come uno straordinario tsunami. Un porto raso al suolo e centinaia di barche e natanti affondati o danneggiati. Molti non se la potranno mai più permettere un’imbarcazione. Non sono tutti industriali o personaggi illustri del mondo della finanza o della medicina. Ci sono molti amanti del mare, semplici amanti del mare. Più di cinquanta imbarcazioni ad oggi non sono state ritrovate. Ora chiedo se è possibile che un porto ristrutturato dopo l’accaduto del 2000, quindi con materiali, tecniche di progettazione, simulazioni, certificazioni ed omologazioni, oltre che con probabili, anche, fondi pubblici, può sgretolarsi “totalmente” . Mi chiedo se nella logica di una edilizia che si può definire moderna possano accadere questi casi quando porti molto più obsoleti reggono ben altro. Per chi è fortunato ad essersi potuto permettere, alcuni con importanti sacrifici, di avere un’imbarcazione ormeggiata nel Primo Porto Turistico d’Italia, ora potrebbe non averla più. Grazie per aver custodito così male il risparmio di una vita. Grazie per non aver protetto clienti che da più di decenni, vi finanziano. Grazie Porto Carlo Riva

  3. Gabriell says:

    No commenti. Il Porto Carlo Riva dovrebbe garantire una certa sicurezza alle barche che lo scelgono e soprattutto PAGANO LA GARANZIA DI MANUTENZIONE