30 marzo 2020

Coronavirus, la lettera di un comandante: “Mettiamoci alla cappa aspettando che passi la tempesta”

30 marzo 2020

"Siamo nel mezzo di una brutta tempesta ma presto tutto passerà e ci sentiremo più forti di prima"

Coronavirus, la lettera di un comandante: “Mettiamoci alla cappa aspettando che passi la tempesta”

"Siamo nel mezzo di una brutta tempesta ma presto tutto passerà e ci sentiremo più forti di prima"

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Liguria Nautica ha ricevuto una lettera del comandante e manager nautico di Imperia, Fabio Cavalieri, che ha voluto condividere con noi le sue riflessioni durante l’emergenza Coronavirus.

“Sono un uomo di mare, ci vivo e in un modo o nell’altro, mi guadagno da vivere grazie a lui. A quelli come me il mare ha insegnato tanto ed è arrivato adesso uno di quei momenti in cui mettere in pratica i suoi insegnamenti. Voglio condividere con i miei cari e i miei amici, questi miei pensieri, perché spesso dal mare si possono trarre insegnamenti utili nella vita di tutti i giorni”.

“Quando si è in barca con il mare in tempesta e non è possibile raggiungere un porto, avendo la responsabilità della vita dell’equipaggio, quando tutto sembra perso, la prima cosa da fare è non perdere la calma. Bisogna mettere tutto in sicurezza, fare di tutto perché la barca non subisca colpi di mare, prepararsi con coscienza e tranquillità, distribuire i salvagenti e mettersi in cappa*. Attendere. Contro il mare non si vince. Quando è incazzato bisogna abbassare la testa e assecondarlo”.

“Ci possono volere ore o giorni prima che la tempesta passi, nel frattempo bisogna razionare le scorte, controllare spesso le sentine e gli organi vitali della barca. Si deve cercare di prevenire ed evitare danni, tenendo tutto sotto controllo. Ognuno in barca deve fare la sua parte, dal comandante fino all’ultimo mozzo, tutti. Tutti uniti con un unico obiettivo, salvare la pelle e, se possibile, la barca”.

“Oggi i bravi comandanti non devono perdere la calma, mettere in sicurezza la propria famiglia, distribuire fiducia, vivere con quello che si ha a disposizione il più a lungo possibile e mettersi in cappa*. Ci vorranno settimane, forse mesi ma la tempesta finirà e rispiegando le vele proveremo ancora l’immensa gioia di navigare serenamente verso un porto accogliente”.

“Siamo nel mezzo di una brutta tempesta, ci bruceranno gli occhi per gli spruzzi di acqua salata mentre siamo al timone e forse ci faremo dei lividi per gli scivoloni a bordo. Ma presto tutto passerà e, nuovamente sereni con i piedi sulla banchina di un porto, ci sentiremo più forti di prima. Buon vento a tutti!”.

 

*Mettersi in cappa è una particolare andatura di sicurezza, che si attua quando le condizioni meteo-marine sono talmente brutte che navigare diviene una questione di sopravvivenza, per consentire all’imbarcazione di diminuire notevolmente la velocità, conservare lo scarroccio e consentire all’equipaggio di proteggersi e riposarsi.

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1 commento

  1. Sandro says:

    Tralasciato un particolare importante, il bravo comandante quando la tempesta è annunciata, evita di avventurarsi in mare, inoltrarsi nella tempesta raccontando a l’equipaggio che non si corre nessun pericolo, e da incoscienti e da indegni di condurre qualsiasi imbarcazione