Dall’America all’Europa su un veliero sgangherato: 7 indigeni messicani ripercorrono al contrario la rotta di Cristoforo Colombo
Attraverseranno tutto l’oceano a bordo di un rabberciato veliero per commemorare la caduta di Tenochtitlan
Attraverseranno tutto l’oceano a bordo di un rabberciato veliero per commemorare la caduta di Tenochtitlan
La “Montagna” è salpata il 3 maggio scorso dal porto di Isla de Las Mujeres, sulla costa orientale del Messico. La prua è ad est, verso l’Europa. L’obiettivo di questo rabberciato veliero, che definire “scassato” è fargli un complimento, è nientemeno che quello di attraversare l’oceano Atlantico e sbarcare ad Amburgo. A bordo ci sono quattro donne, due uomini e una transgender che non avevano mai visto prima il mare.
Sono indigeni di lingua Tzotzil che, quasi sicuramente, non avevano mai messo prima il naso fuori da quell’inestricabile intrico di vegetazione che è la Lacandona, la selva che copre le alture messicane dello Stato del Chiapas. Fanno parte della “squadra 421” dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (Eznl). “Il nostro scopo – hanno spiegato – è quello di ripercorrere a ritroso la rotta che Cristoforo Colombo ha percorso più di 500 anni fa. Quella stessa rotta che poi ha portato gli invasori spagnoli a conquistare il nostro mondo. Ma, al contrario degli invasori, noi non porteremo la morte ma la vita”.
Il 13 agosto 2021 sarà un giorno importante per tutti gli indigeni messicani. Cinquecento anni or sono, i conquistadores (ma da quella parte dell’oceano preferiscono chiamali “gli invasori”), guidati da Hernán Cortés, assaltavano Tenochtitlan, l’odierna Città del Messico, ponendo fine all’impero azteco. Proprio per ricordare all’Europa che questa data, che nei nostri libri di scuola viene raccontata ancora come “la grande impresa dei conquistadores”, può essere letta anche sotto una luce ben diversa, gli indigeni messicani hanno deciso di prendere il mare e di affrontare l’Atlantico.
Ricordiamo brevemente che l’Ezln, noto in Italia per lo più per il personaggio del Subcomandante Marcos che lo guidava, è insorto il primo dicembre del 1994 con l’obiettivo di ottenere dal Governo messicano il rispetto della cultura indigena, di poter accedere a scuole e servizi in lingua Tzotzil, tutt’ora la più diffusa nel Chiapas, e di assegnare ai contadini più poveri le terre di proprietà dei grandi latifondisti.
In Europa, la Squadra 421 è attesa da movimenti per i diritti umani e per la difesa dell’ambiente, come le ragazze ed i ragazzi di Fridays For Future, di ben oltre 20 Paesi: dalla Germania agli Stati nordici, sino al Mediterraneo: Francia, Spagna e anche l’Italia. Il calendario non è ancora definitivo ma, senza dubbio, gli zapatisti faranno tappa anche a Genova, la città del Descubridor De Las Americas. Titolo che per loro non ha nessuna accezione positiva, convinti come sono che i loro antenati non avevano nessun bisogno di Colombo per essere “scoperti” e poter esistere!
La “gira” – il viaggio – si preannuncia comunque indimenticabile sia per questi avventurosi indigeni che per coloro che li riceveranno dopo lo sbarco e li accompagneranno. “Voi vivete in grandi città – hanno detto alla partenza – noi nei villaggi. Voi abitate in riva al mare e noi in mezzo alla selva. Parliamo lingue diverse, mangiamo cose diverse e abbiamo abitudini diverse ma siamo tutti ‘indigeni’ di questo pianeta e siamo tutti figli di questa madre terra che va difesa da chi la vuole sfruttare per il proprio profitto in nome di un’economia basata ancora sui fossili, che sono la causa di quei cambiamenti climatici il cui peso oggi grava sui Paesi più poveri ma che alla fine travolgeranno tutta l’umanità”.
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