22 aprile 2021

Lavorare nel diporto: le figure e le competenze richieste a bordo

22 aprile 2021

LN intervista il Presidente A.Ma.Di. che ha organizzato un corso di formazione per i giovani che vogliono lavorare nel diporto

Lavorare nel diporto: le figure e le competenze richieste a bordo

LN intervista il Presidente A.Ma.Di. che ha organizzato un corso di formazione per i giovani che vogliono lavorare nel diporto

4 minuti di lettura

La Liguria con la sua costa, la sua tradizione ed i suoi porti è una delle regioni più importanti per il settore nautico e lo yachting e le occasioni di lavoro nel settore non mancano.  Appare però necessario prevedere il rafforzamento di profili professionali nautici di bordo avviando un confronto tra domanda e offerta “creata” attraverso percorsi di formazione che supportino una filiera importante come quella del diporto.

In questo contesto, A.Ma.Di, l’Associazione Marittimi da Diporto, ha promosso un corso di formazione gratuito di avvicinamento al mondo professionale dei marittimi del diporto per i giovani che vogliono lavorare in questo settore, soprattutto in ottica della stagione estiva 2021.

Il corso è partito a inizio marzo con la partecipazione di una decina di ragazzi di età compresa tra i 20 ed i 27 anni e si è svolto presso nel Porto di Lavagna, con un’alternanza di lezioni frontali ed alcune ore di stage a bordo di yacht ormeggiati nel Tigullio sotto la supervisione di esperti capitani iscritti all’associazione.

Liguria Nautica ha intervistato Paolo Blaffard, presidente di A.Ma.Di, nonché capitano di grande esperienza, insieme ad alcuni componenti del consiglio direttivo dell’associazione, tra cui Claudio Mottola, capitano dello yacht New Master (45 mt) e Donato Albicocco, capitano dello yacht Alessandra (25 mt).

Quali sono le figure più richieste dal settore del diporto a livello ligure e quali sono le competenze più richieste a bordo?

“Le figure più richieste dal mercato a livello locale sono soprattutto hostess, marinai (con e senza patenti), cuochi e motoristi, in grado di occuparsi della sala macchine se previsto dalla normativa. Oltre ai requisiti burocratici, come, ad esempio, l’iscrizione alla gente di mare ed il libretto di navigazione, le competenze principali sono soprattutto “soft”: voglia di lavorare senza guardare l’orologio, essere disposti a stare lontano da casa per alcuni mesi e la flessibilità.

A bordo l’ambiente di lavoro e l’ambiente “di vita” coincidono ed è necessario sapersi adattare e saper stare con gli altri. I rapporti umani sono al centro di tutto, sia con il resto dell’equipaggio sia con l’armatore e gli ospiti che vogliono un ambiente sereno ed organizzato. Poi naturalmente conoscere l’inglese è molto importante”.

Come è nata l’idea di questo corso?

“Il corso è nato con lo scopo di favorire le opportunità di lavoro nel settore del diporto, facilitando il contatto dei ragazzi che escono dagli istituti nautici o dagli alberghieri con il lavoro a bordo nei diversi comparti. Le occasioni di lavoro non mancano, soprattutto a livello stagionale, e molto spesso si traducono in contratti a lungo termine. Si pensi che quasi tutti i partecipanti al corso hanno ricevuto offerte di lavoro a bordo per l’imminente stagione e crediamo sia un modo concreto per rispondere non solo all’esigenza del mercato, ma anche alle numerose richieste di opportunità lavorative che arrivano dai giovani”.

Quali sono le principali problematiche che si riscontrano a livello di formazione?

Nonostante le opportunità di lavoro non manchino, ad oggi scarseggiano i percorsi formativi ad hoc per i futuri marittimi del diporto. Gli istituti nautici, infatti, introducono i giovani nell’ambiente marittimo ma preparandoli soprattutto al mondo mercantile, che ha ben poche affinità con il diporto, in particolare per quei ruoli come hostess, stewardess, cuochi, marinai, tenderisti e velisti.

A differenza della carriera mercantile, quindi, quella del diporto è rimasta nel limbo a livello normativo senza un percorso di formazione ben definito e lineare a livello italiano. Ad oggi, per poter avere una carriera nel mondo della nautica, il percorso più semplice è quello inglese ben definito e riconosciuto a livello internazionale”.

Avete in programma altri corsi?

“Negli anni abbiamo realizzato diversi corsi con enti di formazione presenti sul territorio, come, ad esempio, il Villaggio del Ragazzo di Cogorno, l’Accademia del Turismo di Lavagna e l’Ente Forma di Chiavari. Questo corso è nato in maniera sperimentale e con numeri ristretti soprattutto per la situazione legata al Covid e siamo riusciti a realizzarlo nonostante le difficoltà del caso. Visto il successo dell’iniziativa abbiamo fatto richiesta per ottenere delle sovvenzioni per realizzare un corso più strutturato il prossimo inverno, che comprenda una parte teorica ed una parte pratica di stage a bordo”.

Il Covid ha cambiato il mondo del lavoro nel settore del diporto? Che stagione prevedete?

“Nel settore privato, soprattutto a livello locale, registriamo un bel fermento. Gli armatori hanno le barche in armamento, le vogliono utilizzare e si sentono sicuri con questa tipologia di vacanza. Ci aspettiamo, insomma, una stagione movimentata”.

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4 commenti

  1. Luciano Blanchi says:

    Ottima iniziativa. Troppi giovani attirati da un buon stipendio pensano d’imbarcarsi sugli yacht e spesso si fermano di fronte alle cose più semplici proprio perché mancano le basi.

  2. Giovanni G. says:

    Tutte le idee ,che possono aiutare i giovani ad entrare nel mondo Diportistico e sempre di buono auspicio.
    La cosa che mi Indigna ….e’ vedere Ragazzi Usciti dal nautico ,e non sono capaci di presentarsi ad un Esame per Patente Nautica entro 12 miglia!!!!! Inoltre nessuna associazione o Comandante del diporto e capace oggi..a rilasciare l’Attestato di avvenuta esercitazione a bordo ..inerente alla sicurezza ..antincendio..abbandono unita’…etc…Ed e’ Ancora più Vergognoso non Rilasciare ai ragazzi Imbarcati su i Yacht a noleggio..L’Avvenuta esercitazione al Timone..Ricordo a Tutti che tra 5 anni non ci saranno più Ufficiali del diporto..e comandanti…Sentire Ancora Parlare di corsi per HOSTESS..etc…e’ molto offensivo per i ragazzi che escono dal Nautico…Questo Nautico non e’ Adeguato…a creare futuro nemmeno nel diporto…Come a scritto il collega studiano Mercantile???? Studiando Mercantile dovrebbe essere una passeggiata Fare l’esame per patente nautica entro 12 miglia…etc…Peccato solo aria fritta!!!

  3. Federico says:

    Qualche anno fa dopo essere uscito dal nautico mi avrebbe fatto molto comodo un corso di formazione del genere, bel progetto, complimenti.

    Spero davvero possiate crescere e aprire una “accademia dei diportisti”

  4. Giuseppe Accardi says:

    Ottima iniziativa, complimenti