10 dicembre 2018

Mareggiata, a Rapallo già rimossi 220 relitti su 400. Le assicurazioni a Liguria Nautica: “Vogliamo fare presto”

10 dicembre 2018

Intervista esclusiva a Corrado Anghelè, perito navale che lavora per diverse società assicurative e da settimane naviga nelle acque del porto “Carlo Riva” a caccia di relitti. Ecco come avviene il suo lavoro, chi paga la rimozione e quali sono i rapporti tra armatori e assicurazioni

Mareggiata, a Rapallo già rimossi 220 relitti su 400. Le assicurazioni a Liguria Nautica: “Vogliamo fare presto”

Intervista esclusiva a Corrado Anghelè, perito navale che lavora per diverse società assicurative e da settimane naviga nelle acque del porto “Carlo Riva” a caccia di relitti. Ecco come avviene il suo lavoro, chi paga la rimozione e quali sono i rapporti tra armatori e assicurazioni

5 minuti di lettura

Nella partita del disastro causato dalla mareggiata dello scorso 29 ottobre, un ruolo fondamentale lo giocano le assicurazioni. Ogni compagnia che ha degli armatori danneggiati tra i propri assicurati ha inviato personale sul posto e, soprattutto, giorno dopo giorno e ora dopo ora sta seguendo i lavori di rimozione dei relitti.

L’obiettivo è dare una valutazione in tempi brevi per consentire lo sgombero del piazzale del porto “Carlo Riva” di Rapallo, dove le imbarcazioni danneggiate vengono tirate a secco per essere ispezionate dai periti, in una sorta di catena di montaggio, come vi ha raccontato Liguria Nautica in questo servizio.

A gestire questo “via vai” di relitti, insieme al rapporto tra compagnie assicurative e armatori, c’è anche Corrado Anghelè, perito navale di Genova, che lavora per diverse società di assicurazioni.

LN – Come avviene il vostro lavoro?

CA – Abbiamo cercato di riunire tutte le assicurazioni e tutti i periti per collaborare insieme all’autorità marittima, al Comune e alla direzione del porto “Carlo Riva”. La maggior parte delle barche sono incastrate l’una con l’altra, sia quelle affondate, sia quelle sulla passeggiata. Quindi è impossibile lavorare singolarmente.

Anche per rimuovere le barche affondate a centro baia, vanno fatte delle operazioni complesse, che devono essere condivise da tutti questi soggetti. Abbiamo cercato, quindi, di porre le basi per fare un piano coordinato per lavorare insieme, ovviamente sempre autorizzato dall’autorità marittima e dal Comune di Rapallo.

LN – Ora a che punto sono i lavori di rimozione dei relitti?

CA – Tutte le barche più semplici da rimuovere e rimovibili singolarmente sono state rimosse subito. Stiamo parlando di circa 400 barche coinvolte, con danni di ogni tipo, alcuni gravissimi, altri di lievi entità. Ora rimangono da rimuovere ancora 180 barche. In questo mese ne sono state rimosse circa 220. Ci sono situazioni difficili e altre più facili.

Le barche che sono affondate o semi affondate al centro della baia del porto hanno un peso notevole, quindi servono attrezzature, con pontoni adatti a questo lavoro. Per quelle più piccole bastano invece i sommozzatori con qualche pallone autogonfiabile per far riemergere lo scafo e una gru per rimetterle a terra. Abbiamo cercato di unire le forze e collaborare tutti insieme per ottimizzare i costi.

LN – Ecco, i costi. Chi paga tutti questi interventi di rimozione, che richiedono l’utilizzo di rimorchiatori, sommozzatori e altri specialisti?

CA – Nel caso delle barche assicurate, tutte le operazioni di rimozione sono autorizzate da noi periti. Chi anticipa le spese per la rimozione sono gli armatori ma poi il costo si rigira su noi assicurazioni. Le assicurazioni liquidano poi sia i danni alla barca, sia le spese di rimozione. Per una questione fiscale, le società che si occupano della rimozione non possono fatturare direttamente alla compagnia assicurativa, ma intestano la fattura al singolo armatore.

LN – E questo in quanto tempo avviene?

CA – Il Comune di Rapallo e il porto devono riprendere le loro attività, quindi dobbiamo finire il prima possibile. Posso garantire che le assicurazioni stanno velocizzando la procedura delle liquidazioni proprio per andare incontro agli armatori e chiudere il prima possibile le pratiche. Ovviamente stiamo parlando di barche non recuperabili: se un’unità viene dichiarata tale, all’armatore viene liquidato il valore massimo assicurato a cui si sommano le spese di rimozione. Le barche che invece si possono riparare andranno nei cantieri e seguiranno un altro iter.

LN – Qual è l’iter per arrivare alla liquidazione?

CA – Le assicurazioni danno il benestare alla rimozione e la loro valutazione, eventualmente dichiarando una barca non recuperabile. Poi gli armatori faranno la richiesta del valore assicurato più i costi della rimozione e noi liquidiamo. Alcuni armatori hanno invece nominato dei consulenti di parte, demandando a noi assicurazioni la parte della rimozione.

Una volta a settimana viene convocato un tavolo tecnico con i dirigenti del Comune di Rapallo, i periti assicurativi, l’autorità marittima e i dirigenti del porto Carlo Riva. Viene predisposto un piano per la rimozione delle barche, che viene valutato da tutte le parti. Se tutti noi periti, il Comune e il porto, chiamassimo ognuno di noi una ditta, arriverebbero centinaia di rimorchiatori e non si riuscirebbe a lavorare in modo corretto. Questo tavolo serve proprio a coordinare le operazioni.

Noi cerchiamo soluzioni e le sottoponiamo agli armatori, che devono dare l’autorizzazione finale. Stiamo cercando di fare un lavoro di squadra, in una situazione molto particolare e difficile, perché ci sono diverse parti in gioco.

LN – Qualcuno può contestare le vostre valutazioni?

CA – In alcuni casi abbiamo trovato armatori che, nonostante noi avessimo dichiarato la barca non recuperabile, hanno deciso, per valore affettivo, di tenerla e farla riparare ugualmente anziché smaltirla. Ovviamente è una loro scelta ma in questo caso le assicurazioni non pagano oltre il valore assicurato della barca. Quindi se le spese di riparazione dovessero superare il valore massimo assicurato, la differenza sarebbe a carico dell’armatore.

LN – Quindi ora rimangono i casi più “gravi” da risolvere.

CA – Esatto. La maggior parte delle barche rimaste nel porto di Rapallo sono quelle affondate o quelle finite sulla passeggiata, quindi con danni molto gravi. Visto che alcune non possiamo vederle completamente, attendiamo la loro rimozione per valutare cosa fare.

 

Giuseppe Orrù

 

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2 commenti

  1. Cristiano says:

    C’è qualcuno che si occupa delle barche abbandonate o che nn si trova il proprietario?

  2. Mario says:

    Quante cazzate lette tutte insieme….la realtà é molto diversa: le compagnie di assicurazione e i periti stanno rallentando le operazioni di recupero a causa anche delle società di recupero che hanno tariffe esorbitanti..