Mareggiata, la Guardia Costiera a LN: “Ecco come vengono recuperati i relitti a Rapallo”
Tutti gli armatori sono stati diffidati a recuperare le loro unità nel più breve tempo possibile. Ogni relitto è “un pericolo per la navigazione e per l’ambiente”. Intervista ad Antonello Piras, comandante della Guardia Costiera di Santa Margherita Ligure
Tutti gli armatori sono stati diffidati a recuperare le loro unità nel più breve tempo possibile. Ogni relitto è “un pericolo per la navigazione e per l’ambiente”. Intervista ad Antonello Piras, comandante della Guardia Costiera di Santa Margherita Ligure
A Rapallo la rimozione dei relitti affondati o semiaffondati dopo la violenta mareggiata del 29 ottobre è iniziata da subito. Ma deve fare i conti con il maltempo: infatti, in caso di mare mosso, vento o cattive condizioni meteo, le operazioni vengono immediatamente sospese.
ARMATORI DIFFIDATI
Intanto tutti gli armatori delle unità affondate o danneggiate dalla mareggiata sono stati diffidati: devono rimuovere la loro imbarcazione nel più breve tempo possibile. Le pratiche e le spese di rimozione di ogni barca sono a carico del proprietario: dal noleggio della gru, al servizio dei sommozzatori che fanno riemergere lo scafo.
“E’ fondamentale rimuovere i relitti -ha spiegato a Liguria Nautica il tenente di vascello Antonello Piras, comandante del Circomare della Guardia Costiera di Santa Margherita Ligure– perché ogni imbarcazione affondata rappresenta un pericolo per la navigazione e un grave rischio ambientale. Al momento non sono in grado di dire quanto tempo ci vorrà per completare la rimozione a Rapallo, essendo tutto legato alle condizioni meteomarine. I lavori sono partiti da subito. Ieri è stata portata fuori dal porto un’unità da 40 metri. Ma stimare i tempi -ha ribadito Piras- è difficile”.
DUE ORDINANZE PER RIMUOVERE LE BARCHE
Il comandante della Guardia Costiera di Santa Margherita Ligure ha emesso due ordinanze che disciplinano la rimozione dei relitti: la n° 310/2018, del 4 novembre, e la n° 315/2018 del 10 novembre, alla quale è allegato anche il modulo per richiedere il trasferimento in altro porto della propria barca.
La seconda ordinanza, in particolare, adibisce una banchina del porto “Carlo Riva” di Rapallo a zona in cui vengono condotte le imbarcazioni recuperate. Se galleggiano vengono trainate, altrimenti vengono issate su dei pontoni con delle gru. “Qui spetta all’ente tecnico –ha sottolineato il comandante- decretare se l’unità è ancora in grado di navigare o meno, in base ai danni subiti. Se può navigare viene data l’autorizzazione a trasferire o rimorchiare l’unità in un altro porto, altrimenti viene trasferita tramite camion in un cantiere o comunque in un’altra località. Sta all’armatore deciderlo -ha precisato Piras- in base a quello che vorrà fare del suo scafo”.
COME AVVIENE LA RIMOZIONE
Ogni armatore ha ricevuto un provvedimento di diffida che gli impone di provvedere a contattare una ditta specializzata per la rimozione dell’imbarcazione. In caso di relitti affondati, i sommozzatori riportano a galla l’unità tramite dei palloni che vengono gonfiati con delle bombole.
Prima di iniziare qualsiasi operazione, le aziende devono concordare con la Capitaneria di Porto le tempistiche e le modalità, perché tutto avviene in una catena che deve funzionare alla perfezione. “Se le condizioni meteo peggiorano -ha detto a Liguria Nautica il comandante della Guardia Costiera di Santa Margherita Ligure– devo sospendere le operazioni. Se la banchina delle ispezioni è occupata, non è in grado di accogliere altre barche che magari sono state riportate a galla con i palloni e che, stazionando al centro del porto, rappresentano un pericolo. Se un solo anello di questa catena si ferma, tutti gli altri passaggi si devono fermare”.
I passaggi (a carico dell’armatore) sono il sollevamento dell’unità in caso di relitto affondato, l’ispezione sul pontile da parte del Rina o di un ente tecnico certificatore, ed il trasferimento della barca via mare o con rimorchio su un pontone in un altro porto. “Nelle ore immediatamente successive alla mareggiata -ha ricordato Piras- la Guardia Costiera ha effettuato una ricognizione subacquea del porto. Abbiamo dato i filmati alle ditte specializzate, in modo da sapere dove sono e quali sono le barche affondate”.
Prima della mareggiata dello scorso 29 ottobre, al porto “Carlo Riva” di Rapallo erano ormeggiate 337 barche. Di queste 111 sono affondate, 138 sono rimaste a galla, 34 sono state scaraventate dalle onde e dal vento sugli scogli o sulla spiaggia, mentre altre 52 risultano introvabili e, di conseguenza, si presume che siano affondate.
Come si nota da queste nuove foto esclusive scattate domenica, la situazione sulla passeggiata di Rapallo è ancora drammatica, con scene di distruzione e detriti ovunque. E’ possibile monitorarla in tempo reale grazie ad una delle webcam di Liguria Nautica, che punta direttamente sul porto.
Foto: Giulia Parnisari
Giuseppe Orrù
Argomenti: Daily Nautica, meteo
stanno facendo più presto possibile, bene il sindaco che gli a dato una mossa e ha sepecificato e che le spese sono a carico dei propietari
non è colpa degli armatori se un uragano ha distrutto o affondato le loro barche, quindi non vedo perché dovrebbero essere ulteriormente penalizzati invece che aiutati, a me sembra una ennesima assurda situazione che trova riscontro nel concetto che chi ha la barca è ricco e va punito
Buongiorno, mi chiedevo come verranno “smaltite” (come rifiuto speciale) le imbarcazione danneggiate irrimediabilmente.
Quale l’ente preposto?
Quali gli autotrasportatori di trasporto imbarcazioni hanno la qualifica del “rifiuto speciale”??
Quali aziende, idonee e con permessi per questa operazione?
cordialmente
Gulli