Nelle profondità del Mar Nero scoperto il relitto di “Ulisse”. E’ la nave intatta più antica del mondo
Una troupe di scienziati archeologi, grazie a dei sofisticati droni subacquei, ha trovato i resti di uno scafo risalenti a 2400 anni fa
Una troupe di scienziati archeologi, grazie a dei sofisticati droni subacquei, ha trovato i resti di uno scafo risalenti a 2400 anni fa
E’ il relitto più antico del mondo. Per 2 mila e 400 anni è rimasto addormentato nelle abissali profondità del Mar Nero, sdraiato in assetto di navigazione a oltre duemila metri di profondità. Trovarlo e restituirlo alla storia, è stata una impresa del celebre Map, acronimo di Maritime Archaeology Project. Una troupe internazionale di archeologi e scienziati che fa riferimento all’Università di Southampton e che dal 2015 sta setacciando con un alcuni droni abilitati per le alte profondità e attrezzati per raccogliere immagini a tre dimensioni, le coste della Bulgaria dove un tempo approdavano le navi provenienti dalla Grecia e, in generale, dai porti mediterranei.
La scelta del mar Nero non è casuale. Non soltanto per la grande attività commerciale e marittima che vi si svolgeva nell’antichità, ma per le profondità delle sue acque che assicurano una sorta di ibernazione del possibile relitto. La quasi totale assenza di ossigeno riscontrabile nelle acque profonde, impedisce infatti il proliferare degli organismi acquatici che sono la causa principale del deterioramento del legno.
In questi anni di attività nel Mar Nero, il Maritime Archaeology Project ha riportato alla luce una ventina di resti di navi, per lo più risalenti alle epoche romane, bizantine ed ellenistiche. Si tratta però di frammenti di scafi, che non restituiscono nessuna informazione sulla conformazione delle navi cui appartenevano.
Ma stavolta è stato diverso. Stavolta la nave trovata è pressoché intatta, con tanto di alberi e timoni ancora al loro posto, come se non fosse ancora stanca di navigare nell’azzurro del mare. L’esame di alcuni campioni di legno prelevati dal relitto ha dimostrato che lo scafo, lungo circa 23 metri, risale al 400 a.c. Si tratta, senza dubbio alcuno, del più antico relitto navale intatto scoperto nel mondo.
“Ci è sembrato di vivere in un film di avventura -ha dichiarato al New York Times il responsabile del progetto, il professor Jon Adam– non pensavo fosse possibile trovare una nave come questa, ancora intatta, a tali profondità. Il suo studio senz’altro cambierà la nostra comprensione della costruzione navale e della navigazione nel mondo antico”.
La storia di questo antico relitto è ancora tutta da scrivere. Probabilmente, stando ad alcune rilevazioni, trasportava, oltre alle solite anfore che erano i contenitori principali in tutta l’antichità, anche ceramiche. Le sue stive, ancora semi sepolte nella sabbia, potrebbero nascondere un vero tesoro artistico, oltre che archeologico. Purtroppo però il recupero della nave è pressoché impossibile perché il legno, rimasto in uno stato anossico per 24 secoli, si dissolverebbe al primo contatto con l’aria. Ma gli archeologici hanno già trovato molte somiglianze con le navi raffigurate nei vasi greci dell’epoca, custoditi nei musei.
In particolare, lo stesso Jon Adam ha sottolineato la somiglianza tra i resti del relitto e lo scafo raffigurato nel celebre Vaso delle Sirene che si trova in una teca del British Museum e che dipinge Ulisse legato al palo mentre cerca di resistere al canto ammaliatore. Il vaso è famoso perché raffigura le sirene come uccelli con la testa umana, come se le immaginavano gli antichi greci, e non come avvenenti donne con la coda di pesce, come raccontato nella nostra tradizione.
Chi, a differenza dell’eroe omerico, non ha saputo resistere alle sirene, sono i giornalisti di tutto il mondo che hanno immediatamente battezzato il relitto – che pure risale ad un’epoca molto più recente che quella della guerra di Troia – col nome la “nave di Ulisse”.
Argomenti: #subacquea, Daily Nautica