Rete da pesca “fantasma” da 400 metri nel porto di Prà. Rimossa dalla Guardia Costiera
A segnalare il pericolo sono stati i piloti del porto che l’hanno avvistata durante una manovra. Immediato l’intervento della Guardia Costiera per rimuovere la rete che costituiva un pericolo per la navigazione. Si trovava nell’area precauzionale
A segnalare il pericolo sono stati i piloti del porto che l’hanno avvistata durante una manovra. Immediato l’intervento della Guardia Costiera per rimuovere la rete che costituiva un pericolo per la navigazione. Si trovava nell’area precauzionale
I militari della Guardia Costiera di Genova hanno rimosso una maxi rete da pesca abbandonata nel tratto di mare antistante il terminal portuale di Prà, nella cosiddetta “area precauzionale”. La ricerca ha avuto inizio nella mattinata del 20 febbraio, dopo una segnalazione pervenuta alla centrale operativa della Guardia Costiera dai piloti del porto di Genova che, durante una manovra a bordo di una nave diretta al porto di Prà, avevano notato la presenza di una rete alla deriva di grosse dimensioni.
Sul posto è intervenuta l’unità della Guardia Costiera GC A69 che, grazie alla segnalazione precisa, ha potuto rinvenire rapidamente la rete da pesca di circa 400 metri, che rappresentava un potenziale pericolo per la navigazione e si trovava in una zona vietata alla pesca, in quanto destinata al transito di grosse unità commerciali in ingresso e uscita dal porto di Prà. L’attività rientra nella campagna condotta dalla Guardia Costiera per la progressiva rimozione degli attrezzi da pesca abbandonati nel Mar Ligure e nell’esercizio delle funzioni delle Capitanerie di porto per la tutela dell’ambiente marino e costiero.
Nel sottolineare la buona collaborazione instaurata in Liguria tra Guardia Costiera e WWF Italia, anche in forza di un protocollo sottoscritto a livello nazionale, la Guardia Costiera ribadisce come la conoscenza della problematica e la partecipazione alle segnalazioni da parte di tutti gli utenti del mare, rappresentino un elemento fondamentale per la prosecuzione della campagna contro le reti fantasma che ha già visto il recupero di numerosi attrezzi in questi mesi. Tra gli ultimi episodi, anche il recupero di una grossa rete impigliata nel fumaiolo del relitto della petroliera Haven, avvenuto circa un mese fa.
La presenza di attrezzi da pesca abbandonati sui fondali costituisce un problema spesso poco noto, ma diffuso e attuale nei nostri mari. Questi attrezzi, reti da posta ma anche palangari e nasse, perduti o deliberatamente abbandonati, possono infatti restare sui fondali o galleggiare in sospensione per anni e interferire con la biodiversità marina, danneggiandone l’ecosistema e costituendo, molto spesso, anche un pericolo per la navigazione e per le attività subacquee.
L’invito, a chiunque avvisti reti, palangari, nasse e altri mezzi da pesca abbandonati e privi dei segnalamenti previsti, è di informare gli uffici della Guardia Costiera per un pronto intervento.
Giuseppe Orrù
Argomenti: Daily Nautica, Genova