Lo yacht Cujo, costruito dai cantieri Baglietto, è affondato in Francia sabato 29 luglio, mentre si trovava ad una ventina di miglia dalla costa di Beaulieu sur Mer, in Costa Azzurra. L’imbarcazione, lunga 20 metri, aveva sette persone a bordo.

Alle 12,30 l’equipaggio della Brigata Nautica Antibes Nautibes della Gendarmerie del Alpes Maritimes ha ricevuto una chiamata di soccorso sul Vhf, che segnalava una grave falla nei pressi della sala macchine. Ad aprire la via d’acqua sarebbe stata la collisione con un oggetto galleggiante.

Dopo 45 minuti di navigazione, la BNC è arrivata sul luogo, dove era già presente una barca a vela inviata sul posto dal servizio Crossmed. Lo yacht Cujo stava già iniziando ad affondare da prua, mentre i sette naufraghi erano lì accanto, a bordo di una zattera di salvataggio.

È stata proprio la barca a vela a imbarcare i sette occupanti dello yacht, trasbordandoli dalla zattera.

LO YACHT CUJO A 2.500 METRI DI PROFONDITà

Nel frattempo le cabine dello yacht erano già allagate e solo alcune valigie che si trovavano in cucina e sul ponte principale sono state recuperate dai gendarmi. Poco dopo lo yacht si è inabissato, adagiandosi sul fondale, che, in quel punto, è di circa 2.500 metri.

I naufraghi sono stati poi trasportati al porto di Banlieu e per diverse ore il servizio nautico della Gendarmerie ha monitorato lo specchio acqueo, per contenere l’inquinamento ambientale e lo sversamento di idrocarburi. Quando è affondato, infatti, lo yacht aveva circa 7 mila litri di gasolio nei suoi serbatoi.

DODI AL-FAYED TRA GLI ARMATORI DEL M/Y CUJO

Il motor yacht Cujo diventò famoso in tutto il mondo nell’estate del 1997, quando ospitò l’ultima vacanza di Lady Diana e Dodi al-Fayed. Il compagno della principessa Diana, infatti, era l’armatore del Baglietto Cujo e più volte la coppia è stata fotografata a bordo. Ma anche altri personaggi famosi e del mondo dello spettacolo hanno potuto rilassarsi a bordo del m/y Cujo.

Quella del 1997 fu l’ultima vacanza, prima dell’incidente del 1997 a Parigi che costò la vita a Lady Diana e Dodi al-Fayed.

Foto: Gendarmerie del Alpes Maritimes/Facebook