Startup innovative per il mare: il futuro della nautica è ecosostenbile
Una panoramica sullo stato dell'arte dell'innovazione nella nautica con le startup per il mare presentate nel corso del 61° Salone Nautico di Genova
Una panoramica sullo stato dell'arte dell'innovazione nella nautica con le startup per il mare presentate nel corso del 61° Salone Nautico di Genova
Le startup in Italia stanno raggiungendo quota 12.000 e rappresentano, secondo il report di monitoraggio trimestrale del gennaio 2021 del Ministero dello Sviluppo economico, il 3,2% di tutte le società di capitali di recente costituzione.
E se oltre un quarto di tutte queste nuove realtà hanno sede in Lombardia (precisamente il 27%), anche nelle altre regioni italiane si registrano dei buoni numeri, in particolare nel settore della nautica, nelle zona costiere e sui grandi laghi. Uno sviluppo, dal punto di vista sia numerico che qualitativo, che si è potuto percepire anche all’ultimo Salone di Genova, dove l’area dedicata alle startup per il mare, presentate da Confindustria Nauticae ICE Agenzia, era più nutrita e “matura” dell’edizione precedente.
Startup per il mare, concrete e aperte
Se la concretezza è il comune denominatore di tutti i progetti visti, capaci di individuare piccole o grandi carenze nell’esistente per trasformarle nei punti di forza delle nuove idee, interessante è anche l’eterogeneità degli ambiti applicativi: paline per la ricarica delle imbarcazioni elettriche ispirate alle briccole veneziane, filati luminosi per accessori e abiti a bordo, intelligenti ammortizzatori di ormeggio monomaterici, imbarcazioni elettriche che spostano pochissima acqua o con piattaforma scafo ad elementi mobili e a geometria variabile.
La palina elettrica per Venezia
“Immaginate una Venezia in cui i motori non inquinino e siano silenziosi, dove non si brucino combustibili contaminando aria e acqua. Non state sognando, stiamo lavorando perché diventi realtà”. E’ il claim di e-concept, startup veneziana con mire ovunque ci sia uno specchio d’acqua navigabile, forte come la sua idea, già in fase di test grazie al supporto di enti pubblici e sponsor privati.
Una infrastruttura di ricarica per la nautica elettrica che sfrutta come terminali delle paline eco-sostenibili, versione contemporanea delle briccole della città lagunare. Elementi da posare nei canali o su pontile, progettati con materiali di scarto e ottenuti con processi sostenibili e all’avanguardia (come la stampa 3D), che potrebbero cambiare il volto di Venezia, ma anche di molti borghi marinari e lagunari d’Italia, senza intaccarne la bellezza. Non per nulla anche la Soprintendenza ha dato il benestare per una prima installazione privata a Rio della Misericordia e due pubbliche a Ca’ Giustinian e ai SS. Apostoli.
Il multiscafo premiato
Altrettanto innovativo è il progetto GerrisBoats dell’omonima startup ligure (il cui nome è mutuato dall’insetto che pattina sull’acqua): un intelligente watertaxi elettrico che incrementa la sostenibilità ambientale e riduce l’onda prodotta, favorendone l’utilizzo anche da parte delle persone con mobilità ridotta.
Il tutto grazie ad uno scafo con corpo sommerso, foils e sistema di contro-scafi mobili laterali regolabili in altezza – per portare l’accesso del taxi al piano esatto del molo – che è stato insignito al 61° Salone Nautico di Genova del Design Innovation Award per la categoria multiscafi.
Ammortizzatore di design
Ma l’interesse di queste piccole startup per il mare spazia anche in ambiti applicativi più tecnici. Esemplari in questo senso sono l’ammortizzatore di ormeggio Atena di Atlantide, startup trentina e le cime o gli indumenti luminosi di Dress Coders.
Il primo è un sinuoso oggetto di materiale termoplastico totalmente riciclabile a fine vita, in cui basta semplicemente far passare la cima per preservare la barca ormeggiata dalle sollecitazioni del rollio. Testato dal Polo Meccatronica di Rovereto, garantisce la tenuta con un allungamento pari solamente al 20% del suo massimo, non arrivando mai all’estensione estrema ed ammortizzando il trasferimento del moto alla barca in modo graduale ed omogeneo.
Filati luminosi per navigare
Dress Coders, invece, è una startup emiliana fondata da due giovani ragazze che hanno trovato il modo per mixare la tradizione del ricamo e l’innovazione della tecnologia indossabile. Partite dall’alta moda, con quello che hanno denominato Ricamo 4.0, ovvero filati luminosi di fibra ottica diffusiva e materiale elettroluminescente applicati su tessuti e superfici morbide, sono sbarcate nel mondo della nautica per assecondare l’aspetto funzionale della loro ricerca. Così, data l’elevata resistenza agli urti e la semplicità di sostituzione dei fili di luce, ecco che abiti tecnici antivento, cime, parabordi si illuminano di luce propria, segnalando la loro presenza nell’oscurità e migliorando la sicurezza delle persone e delle cose.
Argomenti: Daily Nautica, mare
Salve, sono proprietario di una barca volevo chiedere se per caso ci sono startup per avviare una attività nautica a fondo perduto . L’aria di competenza è Manfredonia.
Grazie.
Ignazio La Torretta