07 marzo 2017

Inquinamento dell’oceano? Ecco la “barriera” di Boyan!

07 marzo 2017
Articolo riservato agli iscritti a DN Plus

Vuoi salvare articoli per un rapido accesso?

Sali a bordo della community DN Plus.

Per te, un'area riservata con: approfondimenti esclusivi, i tuoi articoli preferiti, contenuti personalizzati e altri vantaggi speciali

Accedi Registrati

Un progetto davvero interessante pensato da Boyan Slat, ragazzo di soli ventidue anni

Plastica che galleggia nell'oceano

Un progetto davvero interessante pensato da Boyan Slat, ragazzo di soli ventidue anni

3 minuti di lettura

La plastica è una delle maggiori fonti di inquinamento nell’oceano e nel dire questo non scopriamo certo una grande verità. L’Onu nelle ultime settimane ha diffuso dati davvero allarmanti, numeri impensabili: in media scarichiamo nel mare otto milioni di tonnellate di plastica l’anno. In parte si tratta di microplastica che molte volte viene mangiata dai pesci per ritornare così nei nostri piatti; in sostanza finiamo per consumare in maniera indiretta i nostri stessi rifiuti. Una sorta di contrappasso dantesco.

L’inquinamento dell’oceano è spesso visibile a occhio nudo, in questo caso non si tratta di microelementi ma di vere e proprio isole di plastica che galleggiano in superficie e che determinano la morte di molte specie animali, alcune di queste in via d’estinzione. Come fare dunque?

Negli anni si è cercato di limitare il problema, spesso senza successo, ora sta raccogliendo consensi l’idea di Boyan Slat, ovvero una barriera pensata per convogliare i rifiuti e limitare l’inquinamento dell’oceano.

Stop all’inquinamento dell’oceano: scopriamo come funziona questa barriera galleggiante

Si tratta di una enorme barriera lunga oltre cento km che dovrebbe contenere la dispersione della plastica in acqua: un primo, fondamentale, passo per limitare l’inquinamento dell’oceano e dei mari. Infatti una volta che il materiale sarà raccolto, le navi impiegate per la pulizia delle superfici acquee avrebbero più tempo, e molti meno problemi, a svolgere il proprio dovere.

L’idea è stata partorita dalla giovane e geniale mente di Boyan Slat, ragazzo di soli ventidue anni, che, grazie all’appoggio del governo olandese, sta portando avanti la sua personale battaglia all’inquinamento dell’oceano.

Cerchiamo di capire meglio il funzionamento di questo progetto. Questa barriera, fissata ai fondali mediante un sistema di cavi, non è altro che un lungo serpente di gomma che dovrebbe “condizionare” le correnti marine in modo da convogliare i rifiuti in questa sorta di immenso cassonetto del mare.

Attualmente è stato realizzato un primo prototipo installato presso il porto dell’Aia. Degli appositi sensori stanno monitorando l’utilità di questa sistema, se tutto dovesse andare per il meglio entro un anno si procederà alla realizzazione di una barriera in scala reale.

Verso la fine del 2018 verranno effettuati altri test al largo delle coste giapponesi per poi, se queste prove dovessero dare risultati positivi, installare la barriera nella zona a più alto tasso d’inquinamento dell’oceano: la Great Pacific garbage patch, ovvero l’immensa chiazza di immondizia che stazione nel Pacifico.

Fonti:

http://www.tgcom24.mediaset.it/

https://www.inabottle.it/it/ambiente/barriera-plastica-oceano

Paolo Bellosta

 

Argomenti:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato nel commento. I campi con * sono obbligatori.

Il lettore è responsabile a titolo individuale per i contenuti dei propri commenti. In alcun modo le idee, le opinioni, i contenuti inseriti dai lettori nei commenti ad articoli e notizie rappresentano l’opinione dell’editore, della redazione o del direttore responsabile.
Il lettore non può pubblicare contenuti che presentino rilievi di carattere diffamatorio, calunniatorio, osceno, pornografico, abusivo o a qualsiasi titolo illecito e/o illegale, né assumere atteggiamenti violenti o aggredire verbalmente gli altri lettori.
La segnalazione di eventuali contenuti diffamatori, offensivi o illeciti e/o illegali può essere effettuata all’indirizzo e-mail info@ligurianautica.com, specificando il contenuto oggetto della segnalazione attraverso link diretto. La redazione provvederà a verificare il contenuto e prenderà eventuali provvedimenti nel più breve tempo possibile.