15 marzo 2017

Da Cape Town a Rio De Janeiro a remi: le motivazioni dei protagonisti

15 marzo 2017

La loro impresa ha dato vita al “movimento DOT” ovvero “Do One Thing” (fare una cosa) che incoraggia semplici azioni “salva-pianeta” finalizzate a proteggere e preservare l'ambiente.

Da Cape Town a Rio De Janeiro a remi: le motivazioni dei protagonisti

La loro impresa ha dato vita al “movimento DOT” ovvero “Do One Thing” (fare una cosa) che incoraggia semplici azioni “salva-pianeta” finalizzate a proteggere e preservare l'ambiente.

5 minuti di lettura

Perché percorrere remando la distanza di 6.700 km che separa Città del Capo in Sud Africa da Rio de Janeiro in Brasile a bordo di un’imbarcazione di soli 6,8 metri di lunghezza? Cosa si nasconde dietro il significato di una sfida così estrema?

Lo scopriamo nelle parole dei due protagonisti Braam Malherbe e Wayne Robertson che stanno sfidando l’Oceano Atlantico cercando di coprire l’intera rotta senza alcuna supporto esterno. Sono in mare dal 7 Febbraio 2017, giorno della partenza da Città del Capo. Stanno pagaiando a turni di due ore ciascuno, 24 ore su 24, sette giorni su sette. I pericoli in pieno Oceano sono molteplici, specialmente durante le ore notturne, nel buio più totale. Occorre vigilare su navi in transito, sommergibili, balene e tempeste.

La loro impresa ha dato vita al “movimento DOT” ovvero “Do One Thing” (fare una cosa) che incoraggia semplici azioni “salva-pianeta” finalizzate a proteggere e preservare l’ambiente. Punti fermi elementari come minuscoli cambiamenti dello stile di vita o la modifica di alcune cattive abitudini. Significativa ed emblematica la filosofia di Braam Malherbe: «Non ce ne rendiamo conto ma tutti noi stiamo commettendo ogni giorno un crimine contro l’umanità» – questa la voce del team – «Stiamo distruggendo ed esaurendo le risorse del nostro pianeta. Abbiamo seriamente compromesso il futuro dei nostri figli. Il “Dot Earth Challenge” è solo un piccolo passo per riconquistare il diritto ad un futuro migliore per le generazioni a venire».

«La nostra sfida vuole rappresentare un segnale, un invito rivolto ai 7,2 miliardi di esseri umani che popolano la nostra Terra a partecipare per salvare il nostro pianeta. Salvare il pianeta può sembrare un compito arduo ma se ognuno di noi, ogni giorno, facesse solo un semplice gesto per diminuire l’impatto ambientale delle nostre azioni, tutti insieme potremmo conquistare grandi risultati per risparmiare le risorse della Terra che non sono infinite. Senza attenzione, il futuro dei nostri figli sarà seriamente compromesso» – e ancora – «Il successo di una spedizione estrema è determinato per l’80% dalla mente. Quando l’ego ha un obbiettivo da raggiungere, nulla è impossibile». Questa la loro filosofia di vita.

«Avete mai pensato alla quantità d’acqua che si potrebbe risparmiare semplicemente chiudendo il rubinetto quando vi lavate i denti? Moltiplicate questo risparmio per ogni persona che conoscete, per ogni famiglia, per ogni comunità. In breve tempo si potrebbero risparmiare migliaia di litri d’acqua, il tutto con un piccolo e semplice cambiamento del nostro stile di vita. Un’azione che non costa nulla ma di fondamentale importanza: l’acqua è un bene prezioso!»

«I nostri punti fermi comprendono quattro categorie fondamentali sulle quali lavorare per la salvaguardia del pianeta: Acqua, Rifiuti, Ambiente, Energia. È solo questione di incoraggiare cambiamenti positivi nello stile di vita di ognuno di noi e trasferirli verso gli altri».

Il team DOT Challenge

Il team DOT Challenge promuove una campagna di raccolta fondi con l’obiettivo di coinvolgere più persone possibile a partecipare attivamente al successo ed alla finalità dell’impresa. Malherbe sostiene che: «Con l’acquisto di un “punto” ossia di un “DOT” sul nostro sito ognuno può sostenere questa iniziativa globale e contribuire al benessere di quella che è la nostra “casa” ovvero il nostro pianeta. Tutti possono partecipare, da individui singoli a imprese e aziende. Ogni DOT acquistato ci darà la motivazione necessaria per raggiungere Rio, renderà “virale” il movimento DOT e consentirà di sviluppare l’applicazione web “DOT Challenge”. Dobbiamo remare tutti insieme, sarete idealmente al nostro fianco per ogni colpo di pagaia. Prima di arrivare a Rio de Janeiro, il nostro obiettivo è quello di raggiungere 5 milioni di persone attraverso l’utilizzo della nostra applicazione web. Questa sfida può essere il punto di svolta verso il salvataggio del nostro pianeta».

Chi sono veramente Braam Malherbe e Wayne Robertson?

La storia di Braam Malherbe è ricca di successi raggiunti in imprese estreme finalizzate al rispetto ed alla salvaguardia ambientale. Ambientalista, avventuriero, presentatore televisivo, autore, ranger onorario, speaker motivazionale, ambientalista. In passato si è cimentato nella corsa sulla Grande Muraglia cinese coprendo una distanza di 4.218 km in soli 98 giorni, la corsa al Polo Sud tirando la propria slitta e ancora il percorso sulla costa dalla Namibia al Mozambico coprendo, sempre di corsa, una distanza complessiva di 3.278 km. Braam, nel suo Paese, si occupa altresì della formazione delle guardie forestali per le operazioni di contro-bracconaggio. La sua forte motivazione gli permette di utilizzare le esperienze accumulate per ispirare la gente comune a fare la differenza, non solo nella loro vita, ma per il benessere del pianeta. Con le sue doti di leadership e la sua capacità motivazionale insegna ai bambini come comportarsi in mezzo alla natura e come sopravvivere in essa.

 

Non meno interessante il “ritratto” di Wayne Robertson, skipper, costruttore di barche, consulente nautico, ciclista, surfista, musicista, appassionato di “battaglie ambientali”, Wayne nutre una profonda passione per il mare.Costruttore di yacht e skipper oceanico, ha praticato surf per 39 anni e surf estremo per 10 anni. Non estraneo a sport di resistenza, Wayne ha partecipato a parecchi eventi estremi in mountain-bike. Fu il primo biker a tentare di percorrere i 109 km della maratona ciclistica “Cape Town Cycle Tour” su un monociclo per la raccolta di fondi finalizzata ad opere di beneficenza. Abituato a cimentarsi in vari sport, sia in mare che a terra in condizioni meteorologiche avverse, ha trascorso parecchio tempo in Antartide per la costruzione di capsule modulari progettate per ambienti estremi. La motivazione di Wayne nell’affrontare questa sfida estrema trova riscontro nella volontà di lasciare in eredità un pianeta in condizioni migliori.

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