10 novembre 2011

Susanne Beyer nel mito: prima tra gli italiani alla Transat

10 novembre 2011

La velista di Zoagli ha coronato il sogno di una vita giungendo seconda tra le donne alla Mini Transat 2011

La velista di Zoagli ha coronato il sogno di una vita giungendo seconda tra le donne alla Mini Transat 2011

4 minuti di lettura

Grande risultato di Susanne Beyer alla Mini Transat 2011. La velista (che nonostante il nome è nata a Zoagli nel 1978) è arrivata a Salvador de Bahia lo scorso 5 novembre, dopo 4200 miglia di navigazione (dalla Francia al Brasile con unico scalo a Madeira), giungendo prima tra gli italiani al ventitreesimo posto (su 50 barca). Nella graduatoria rosa, ha fatto meglio soltanto l’inglese Pip Hare, che ha chiuso quindicesima. Grandissimo risultato per Susy e il suo Mini “Penelope”, che le ha dato non pochi problemi. A cominciare dal guasto al timone automatica che l’ha costretta a timonare manualmente per quasi tutta la seconda tappa (320o miglia). Susanne, seconda donna italiana a partecipare alla Transat (Daniela Klein vi ha preso parte nel 2009), ha coronato il sogno di una vita.

Susanne Beyer: chi è costei? Ce lo racconta lei stessa sulle pagine del suo sito internet:

” Sono nata a Zoagli, provincia di Genova, l’11 dicembre 1978. Da papà Thomas – tedesco – mi vengono il nome straniero e la passione per la navigazione, da lui condivisa prima della mia nascita con la mamma (Laura).

 

A sei mesi i miei genitori mi portano in crociera con loro sul35 piedi “Marea”, che diventerà la mia prima palestra; comincia una bella avventura…

 

Sul Marea – un Impala 35 disegnato da Sparkman and Stevens – imparo ad andare per mare. Si naviga molto, per piacere d’estate e per regate d’inverno. Sono una marinaretta instancabile e papà è un bravo comandante. Per 16 anni navighiamo insieme. Dall’età di 6 anni – inoltre – mi dedico alle derive (pur preferendo sempre la navigazione d’altura); si comincia – ovviamente – dai mitici Optimist!

 

Che grande scuola la vela!… un bimbo, una piccola barca, il mare: un bel modo per imparare ad arrangiarsi ed allo stesso tempo a socializzare, essere corretti con gli altri, tenere in ordine le proprie cose.

 

Dai 16 anni in poi devo navigare senza papà; mi fermo del tutto un paio d’anni, poi il richiamo torna, più forte di prima; ricomincio a fare regate nel Tigullio e subito dopo mi imbarco definitivamente, facendo della mia passione un mestiere. Lavoro su barche a vela come marinaio e – per puro caso – nel 2001 capito a bordo di un oggetto di cui mi innamorerò: Tirrenia II, un ketch aurico del 1914, che partecipa al circuito Prada, il challenge delle vele d’epoca. Mi imbarco per la stagione di regate e non scendo più; la barca naviga molto e l’armo – aurico – a me sconosciuto scatena la mia curiosità. D’inverno mi dedico agli infiniti lavori di manutenzione. Per 5 anni ho lavorato come secondo e nel frattempo mi sono laureata in Scienze Politiche.

 

Nel2005 l’armatore Gianni Loffredo mi affida il comando e la gestione dei lavori di restauro.

In tutti questi anni il legno non mi distoglie dal resto del mondo della vela: continuo a partecipare alle regate ed a navigare su barche moderne. Nel2009 midiplomo all’Istituto Nautico di Genova.

 

Il Mini 650 è sempre stato soltanto un sogno, il sogno degli altri, che seguo sulle riviste della vela e tale è rimasto per molti anni. Nel 2006 decido che voglio provarci ed il sogno diventa – sulla carta – progetto; non ho mezzi, neanche per cominciare. Si parte da zero! Impiego 3 anni per trovare gli sponsor ed il finanziamento per comprare la barca.

Penelope è nata. E’ solo un’idea, una lampadina che si è accesa dentro di me e che non so più come fare a spegnere.
Penelope cresce. Diventa progetto, coinvolge gente, sempre di più, sempre più appassionati .
Fallisco più volte; tante porte in faccia, tante lacrime e delusioni, spesso voglio mollare e liberarmi di questo tarlo.
Ma Penelope c’è, esiste già e gli amici la vogliono tenere in vita.

 

Primavera 2008: sembra che le energie di tutti vengano convogliate nella direzione giusta: il mio amico Paolo mi trova l’aggancio per il finanziamento; firmo il contratto che mi dissanguerà per i prossimi 10 anni, ma sono felice come non mai!! Ce l’abbiamo fatta!!! Non io, non da sola; il grande merito va a tutti gli amici che ci hanno creduto sempre, che non mi hanno mai abbandonata”.

 

e.r.

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