Francesca Clapcich a DN: “Vorrei essere la prima persona a partecipare ai 4 Grandi Slam della vela”
La nostra intervista alla navigatrice triestina che ha annunciato l’inizio della sua campagna Vendée Globe 2028 sostenuta dal team americano 11th Hour Racing e con il team Malizia come partner tecnico
La nostra intervista alla navigatrice triestina che ha annunciato l’inizio della sua campagna Vendée Globe 2028 sostenuta dal team americano 11th Hour Racing e con il team Malizia come partner tecnico
Della velista triestina Francesca Clapcich la prima impressione che si ha, al di là dei modi gentili ed educati e del sorriso radioso, è che abbia una forza granitica e una determinazione affilatissima che conquistano e fanno venire voglia di seguirla, supportarla, fare il tifo per lei. Il suo entusiasmo per la sfida, il navigare, l’oceano, è genuino e contagioso, e traspare dalla felicità che dimostra a tutti, che sia in mare navigando, su un palco tenendo in mano una coppa dopo un giro del mondo o in un cantiere navale guardando la sua nuova barca.
Il motivo più recente che Francesca ha per sorridere è il lancio della sua nuova campagna per partecipare alla prossima Vendée Globe nel 2028, il giro del mondo in solitario e senza scalo riservato agli IMOCA, la cui 20esima edizione conclusasi a gennaio è stata vinta da Charlie Dalin. Un sogno, quello di partecipare a questa regata, che Francesca ha da tempo e che è maturato durante la sua variegata carriera velistica.
Facendo un paragone con il mondo tennistico, infatti, Francesca Clapcich ha partecipato a tre dei “Grandi Slam” della vela. Le Olimpiadi, per due volte, prima nel 2012 in classe Laser e poi nel 2016 nella classe 49er FX in equipaggio con Giulia Conti, la The Ocean Race, giro del mondo a tappe e in equipaggio a cui ha preso parte prima nel 2017 a bordo di “Turn the tide” e poi nel 2023 a bordo di “11th Hour Racing” e, per finire, la Coppa America nel 2024 a bordo di American Magic.
Grazie al supporto del team americano 11th Hour Racing Team, con cui Francesca ha vinto l’ultima The Ocean Race, la partecipazione al quarto “Grande Slam” della vela, la Vendée Globe, è un sogno che diventa un obiettivo concreto da poter inseguire. Francesca lo farà a bordo di Malizia Seaexplorer, che l’attuale skipper Boris Herrmann le consegnerà a fine 2025 e il cui team sarà anche il suo partner tecnico durante tutta la campagna fino al 2028.
Daily Nautica ha chiacchierato con Francesca Clapcich all’indomani del “grande annuncio”, per farsi raccontare dalla velista triestina i dettagli di questo nuovo capitolo della sua carriera, la campagna Vendé Globe 2028 il cui messaggio è “Believe. Belong. Achieve”.
Francesca, tu sei una velista che per la maggior parte della sua carriera ha navigato in equipaggio e non in solitario: da dove deriva questo desiderio di partecipare alla Vendée Globe?
Mi sono stufata di aver gente in giro! (ride, n.d.r) Scherzo! Io vedo la Vendée Globe proprio come una sfida, nel senso che la vela in solitario mi affascina come disciplina e questa regata in particolare ne è il top anche a livello di performance. Per me la vela è sempre stata competizione ed è questo lo spirito con cui voglio partecipare alla Vendée Globe, piuttosto che con quello di avventura, un aspetto che comunque questa regata certamente ha. Voglio cercare di spingere la barca e farlo da sola, gestendo situazioni in mare complesse contando solo sulle mie forze. Dopo tanti anni a fare vela per la maggior parte in equipaggio, eccetto una stagione di Figaro, questa è una bella sfida personale, che mi sento di fare adesso che ho un po’ più di maturità sia di vita che sportiva.
Come si è creato questo nuovo progetto con il team 11th Hour Racing dopo che hai vinto con loro l’ultima The Ocean Race?
11th Hour Racing è una fondazione no-profit che per anni ha fatto tantissimo lavoro per la salvaguardia del mare e di educazione sulla salute dell’oceano. Dopo l’Ocean Race il loro obiettivo era di evolvere ed aggiungere una parte di lavoro di sostenibilità sociale, oltre a quella ambientale, provando una sfida nuova sia dal punto di vista sportivo che dal punto di vista umano. E poi certamente c’è stata un po’ di fortuna e un ottimo timing di allineamento di obiettivi e “di stelle”! La cosa bella poi è che loro non sono uno sponsor commerciale, io non devo andare in giro a “vendere dei prodotti”, ma piuttosto amplificheremo insieme i messaggi della fondazione.
Partecipando alla Vendée Globe diventerai la prima persona ad aver preso parte ai quattro più importanti eventi velici, visto che hai già navigato durante i Giochi Olimpici, la The Ocean Race e la Coppa America. Un insegnamento da ognuno di questi tre, finora?
Dal navigare nelle classi olimpiche ho imparato l’etica del lavoro, dalle regate in oceano la conoscenza di me stessa e la pazienza e dalla Coppa America il lavoro di squadra.
Come mai hai scelto Malizia Seaexplorer come barca con cui partecipare alla prossima Vendée Globe?
Innanzitutto costruire una barca nuova sarebbe stata una sfida enorme, anche in termini di tempo e di sostenibilità. Quindi per questa mia prima Vendée Globe volevamo avere una barca che fosse già in circolazione. Volendo iniziare a navigare alla fine di quest’anno, poi, non avevamo molte opzioni! Malizia Seaexplorer è un progetto particolare, dalle linee meno classiche, ma molto affidabile soprattutto in condizioni di vento e mare molto dure. Infine, una parte certamente interessante che ha contribuito alla scelta è la collaborazione tecnica che avremo con il team Malizia.
Spiegaci meglio come si estrinseca questa partnership “tecnica” con Malizia.
Io avevo bisogno di un team tecnico per il mio progetto e alla fine di soluzioni per averlo ce ne sono due: o te lo crei ad hoc, da zero, oppure si cerca una collaborazione con un team che ha già una struttura in piedi e l’esperienza. Il team Malizia era interessato a tale seconda opzione e questa sarà la nostra soluzione per i prossimi quattro anni. Condivideremo il capannone con le nostre due barche e parte del team tecnico, soprattutto per gli interni. La barca di Boris è particolare, un po’ l’ha ideata lui, quindi è interessante lavorare con il know-how già acquisito dal suo team negli anni. Ufficialmente io prendo la barca alla fine della The Ocean Race Europe, circa un mesetto prima della prima regata a cui parteciperò con i colori del mio team, la Transat Café l’Or, in partenza il 26 ottobre (un tempo battezzata Transat Jacques Vabre, n.d.r).
Argomenti: mare, ocean-race, vela