05 October 2025

Lanzillo (Deloitte) a DN: “Made in Italy marchio indiscusso di qualità a livello globale”

05 October 2025
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Con un export che rappresenta il 90% della produzione, l’industria nautica italiana punta su innovazione, sostenibilità e filiera integrata per consolidare la leadership internazionale

Lanzillo (Deloitte) a DN: “Made in Italy marchio indiscusso di qualità a livello globale”

Con un export che rappresenta il 90% della produzione, l’industria nautica italiana punta su innovazione, sostenibilità e filiera integrata per consolidare la leadership internazionale

5 minuti di lettura

L’Italia guida il mercato globale della nautica con il 54% degli ordini di superyacht e un export che rappresenta il 90% della produzione nazionale. In un settore in crescita ma sempre più competitivo, le imprese italiane puntano così su innovazione, sostenibilità e coesione della filiera per rafforzare il valore del Made in Italy.

Ne abbiamo parlato con Ernesto Lanzillo, presidente del CdA di Deloitte & Touche SpA e Deloitte Private Leader DCM, che in questa intervista esclusiva ci offre una visione strategica sulle sfide e le opportunità future per l’industria nautica italiana.

Secondo il report Deloitte-Confindustria Nautica l’Italia è leader mondiale nell’export e detiene il 54% degli ordini nel segmento superyacht. Quali riflessioni emergono da questi dati e quali leve operative suggerisce per rafforzare ulteriormente questa posizione di forza?

L’apprezzamento internazionale per la nautica italiana conferma la forza del nostro design e della capacità manifatturiera dei cantieri, sostenuti da un ecosistema industriale che va dai fornitori di componentistica ai designer, dai distretti territoriali alle reti commerciali internazionali. Rafforzare la coesione della filiera,  dalla fase di progettazione fino al post-vendita, è fondamentale per continuare a garantire competitività sui mercati globali. La sfida ora è duplice: consolidare le leadership nei mercati già maturi e, al tempo stesso, ampliare la presenza in nuove aree geografiche.

Il futuro passa da tre leve decisive: il continuo investire in innovazione, valorizzare l’eccellenza del semi-custom e rafforzare ulteriormente il valore del Made in Italy. Questo percorso potrà generare un effetto spillover positivo sull’intero indotto, consolidando la nautica come ambasciatrice integrata dello stile italiano nel mondo. Propedeutico a tale sviluppo ed allo sfruttamento dei tre assi strategici sopra richiamati è uno sforzo di aggregazione degli operatori medio piccoli per consentire di creare entità capaci di sostenere investimenti destinati a realizzare le strategie vincenti. La granularità della filiera e del settore nautico, tipica dell’industria italiana, pur consentendo ad oggi di capitalizzare al meglio ‘il bello e ben fatto’ della artigianalità, non consente infatti ai piccoli operatori di crescere in un contesto di competitività ed aspettative di mercato che non possono prescindere dalla capacità di investimento ed accesso al credito tipico della dimensione medio-grande”.

Il mercato globale della cantieristica ha raggiunto i 34,8 miliardi di euro nel 2023 (+7,3%), con attese di stabilizzazione nel 2024 e performance positive nei segmenti premium e grandi yacht (+5/10%). In che modo le imprese italiane possono capitalizzare su questi trend, valorizzando le loro competenze distintive?

“Come ho già anticipato, con un investimento costante in innovazione, indispensabile per preservare e rafforzare la centralità del design, con la piena valorizzazione dell’eccellenza del semi-custom, che rappresenta un tratto distintivo unico dell’offerta italiana, e con il consolidamento del valore del Made in Italy, inteso come marchio di qualità riconosciuto a livello globale. Una particolare attenzione ai gusti della new generation, il cliente del futuro che però impatta già, con le proprie esigenze, il mercato attuale, tutti incentrati sulla sostenibilità del prodotto e del processo e sulla presenza di tecnologia avanzata sulla imbarcazione, sono elementi che faranno la differenza per i brand premium e per la catena di valore rappresentata dai piccoli artigiani: essere in grado di rispondere oggi a queste esigenze presenti e future, contribuirà non solo a rafforzare la posizione di mercato già acquisita ma ad ampliarla ulteriormente con beneficio per tutto l’ecosistema che insiste sul settore nautico”.

Il report indica un rallentamento previsto nel 2025, seguito da una ripresa nel biennio 2026 2027. Quali strategie strategiche e operative si dovrebbero adottare?

La resilienza del settore passa dall’integrazione tra prodotto e servizio, creando bundle capaci di seguire l’armatore lungo tutto il ciclo di vita dello yacht e fornendo quindi un prodotto esteso che ha mercato non legato esclusivamente al prezzo ma alla qualità ‘integrata’ di prodotto e servizio. A questo si aggiunge il completamento della value proposition, arricchita da soluzioni di personalizzazione, sostenibilità e digitalizzazione. Un ruolo centrale avrà anche l’attenzione verso le operations, con efficienza di filiera e capacità produttiva in grado di garantire qualità e tempi certi. Infine, sarà determinante indirizzarsi con decisione verso nuovi mercati, così da bilanciare gli effetti dei dazi e dell’andamento del cambio nel mercato americano che oggi è centrale per l’export e rafforzare la leadership italiana su scala globale”.

Il segmento superyacht ha registrato nel 2023 il portafoglio ordini più alto dal 2009 (696 unità), con una redditività del 15% e una marginalità in forte crescita. Come Deloitte interpreta questo dinamismo e quali raccomandazioni strategiche avanzate propone per sostenere l’eccellenza e l’efficienza in questo segmento cruciale?

Il dinamismo del segmento superyacht riflette la capacità dei cantieri italiani di unire eccellenza progettuale e solidità industriale. Per consolidare questo vantaggio competitivo sarà decisivo puntare sull’innovazione, facendo sempre più sistema tra cantieri, fornitori e centri di ricerca per accelerare lo sviluppo tecnologico e sostenibile. Allo stesso tempo, occorre rafforzare la penetrazione nel custom build, segmento ad alto valore aggiunto che rappresenta una vetrina globale del Made in Italy, coniugando unicità stilistica ed efficienza operativa”.

Il report mette in luce le incertezze legate ai dazi USA, che impattano principalmente le imbarcazioni di piccole e medie dimensioni. Quali approcci consiglia Deloitte per mitigare questi rischi, diversificare i mercati e preservare la competitività dell’industria nautica italiana?

In un contesto di crescente incertezza commerciale, la priorità è rafforzare la capacità di differenziazione: offrire prodotti sempre più riconoscibili per qualità, design e innovazione, in grado di giustificare un premium price anche in mercati soggetti a dazi. A questo si affiancano politiche di marketing mirate, che valorizzino l’unicità del Made in Italy e rafforzino la relazione con il cliente finale, curandone l’esperienza a 360 gradi. In parallelo, la diversificazione geografica resta fondamentale per bilanciare i rischi e garantire stabilità competitiva nel lungo periodo oltre alla capacità di cercare nuove alleanze con operatori locali nei mercati di sbocco che possano consentire di sfruttare tutte le opportunità permesse dalle regole doganali dei paesi di interesse”.

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