Il presidente dell’International Sailing Schools Association a DN: “La vela riporta i giovani nel mondo reale”
Intervista a Tomasz Lipski, speaker al World Yachting Summit di Monaco sui temi della vela e del suo insegnamento ai giovani
Intervista a Tomasz Lipski, speaker al World Yachting Summit di Monaco sui temi della vela e del suo insegnamento ai giovani
Tomasz Lipski, presidente dell’International Sailing Schools Association (ISSA) e dell’Administrative Council IYFR Commodore for Eastern Europe, sarà tra i relatori al World Yachting Summit. In qualità di grande esperto di vela e del suo insegnamento ai giovani (è presidente di ISSA dal 2019), essendo attivo nello yachting da 30 anni e coinvolto nell’istruzione velica da 20 anni (secondo gli standard del Ministero dello Sport polacco, della Royal Yachting Association, dell’ISSA), nonché co-fondatore di numerose associazioni e club velici, si concentrerà sul suo campo di specializzazione.
Daily Nautica, tra i media partner dell’appuntamento monegasco, lo ha intervistato per approfondire un settore in crescita come quello della vela e i suoi tanti risvolti legati anche alla sostenibilità e all’inclusione.
Quale pensa sarà il suo contributo all’evento monegasco?
Innanzitutto l’istruzione è fondamentale. Le scuole ISSA insegnano a circa 20.000 studenti ogni anno. I nostri istruttori li introducono al mondo della vela e allo stesso tempo aumentano la sicurezza del traffico velico. Il compito principale dell’ISSA è armonizzare e standardizzare, un compito essenziale dato che il settore sta crescendo e sta diventando molto internazionale. Mentre lavoriamo con altre istituzioni, aumentiamo anche la sicurezza e la mobilità lavorativa. Quindi, credo che il contributo dell’ISSA sia sostanziale.
Che ruolo ha oggi l’insegnamento della vela nella conoscenza del mondo marino da parte dei giovani e di conseguenza nella sua protezione?
Nei Paesi sviluppati i ragazzi restano ammaliati dagli smartphone e vivono sempre più spesso nel mondo virtuale. La vela li riporta al “mondo reale”, insegna loro a valutare i rischi, a conoscere i propri limiti e li trasforma in membri più affidabili della società; ciò include anche la sensibilizzazione sull’inquinamento marino. Direi, addirittura, che la vela li fa diventare veri e propri amici della natura. Quando sei così vicino all’acqua e all’ecosistema marino, sei motivato nella protezione. In molti Paesi asiatici la vela è una sorta di aggiornamento della propria istruzione: apre ad altre culture e fa pensare con una prospettiva più ampia, che include vari problemi globali, come appunto l’inquinamento dei mari. Yachtmen e yachtwomen molto spesso sfidano se stessi e il mondo circostante, diventando in un certo senso meglio equipaggiati per affrontare le sfide della vita quotidiana. E come tali diventano spesso individui seguiti da altri: in questo modo possono sensibilizzare sull’inquinamento in larga scala.
La vela è una modalità di navigazione a basso impatto ambientale: pensa che potrebbe diventare la scelta migliore per i trasporti e il turismo anche grazie al contributo dell’innovazione tecnologica?
Sicuramente! La vela è sempre stata un’attività particolarmente eco-friendly: quando si naviga si ha a che fare con la gestione quotidiana di rifiuti e spazzatura, il che rende molto consapevoli dell’inquinamento e dei pericoli correlati. Il settore è in crescita e sono sicuro che continuerà a crescere. Penso che questo tipo di turismo sia una soluzione ottimale per l’ecosistema: da un lato ci si trova a contatto per goderne in modo sano e salutare, dall’altro si è maggiormente consapevoli di come prendersene cura e apprezzarlo davvero. Per quanto riguarda i trasporti non sono un esperto, ma sempre più spesso trovo soluzioni che sembrano essere sostenibili. Non vedo l’ora di scoprire di più sulle migliori tecnologie durante il World Yachting Summit.
Al Boot di Düsseldorf l’ISSA ha presentato il programma SIPD per formare istruttori di vela per persone con disabilità. Ritiene che l’inclusività possa essere una forza trainante per la diffusione di questo sport?
Ne sono certo. Per molte persone con disabilità la vela è un modo eccellente per godersi la vita. Si tratta di una attività versatile, che si adatta ad esigenze anche molto specifiche. Ad esempio, se ti piace la vela estrema puoi navigare di notte, con il vento fresco, se invece preferisci prendere il sole in luoghi privati è possibile e se propendi per le gare sportive puoi partecipare alle regate, così come al contrario goderti tranquillamente la compagnia della tua famiglia o degli amici a bordo. Una flesssibilità che prevede anche il binomio vela e inclusione per le persone con disabilità. Dobbiamo dimostrare che la vela è davvero per tutti. Credo che la vela SIPD possa ampliare l’approccio per le attività legate al mare.
A quali nuovi progetti sta lavorando?
L’ISSA e le sue scuole sono molto attive e non sono in grado di elencare le tante attività, ma posso fare qualche esempio. Collaboriamo con la World Maritime University, struttura educativa collegata all’Organizzazione marittima internazionale, con cui gestiamo al momento diversi progetti. Da più di 10 anni, annualmente organizziamo festival di vela per gli appassionati (quest’anno in Turchia e Grecia), al fine di promuovere lo yachting da diporto. Inoltre, ogni anno organizziamo camp internazionali per giovani da tutto il mondo, dove imparare culture di altri Paesi mentre si acquisiscono le competenze della navigazione. Pubblichiamo inoltre diversi libri in varie lingue e continuiamo a sviluppare procedure e materiali per la formazione SIPD. Tutte informazioni che si possono trovare nel sito web dell’ISSA.