7 Mosse per l’Italia: la chiacchierata con Soldini, Farinetti e Scurati
In occasione del Salone Nautico, abbiamo incontrato e chiacchierato con il “papà” del progetto “7 mosse per l’Italia”, il patron di Eately Oscar Farinetti , con il capitano Giovanni Soldini e con lo scrittore Antonio Scurati
In occasione del Salone Nautico, abbiamo incontrato e chiacchierato con il “papà” del progetto “7 mosse per l’Italia”, il patron di Eately Oscar Farinetti , con il capitano Giovanni Soldini e con lo scrittore Antonio Scurati

E Il patron di Eately Oscar Farinetti prosegue la chiacchierata: “le 7 mosse che abbiamo trovato, poggiano su 4 assets fondamentali, su cui tutti i naviganti si sono trovati d’accordo. Il primo è quello dell’autocritica: smettere di lamentarci e cominciare a fare qualcosa noi. Il secondo è quello di tornare alla passione e all’impegno, cioè ritrovare i politici migliori, gente che ha degli ideali, passione, che ha voglia di fare e che ha un grande impegno. Il terzo punto comune è quello delle competenze: bisogna ricominciare a mandare nei luoghi chiave persone che hanno competenze specifiche, che sono i migliori in un settore. l’ultimo tema fondamentale ricorrente in tutte le mosse è la scuola. La scuola non solo vista come il preparare le nuove generazioni ad aspettare, ma la scuola vista come il fatto che le nuove generazioni vi imparano qualcosa , poi tornano in famiglia, le raccontano e i bambini diventano così i migliori educatori dei grandi”. È un uomo pieno di energia e genuino entusiasmo Oscar Farinetti, un uomo che ti sprona a migliorare.. “La prima colpa del periodo di declino in si trova l’Italia è degli italiani: siamo intontiti, protestiamo, ma non proponiamo, non approfondiamo. Ce lo meritiamo questo declino se non ci diamo una mossa. E di mosse, abbiamo pensato di farne sette ed è così che è nata quest’avventura, l’idea di fare un piccolo pezzo di vita insieme a pensare a delle soluzioni, il più possibile veloci ed efficaci, ai problemi principali del nostro Paese”.
Avviciniamo poi Antonio Scurati, di professione scrittore e insegnante, veneziano ma mai salito in barca, chiedendogli come ha vissuto quest’avventura in mare. “Ero molto inquieto prima di salire, per mia natura, perché tendo ad angosciarmi in maniera preventiva, soprattutto mi spaventava l’idea della dimensione claustrofobica. È vero che stavo solo cinque giorni,ma aveva paura fosse un po come l’aereo, da cui non puoi scappare. E poi certo, la paura del mal di mare! Invece man mano che la barca si allontanava dalla terra ferma, dopo una mezz’ora, ecco che ho tirato un sospiro, è come se avessi iniziato a respirare”.
La barca a vela, si sa, è uno de luoghi per eccellenza di riflessione, su di sé e sul mondo. Abbiamo chiesto a Scurati se ha avuto il tempo e il modo di scoprire questa dimensione e lui ci ha risposto molto onestamente, ammettendo che per lui l’effetto benefico del viaggio è consistito “nel liberarmi dalle mie inclinazioni, dalle mie consuetudini, che mi portano ad essere sempre molto riflessivo, critico, polemico. La barca, ad esempio, mi ha fatto perdere l’abitudine che ho di metaforizzare tutto, ed è stata una bella scoperta”.
L’avventura fatta da Farinetti, Soldini e Co. è davvero un bellissimo esempio di impegno, entusiasmo e grinta, di voglia di migliorare questa nostra bella e vituperata Italia. L’obiettivo di trovare “7 mosse” è stato raggiunto, in pieno. Ora serve che ognuno si impegni a metterle in pratica con lo stesso ardore e la stessa passione.
Francesca Pradelli
(foto di Liguria Nautica)
Argomenti: Daily Nautica, Genova, Giovanni Soldini, mare, vela
