01 settembre 2014

Alla ricerca della riforma dei porti perduta

01 settembre 2014

Niente riforma dei porti nel decreto "Sblocca Italia". Tutto resta come prima. E' caos totale.

Niente riforma dei porti nel decreto "Sblocca Italia". Tutto resta come prima. E' caos totale.

1 minuto di lettura

L’avevamo sognata. Ci credevamo, anche se in cuor nostro sapevamo che sarebbe finita in questo modo. E si perchè la tanto strombazzata riforma dei porti inserita dal governo nel decreto “Sblocca Italia” è già finita in soffitta. Non se ne fa nulla e il motivo principale sembra proprio la volontà del premier Matteo Renzi di cancellare definitivamente la struttura portante delle Autorità Portuali. Diciamolo. Il sogno nel cassetto dell’ex sindaco di Firenze è la privatizzazione totale del sistema portuale italiano in nome della “rottamazione” e della competitività dei mercati.

 

Dall’altro il tandem Lupi-Serracchiani portavoce di un tentativo di “riformicchia” imperniato sull’accorpamento delle attuali 24 Authority in 15 enti (Genova-Savona, Palermo-Trapani, Napoli- Salerno e così via…) nel sacro vincolo della spending review non se la passa mica bene in mezzo ala sollevazione dei territori, all’annuncio di alcune amministrazioni portuali di ostruzionismo e sabotaggi. E come per magia se ne parlerà un altro giorno. In mezzo però c’è uno dei settori strategici più importanti del nostro paese allo sbando totale. Rotterdam e Anversa se la ridono. Anche questa è l’Europa.

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2 commenti

  1. Carlo Pesta says:

    Incapaci e miopi!!!
    Non ho altre definizioni….il mondo della nautica in Italia non e’ mai stato valutato per quello che realmente e’.
    Un settore lavorativo di questo genere,in un paese di mare,dovrebbe essere considerato e preservato ai primi posti delle potenzialità economiche,di sviluppo,di turismo e lavoro,nonche’ di occupazione.
    Dobbiamo ancora spiegare che la pioggia bagna…il sole scalda…e che la nautica ,perlopiu’ ,non e’ costituita solo da Megayaght…..
    E poi,appunto i Megayaght,continuano molti a scandalizzarsi del fatto che queste meravigliose imbarcazioni siano intestate a societa’ e non a persone fisiche, come se ciò fosse possibile,non lo e’!!!
    Gestire barche costosissime e di grande metratura,e’ come gestire una azienda,personale,manutenzioni,approvvigionamenti,investimento per l’acquisto ecc ecc….
    E poi,possiamo immaginare che impatto economico ha l’ingresso in uno dei nostri porti un Megayaght?
    Carburante,approvvigionamento cambusa ,attracco ecc.ecc.
    Non posseggo un Megayaght ma un 12 metri del 1992 in ottimo stato,spendo molto meno di chi possiede un appartamentino in una località di mare,spendo all’anno(fra tutto)circa 12.000€,che vanno nelle casse del comune,proprietario del porto,in carburante e manutenzioni,dunque contribuisco ad alimentare e sostenere l’economia…
    Vabbe’,potrei andare avanti All ‘infinito,pero’ mi fermo qui.
    Il vero malessere a danno dell’Italia e’ il settore politico!!!

  2. max says:

    Buongiorno
    Nell agire in maniera corretta e sociale questo comportamento ulteriore del governo da l’idea ormai chiara del incapacita a governare e prendere decisioni importantiper il potenziale rialzo del paese non ho altre parole da aggiungere solo tanto sconforto e tristezza