Il reportage dalla foce del Magra – Quarta puntata
Marina 3B, un altro esempio di come le istituzioni siano sparite dopo il disastro. Un territorio in ginocchio. Le foto
Marina 3B, un altro esempio di come le istituzioni siano sparite dopo il disastro. Un territorio in ginocchio. Le foto
Prosegue il nostro viaggio a più di tre mesi di distanza dall’alluvione che ha colpito il levante ligure: ci siamo focalizzati sull’area adiacente il letto e la foce del Magra, la cui economia, irrimediabilmente danneggiata dalla calamità, si fonda – o meglio, si fondava – sul turismo nautico. Abbiamo ascoltato storie molto diverse tra loro: chi ha perso la barca, chi è stato vittima di sciacallaggio, chi dopo l’alluvione – si passi il gioco di parole – è davvero con l’acqua alla gola perché si è visto strappare dalla furia del fiume la propria attività.
Ne è passato di tempo, però, e le istituzioni latitano. Il Ponte della Colombiera, importante nodo di collegamento, non è ancora stato ripristinato, di dragare il fiume non se ne parla, i canali di scolo sono pura utopia. E intanto la gente, nonostante si sia rimboccata le maniche, non riesce più a tirare avanti. Tutte le testimonianze che abbiamo raccolto tradiscono un senso di sfiducia nei confronti dello Stato e di sconforto. Un vero e proprio scandalo. Ed è uno scandalo anche il fatto che adesso, finito il circo mediatico, la tragedia del 25 ottobre, finita su tutti i giornali e le televisioni cada nell’oblio più totale.
Questo il racconto di Enrico Bertorello, titolare di Marina 3B, a Sarzana: «Le istituzioni non hanno mosso un dito. Regione, Provincia, Autorità di bacino. Niente. Il fondo del fiume, a causa dell’alluvione, si è alzato di un metro. Alla prossima piena, saremo tutti finiti». Poi la memoria torna a quanto è accaduto tra il 25 e il 26 ottobre: «All’altezza di Marina 3B il fiume è salito di quasi sei metri. Il mio ufficio, che si trova al piano più alto della struttura, è stato allagato da 2 metri d’acqua. Nella mia darsena i marinai sono intervenuti prontamente, allentando gli ormeggi e salvando le barche, sui pontili esterni ho perso tre imbarcazioni».
Oltre al danno, la beffa: «La struttura è stata dichiarata inagibile per 12 giorni: nel frattempo erano stati organizzati i servizi e i campi di raccolta detriti. Quando finalmente abbiamo potuto riaprire l’attività, i campi erano stati chiusi: la rimozione dei detriti ce la siamo dovuta pagare da soli». Accanto alla Marina, il campeggio, un binomio tipico delle attività site presso la foce del Magra. A Bertorello in quel frangente è andata molto peggio: «Ho registrato già 100 disdette, a fronte dei 320 posti occupati. Un disastro». Il fiume fa paura, la gente si sposta altrove e ci vuole poco a trasformare in area depressa una zona che trova nel turismo nautico il 70% delle entrate complessive.
Eugenio Ruocco
Le foto di Marina 3B prima e dopo l’alluvione (riproducibili previa citazione della fonte con link attivo)
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Ai link sottostanti trovate le puntate precedenti
IL REPORTAGE DALLA FOCE DEL MAGRA, TERZA PUNTATA
IL REPORTAGE DALLA FOCE DEL MAGRA, SECONDA PUNTATA
IL REPORTAGE DALLA FOCE DEL MAGRA, PRIMA PUNTATA
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