Arriva il decreto "ambiente protetto". Ma per chi?
Entrato in vigore il 25 Giugno il decreto che autorizza i grandi colossi industriali a scaricare i loro rifiuti in mare ampliando i limiti fissati nel 2006. Scempio ambientale o semplice aderenza alle direttive europee?
Entrato in vigore il 25 Giugno il decreto che autorizza i grandi colossi industriali a scaricare i loro rifiuti in mare ampliando i limiti fissati nel 2006. Scempio ambientale o semplice aderenza alle direttive europee?

Per il presidente dei Verdi Angelo Bonelli si tratterebbe di uno scempio, un regalo del governo ai grandi colossi responsabili dell’inquinamento dei mari e della terra come l’Ilva oltre un incredibile rovesciamento del principio secondo cui chi inquina paga: “A beneficiare delle maglie più larghe”, infatti, ribadisce Bonelli, “potrebbero essere decine di siti distribuiti in tutta Italia, dal petrolchimico di Porto Marghera, alla centrale di Porto Torres, passando per l’Ilva e il polo petrolchimico di Gela…Una vera e propria barbarie. In concreto accadrà che più sarà alta la produzione e meno restrittivi saranno i limiti di emissione degli inquinanti a mare. Il mare rischia di diventare uno scarico di inquinanti per mettere le grandi industrie nelle condizioni di risparmiare soldi e non fare gli interventi necessari per essere a norma”.
Il ministro Galletti invece difende il provvedimento con queste parole : “La legge che c’era prima aveva dei limiti che non tenevano conto di dove le aziende scaricavano, perché come assorbimento c’è differenza se si scarica in fiume o se si scarica in mare. Noi, sempre in aderenza alle normative europee, anzi in maniera ancora più restrittiva, abbiamo introdotto questo concetto: l’impatto sull’ambiente si valuta volta per volta, in sede di Autorizzazione ambientale, a seconda del caso. In questo modo stiamo interpretando le norme europee correttamente. Le Autorizzazioni integrate ambientali rilasciate per l’esercizio di dette installazioni – continua il ministro – possono prevedere valori limite di emissione anche più elevati e proporzionati ai livelli di produzione, comunque in conformità ai medesimi documenti europei”. Sarà. Ma quello che sembra è proprio l’immagine di un’altra occasione persa.
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