Aspettando la Giraglia: la nostra intervista a Davide Besana
Abbiamo parlato con Davide Besana, pubblicitario, vignettista noto al popolo velico e armatore di Midva: ecco come ottimizzare una vecchia barca e farla tornare vincente!
Abbiamo parlato con Davide Besana, pubblicitario, vignettista noto al popolo velico e armatore di Midva: ecco come ottimizzare una vecchia barca e farla tornare vincente!

Abbiamo discusso con Davide Besana degli interventi necessari a portare nuova linfa a una vecchia barca da regata: vele, materiali, stazza, pesi e sicurezza sono particolari importanti, ma non dimenticate mai un buon lavoro di carena.
Cominciamo dalle vele: quanto sono importanti e su quali materiali conviene puntare?
«Sono importanti come le gomme in una macchina da corsa. Se possibile bisogna puntare sui migliori materiali che ci sono in commercio: laminate e in carbonio, o il kevlar che è leggermente meno costoso. La chiave del successo è attrezzare la barca come se fosse un modello nuovo e quindi metterle a disposizione, se il budget lo consente, le vele migliori. L’investimento è sensato perché i regolamenti in vigore pagano molto le barche più vecchie e meno veloci. Nell’ottica di affrontare una regata lungaha un certo peso anche la scelta degli spinnaker: indispensabili a bordo almeno un VMG e un runner, il primo adatto ad angoli stretti mentre il secondo per la poppa con aria fresca. L’ideale sarebbe avere a bordo anche uno spi più magro da issare quando il vento e poco e si preferisce stare più alti piuttosto che “scendere”».
Quali sono i lavori di ottimizzazione che si possono fare?
«Prima di tutto bisogna immaginare la barca come il primo giorno che è andata in acqua e iniziare a sbarcare tutto ciò che è superfluo, dopo avere studiato i bordi liberi per capire di quanto lo scafo può salire sull’acqua. Al momento della stazza attenzione a tenere a bordo tutto ciò che sarà anche in regata incluse per esempio ancora e cima adeguata. Su Midva poi abbiamo lavorato molto sull’attrezzatura: drizze nuove, in sostituzione delle vecchie con anima in acciaio e bozzelli nuovi. Abbiamo sbarcato quattro degli otto winch di bordo, superflui e pesanti».
Siete intervenuti anche sulla sicurezza della barca?
«Esclusa la manutenzione ordinaria del caso, su Midva albero e sartie sono quelle originali. Abbiamo però fatto dei controlli appositi per evidenziare eventuali zone di ossidazione dei cavi o altri punti deboli. L’albero, dopo avere eliminato per ragioni di stazza le volanti, pompa parecchio, ma la randa in carbonio, grazie alla sua rigidità, quando viene cazzata lo aiuta a rimanere stabile e ne limita il pompaggio».
Per concludere, un ultimo consiglio ai nostri lettori: il particolare da curare maggiormente?
«Curate la carena della barca allo stesso modo delle vele non dimenticandovi mai di arrivare in regata avendola tirata a lucido. Una carena non perfettamente pulita può annullare i lavori di ottimizzazione».
Nel salutare i nostri lettori Davide Besana ha voluto rassicurare la concorrenza che, almeno per quest’anno, Midva non sarà alla Giraglia. Le barche più giovani possono tornare momentaneamente a dormire sogni tranquilli.
Mauro Giuffrè
Per la foto di Midva si ringrazia Davide Besana
Argomenti: Daily Nautica, vela
