Aziende: la lettera di un imprenditore della nautica a Matteo Renzi
Ci auguriamo che Matteo Renzi trovi il tempo per dare una risposta: proveremo a rintracciare il nostro lettore tra qualche giorno per saperne di più
Ci auguriamo che Matteo Renzi trovi il tempo per dare una risposta: proveremo a rintracciare il nostro lettore tra qualche giorno per saperne di più
Riceviamo e pubblichiamo una lettera scritta da un imprenditore del settore nautica, Giovanni Ottonelli, indirizzata al Presidente del Consiglio e alle principali testate di settore e non. La lettera racconta di un’idea, di un sogno, di un’azienda (http://www.al-varo.it/) e parla della speranza che quest’idea sia valorizzata e messa in rete con altre idee produttive e con altre aziende che vogliono battere la strada dell’innovazione per uscire dalla crisi.
Ci auguriamo che Matteo Renzi, che tempo fa provammo a interrogare con alcune domande sulla crisi della nautica senza alcun riscontro, trovi il tempo per dare una risposta: proveremo a rintracciare il nostro lettore tra qualche giorno per saperne di più.
Caro Presidente,
sono un Vigile del Fuoco, un semplice cittadino come tanti, ma qualche anno fa ho avuto un’idea innovativa sulla quale ho lavorato dedicandomi con tutta la forza che può dare il coraggio, o, se preferisce, l’incoscienza.
Oggi questa idea si può toccare con mano: ho ottenuto un brevetto e, quello che più mi ha gratificato, ho avuto anche il riconoscimento di Invitalia, l’Agenzia del Ministero dell’Economia che, a valere su fondi messi a disposizione dal MISE, mi ha riconosciuto il contributo che avevo richiesto per il suo sviluppo e la prototipazione.
E così è nato Al-Varo ( www.al-varo.it ), un nuovo dispositivo per il varo e l’alaggio di imbarcazioni di piccola e media stazza; ma non è di questo che volevo parlarle, so bene quanto è impegnato e quanto noi tutti confidiamo nel suo impegno.
Quello che invece desideravo sottoporre alla sua attenzione deriva dall’impatto con la realtà che ho avuto dopo aver visto realizzato il mio sogno e che mi ha fatto chiedere: “E ora, che si fa?”
Ecco quindi nascere l’idea che ho avuto, la chiami pure un sogno se vuole, ma chi meglio di Lei può comprendere un sognatore?
Un sognatore è anche chi sa andare contro corrente, e, in un momento in cui si sta decidendo – a ragion veduta! – di sopprimere tantissimi enti inutili e costosi, immagina la creazione di una nuova agenzia nazionale: un’agenzia che abbia come missione istituzionale quella di creare un canale di comunicazione tra chi ha realizzato un progetto innovativo e il mondo dell’impresa che, come Lei ben sa, ha fame di innovazione come possibile percorso per uscire dalla crisi.
Un’agenzia agile, snella, composta da pochi ma qualificati tecnici che, attraverso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del MISE e Invitalia del MEF, raccolga le idee che sono state vagliate, vidimate e certificate e le esponga in una sorta di bacheca virtuale a livello nazionale alla quale abbiano accesso le Associazioni di imprenditori a tutti i livelli, nazionali e locali.
Come la vede, Presidente? Pensi che io immagino già il suo nome: Idea Italia; lo so e gliel’ho già detto, sono un sognatore ma spero tanto che Lei mi faccia contattare da qualche componente del suo staff che mi dica: “Matteo Renzi ha detto, Yes, we Can!”
La ringrazio per il Suo tempo e, comunque vadano le cose, le porgo tutti i miei auguri e il mio sostegno per il lavoro immane che sta affrontando per regalarci il sogno di un’Italia che ripartirà!
Giovanni Ottonello
Argomenti: Daily Nautica, economia-&-finanza
Buongiorno a tutti, sono l’autore della lettera a Renzi.
Vorrei precisare che la mia è una proposta al governo di completare un percorso tronco, iniziato anni or sono, sollecitato dalla Comunità Economica Europea.
Con questa lettera si voleva solo proporre un percorso di completamento degli incentivi alle nuove aziende innovative, così articolato:
– lo stato, ossia Invitalia, finanzio i progetti ritenuti più validi e ,dopo che sono stati erogati i fondi, lascio lo startupper in bando degli eventi?
No! Allora propongo un contatto imparziale (se non è lo Stato chi può esserlo) in grado di proporre a quei pochi imprenditori onesti rimasti un affare che porterà democratizzazione e lavoro nella nostra nazione.
Solo questo volevo dire!
D’altronde se sono stato in grado di fare quello che avete visto, è perché sono nato e cresciuto in un sistema che ha generato in me, e chissà a quanti altri, la genialità e lo spirito critico tipico di chi ha il coraggio di innovare e andare contro un sistema imprenditoriale e dirigenziale abituato a far andare avanti solo chi è figlio del potente di turno. L’Italia è e sarà sempre così, abituiamoci, e meno male! Negli altri paesi del mondo, la gente come me che viene da famiglie umili, non si pone nemmeno il problema di provare ad emergere, sta al posto assegnatogli dalla dirigenza e bacia il bastone, ringraziando.
Per questo ritengo che bisogna almeno provarci, in modo che un giorno potremo dire ai nostri figli:
– Io ho fatto tutto quello che le mie capacità umane mi hanno permesso di fare, di più non sono stato in grado.
Se tutti la ragionassimo così che prima si fa, a prescindere se si ha oppure no l’appoggio politico o imprenditoriale, e poi si propone il modo di migliorare la situazione, probabilmente questi politici che ci comandano, forse, si sentirebbero meno in diritto di fare le porcate che ci hanno portato alla situazione di stallo di questi giorni.
Io voglio a tutti i costi credere che chi ha un sogno nel cassetto, come voi che avete scritto, possa realizzarlo nel suo paese, a discapito di quello o quell’altro politico, o di quello o quell’altro imprenditore. Se poi, dopo aver provato tutte le strade possibili, non si riesce ad arrivare a niente, allora, e solo allora, si porterà tutto all’estero.
Un saluto innovativo a tutti.
Giovanni Ottonello
Pensavo di essere stato pessimista o disfattista nel mio precedente commento, poi ho letto quello del sig. Ceresa, che condivido, e mi sono confortato: non sono l’unico a non aver più speranze sul futuro produttivo del mio paese. 15 anni fa realizzai un prototipo di motorsailer da 10m, che naviga ancora, interamente in acciaio inox, con albero abbattibile, deriva e zavorra variabili e doppio fuoribordo abitabilissimo, spartano ed economico, capace di risolvere molti dei problemi del diporto. Fortunatamente mi bocciai da solo, pur avendone i mezzi, non pensai minimamente di intraprenderne la produzione o commercializzazione in Italia dove piovevano contributi e facilitazioni per le locazioni di barche francesi comprate con facilitazioni esagerate.
Io prima di farne una nuova ne abolirei almeno 10 di agenzie e uffici vari…
Il problema, a mio avviso, sta nel fatto che, benchè l’idea sia valida ed il prototipo ben fatto, la macchina è economicamente improduttiva per ovvi motivi logistici. E’ anche vero che questo è il requisito di tutto ciò che oggi viene promosso e, a volte, ha anche un breve ed immeritato successo. Buona fortuna, consiglio di insistere.
De resto se oggi un inventore trova il sistema di accumulare energia economicamente ed ecologicamente, unica cosa di cui l’umanità avrebbe bisogno, viene fermato; divertiamoci a costruire arguti giochi inutili in attesa che cambi qualcosa, anche dopo 1000 giorni.
E’ proprio il sogno di un sognatore disinformato. le Imprese si sono fermate e gli imprenditori pure.
I capitali tendono a volatizzarsi verso mete più serie e sicure.
Quello che siamo capaci di fare, lo fanno meglio gli altri Paesi dove la serietà Politica é una regola costante. Questo Paese é diventato il covo preferito e impunito dei furti, scandali e corruzione senza via di salvezza. S’é ha un bel sogno nel cassetto, non é il Paese giusto per realizzarlo.
Oggi l’Italia sta pagando gli errori impuniti di cinquant’anni fa al tempo della Democrazia Cristiana e fra altri cinquant’anni pagheremo gli errori di quella forma di Democrazia attuale. Sta di fatto che non si parla più di Democrazia ma di Riforme, imposizioni, multe, Equitalia, che ci porteranno via anche il piatto della cena dei ceti medi, mentre rimarranno intoccabili gli stipendi e le Pensioni d’oro.
E’ bello sognare, ma i sogni si infrangono all’alba, mentre spesso si rimane a bocca asciutta dalla realtà. Il Paese é visibilmente morto e non sarà il nostro Monti, Letta, o Renzi a salvarlo.
Anthony Ceresa.