Contrabbando yacht di lusso a Genova, frode da 4 milioni
Smascherata dalla guardia di finanza una frode fiscale che aveva come orbita nautica e yachts
Smascherata dalla guardia di finanza una frode fiscale che aveva come orbita nautica e yachts
Nei giorni scorsi è stata smascherata dalla guardia di finanza una frode fiscale che aveva come orbita nautica e yachts. L’azienda denunciata importava a Genova yacht costruiti all’estero, rivendendoli in Europa. La società è stata accusata dalla Guardia di Finanza di aver frodato le casse dello stato per un valore di circa 4 milioni di euro. Interessati circa 30 yacht, il cui valore commerciale varia tra i 500mila euro e 1,2 milioni.
Il porto di Genova sarebbe servito per sfruttare i benefici del deposito fiscale, qui la legge italiana consente agli importatori di sospendere il versamento dell’Iva alle casse dello Stato per l’intero periodo di stoccaggio del bene all’interno del predetto deposito. L’imposta viene fatta scontare in un secondo momento e, precisamente, quando il bene, uscito fisicamente dal deposito fiscale, viene definitivamente immesso in consumo. Per poter sfruttare questo vantaggio fiscale, la legge doganale comunitaria impone che il bene entri fisicamente all’interno dell’area adibita a deposito. Nello specifico caso degli yacht per poter sfruttare questi vantaggi è fondamentale, che lo yacht permanga nell’area individuata. Gli yacht in questione, scaricati dalle navi container, non venivano realmente stoccate presso i depositi fiscali, come invece risultava dalle carte, ma transitavano all’interno del deposito e venivano direttamente fatte uscire dal porto.
Secondo quanto ricostruito dalla Guardia di Finanza, l’azienda accusata di frode, oltre a sfruttare i benefici concessi dalla normativa doganale, vendeva le imbarcazioni in contrabbando, visto che non veniva corrisposto all’erario neanche il dazio doganale.
Argomenti: Daily Nautica, economia-&-finanza, Genova