02 gennaio 2016

Eppur si muove: chiuso il 2015, che anno sarà per la nautica italiana?

02 gennaio 2016

Si chiude un anno controverso ma con timidi segnali di ripresa, ne inizia un altro con grande fiducia per la nostra nautica, un anno cruciale per il futuro

Eppur si muove: chiuso il 2015, che anno sarà per la nautica italiana?

Si chiude un anno controverso ma con timidi segnali di ripresa, ne inizia un altro con grande fiducia per la nostra nautica, un anno cruciale per il futuro

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Eppur si muove, verrebbe da dire. Possiamo riassumere così il 2015 della nautica italiana, qualcosa si è mosso: attenzione, bisognava stare molto attenti per percepire questo movimento, ma il mercato italiano, dopo anni di crisi nera, ha mostrato timidi segnali di risveglio.

La cantieristica italiana rimane a livello internazionale molto competitiva, i nostri cantieri hanno continuato durante il 2015 appena trascorso a raccogliere ottimi risultati fuori dall’Italia, mentre quello che ancora stenta parecchio a ripartire è il mercato interno.

Qualcosa sta cambiando, o potrebbe cambiare però: dall’ultimo Salone di Genova ne è venuto fuori un pubblico un po diverso , un pubblico meno curioso e più interessato, il 2016 che è appena iniziato sarà un anno molto importante per capire che strada potrà percorrere il nostro comparto.

Il 2016 sarà il primo anno dove UCINA Confindustria Nautica e Nautica Italiana, i due soggetti più importanti nel panorama delle associazioni di categoria, si troveranno a lavorare sullo stesso campo. Quello che come operatori del settore ci auguriamo di vedere, è una sana collaborazione, un sano confronto, non una progettualità che si basa sull’antagonismo e su visioni particolaristiche in contrapposizione.

Il 2016 sarà anche il primo anno dall’era Monti senza tassa di possesso sulla nautica. Come abbiamo più volte scritto, la misura decisa dal governo in seguito al pressing costante di UCINA, è da accogliere con favore, ma arriva troppo tardi, quando la tassa (a seguito delle varie modifiche) è diventata pressochè ininfluente e il danno fatto, in termini di fuga delle barche dai porti italiani, è ormai accertato.

L’augurio è che la politica faccia il suo ruolo, e torni a considerare la nautica come una delle voci più importanti dell’industria italiana, come una risorsa su cui investire, non come un settore dal quale fare prelievi forzati per le casse dello stato.

Il 2016 sarà lanno dei Saloni? Così pare: il Salone di Genova, il Salone di Venezia, un evento dedicato all’usato a Genova e un altro organizzato da Nautica Italiana sempre sul capoluogo ligure ma dedicato ai grandi yacht. Sono le scelte giuste per stimolare il nostro mercato? Non possiamo saperlo, ma siamo molto curiosi di potere dare una risposta a questo quesito e ci auguriamo che questa sia pienamente positiva.

Il 2016 che sta arrivando in definitiva, anche se l’affermazione potrà sembrare retorica, è un anno cruciale: l’ottimismo delle istituzioni deve trovare adsso una precisa risposta dal mercato, i segnali positivi ci sono, eppur si muove…

 

 

 

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