14 febbraio 2014

Flavio Briatore sarà processato a Genova dal 10 aprile

14 febbraio 2014

E' stata fissata la data per la prima udienza sul caso Force Blue, che vedrà imputato Flavio Briatore e gli amministratori di Autumn Sailing LImited con l'accusa di evasione fiscale

E' stata fissata la data per la prima udienza sul caso Force Blue, che vedrà imputato Flavio Briatore e gli amministratori di Autumn Sailing LImited con l'accusa di evasione fiscale

2 minuti di lettura

Flavio Briatore verrà processato a Genova dal 10 aprile per il caso Force Blue: lo ha deciso il GIP Nadia Magrini in merito ai reati fiscali che, secondo l’accusa, Briatore avrebbe commesso nella gestione commerciale del suo megayacht.

 

La barca, 62 metri, era stata sequestrata nel maggio 2010 al largo della Spezia dalla Guardia di Finanza. Secondo l’accusa l’imprenditore avrebbe simulato un’attività commerciale di noleggio dell’imbarcazione per godere di tariffe agevolate: sull’importazione di 3,6 milioni di euro di carburante Briatore non avrebbe infatti pagato l’IVA.

 

Formalmente il Force Blue sarebbe di proprietà dell’Autumn Sailing Limited, società con sede nelle Isole Vergini Britanniche, che ne gestiva l’attività di charter in acque italiane. Di fatto Briatore sarebbe proprietario e amministratore sia del megayacht sia della società, anche se sulla carta Autumn Sailing Limited sarebbe amministrata da terzi, che sono finiti anch’essi sotto processo. Si tratta di Maria Pia De Fusco, amministratore unico dal 28 aprile 2006 all’11 febbraio 2008, Dominique Warluzel, amministratore e legale rappresentante della stessa società dal febbraio 2008 e Laurence Eckle Teyssedou amministratrice di fatto della Autumn sailing limited.

 

Se le accuse a carico dell’imprenditore saranno confermate dal procedimento giudiziario sarebbe un altro duro colpo all’immagine della nautica italiana. Un settore che conta su forze oneste troppo spesso mortificate dall’operato dei grandi evasori.

 

La nostra intervista a Flavio Briatore in occasione del Salone Nautico 2012:

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8 commenti

  1. Tony says:

    Permettetemi di dissentire: con l’idea che anche i clienti devono essere integerrimi per non danneggiare l’immagine della propria nazione o del settore allora per assurdo anche la fabbrica di armi Beretta che vende a potenziali assassini o rapinatori o terroristi sarebbe colpevole e dare un’immagine sbagliata?
    Ma scherziamo?: l’impresa produce, vende fattura e paga le tasse ( forse evade anche…)
    Il cliente acquista, paga (alle volte neanche..) e se evade, o passa a 40 nodi a 100 metri dalla costa…
    un personaggio noto direbbe “ma che ci azzecca?'” .
    Ognuno è responsabile delle proprie azioni e che sia adeguatamente premiato o punito

  2. Gianni says:

    Una imbarcazione come Force Blue, come tutte le imbarcazioni commerciali, viene immatricolata,naviga e si riforsce, sotto il controllo delle autorità competenti secondo le leggi internazionali. Non si capisce perché non gli si sia impedito l’accesso alle acque territoriali e sia stata rifornta con centinaia di migliaia di litri di gasolio esente (alla presenza della GdF) prima di decidere che si tratta di contrabbando. Nel caso dovrebbero essere accusate di complicita le autorità preposte ai controlli ed alle pratiche di navigazione, in pratica le Capitanerie e le Dogane di mezza Europa che avrebbero permesso al sig. Briatore di ostentare indisturbato il suo lussuoso yacth. Ho visto spesso Il Force Blue ormeggiato a Livorno davanti alla caserma della GdF senza che nessuno avesse da ridire, soprattutto gli ormeggiatori Livornesi che certamente non votano Berlusconi.

  3. Tony says:

    A mio avviso il vostro messaggio è fuorviante e segue l’andazzo governativo
    Cosa c’entra l’immagine della nautica italiana ( fatta eventualmente dai Cantieri, marchi prestigiosi, porti) con i loro clienti , forse anche costituiti ma non solo, da evasori o mafiosi o truffatori
    Produttori un cosa, loro clienti altra…
    O no?

  4. giorgio says:

    Parole sacrosante, ma oltre che parlare bene bisognerebbe razzolare meglio.
    Peccato che siamo sempre noi dei barchini a pagare sino all’ultimo centesimo e a beccarci le onde di questi megayacht che quando ti incrociano piuttosto che deviare rotta ti affondano.

  5. alberto says:

    Flavio se non ti puoi permettere l’iva sul carburante, fatti una più ecologica e più elegante barca a vela !

  6. massimo says:

    Caro Flavio,
    tutti giusti i tuoi discorsi sulla nautica italiana ma crollano nel momento in cui studi a tavolino il modo per non pagare l’iva sul carburante come fanno miglioni di italiani.
    Forse le notizie sui sequestro della tua barca fanno ancora più danni all’immagine della nautica italiana.