Francia: in arrivo l’eco-tassa sulla nautica. E il FIN protesta.
E' guerra aperta tra il Ministro dell'Ambiente francese, Ségolène Royal, e il FIN per la proposta di introdurre un' eco-tassa che aumenterebbe del 10% il prezzo d'acquisto di imbarcazioni e gommoni.
E' guerra aperta tra il Ministro dell'Ambiente francese, Ségolène Royal, e il FIN per la proposta di introdurre un' eco-tassa che aumenterebbe del 10% il prezzo d'acquisto di imbarcazioni e gommoni.
Da sempre uno dei piu’ grossi problemi del settore nautico e’ stato quello sul reciclaggio delle imbarcazioni che sono giunte al termine della loro “vita”. Nonostante ci siano stati gia’ parecchi dibattiti al riguardo, ancora non esiste una legislazione nazionale o internazionale a regolarizzare la questione. In Francia pero’ si sta provando a venirne a capo, e il Ministro dell’Ambiente Ségolène Royal propone l’introduzione, entro gennaio 2017, di un’eco-tassa finalizzata a finanziare lo smaltimento e il riciclaggio delle imbarcazioni non piu’ utilizzabili. Applicata sul prezzo d’acquisto di una nuova barca o di un gommone, la nuova imposta potrebbe raggiungere addirittura il 10% dell’importo.
A manifestare subito il proprio disaccordo e’ stato il FIN, ovvero la Federazione Francese delle Industrie Nautiche (equivalente della nostra UCINA) . Attraverso un comunicato stampa, il FIN ha fatto sapere che questa eco-tassa porterebbe a un calo delle vendite e metterebbe a repentaglio migliaia di posti di lavori.
Se la proposta del ministro socialista francese dovesse essere accettata, la Francia sarebbe il primo paese europeo a dotarsi di una legislazione in questo campo e, secondo gli esperti, non passerebbe molto tempo (2-3 anni al massimo) prima che gli altri paesi dell’Unione ne seguano l’esempio. La cosa preoccupa molto l’ICOMIA, la Federazione Internazionale delle Industrie Nautiche che, proprio come il FIN, ritiene la tassa un disincentivo per i consumatori ad investire nel settore nautico.
La proposta di Ségolène Royal ha fatto molto discutere sia in Francia che in Europa. Lo scorso novembre, per esempio, se ne e’ parlato in una conferenza dal titolo “The Future of Yacht Recycling”, organizzata in occasione dell’ultima edizione del “Mets” di Amsterdam (evento dedicato agli operatori del settore ed incentrato su accessori, impianti, materiali e tutto quanto sta all’interno e a bordo di un’imbarcazione), alla quale sono intervenuti anche la Presidente di UCINA, Carla DeMaria, e il delegato ambientale dell’Associazione “Antimo” Di Martino.
Chiara Biffoni
Foto di OrmeggiOnline
Argomenti: ambiente-&-sostenibilità
Non è esatto dire che in nessun paese esiste questo tipo di tassa, per esempio c’è qualcosa di simile nella penisola Scandinava. Comunque sia, occuparsi dello smaltimento delle barche fuori uso è giusto, anzi un dovere. Il fine vita è contemplato per tutti i prodotti e ha un costo che, se ben gestito diminuisce e può persino azzerarsi, se non addirittura generare ritorni economici.