Giro del mondo in solitario senza tecnologia: torna il mito del Golden Globe
L'idea è quella di ripetere, a distanza di 50 anni, la rotta che tra il giugno del 1968 e l’aprile del 1969, tracciò Robert Knox-Johnston vincitore della prima regata in solitario attorno
L'idea è quella di ripetere, a distanza di 50 anni, la rotta che tra il giugno del 1968 e l’aprile del 1969, tracciò Robert Knox-Johnston vincitore della prima regata in solitario attorno
Erano in nove nel 1968 a gareggiare, il premio valeva 5.000 sterline, più o meno 70.000 euro di oggi. Ora si parla di quasi 104.000 euro: la sfida è stata lanciata, ma non si sa chi vorrà tentare la sorte. Di cosa stiamo parlando? Semplice, ripetere, a distanza di 50 anni, la rotta che tra il giugno del 1968 e l’aprile del 1969, tracciò Robert Knox-Johnston vincitore della prima regata in solitario attorno al mondo senza scalo: la Sunday Times Golden Globe Yacht Race, più semplicemente la Golden Globe. L’idea di fare rivivere quella mitica regata è di un’agenzia inglese, la McIntyre Adventure.
Cinquant’anni fa, al via si presentarono in nove compreso un italiano, Alex Carozzo. Unica regola la partenza, da qualsiasi porto d’Inghilterra, entro e non oltre il 31 ottobre 1968, Carozzo, con il suo due alberi Gancia Americano lungo 20 metri, partì lo stesso giorno dell’inglese Crowhurst, purtroppo per un attacco di ulcera dovette abbandonare la corsa appena entrato nell’Atlantico. Della flotta presto rimasero in cinque con uno, Crowhurst, che con false comunicazioni radio e dando false posizioni fece a lungo intendere di essere primo.
Allora di rilevamenti satellitari non se ne parlava e per l’inglese fu facile credere di dominare la corsa mentre invece gironzolava tranquillo dalle parti del Brasile, resosi della situazione si suicidò, storia che ispirò anche un film: Deep Water.
Tra suicidi, alberi rotti, rovesciamenti e ritiri rimase solo Knox-Johnston che vinse donando le 5.000 sterline del premio alla famiglia Crowhurst: la prima edizione del Golden Globe non è stata solo una regata, ma una saga.
La corsa lanciò anche il mito di Bernard Moitissier: ormai sicuro della vittoria decise di abbandonare la gara per navigare liberamente. Scrisse anche un libro, “La Lunga rotta”, che divenne un must per i velisti di tutto il modo.
Ora questa pazza idea di riproporla. Partenza da Falmouth in data 14 giugno 2018: i concorrenti potranno usare barche con lunghezza compresa tra 32 e 36 piedi (9,75 – 10.97 m) progettate prima del 1988, e dovranno avere a bordo le stesse attrezzature disponibili 50 anni fa: niente computer, satellitari, strumenti elettronici, vele in carbonio e diavolerie del genere. Chi accetterà di gareggiare?
Argomenti: Daily Nautica
Concordo con Paolo, non solo per la mancanza di Twitter, ma perché temo che non ci sia più nessuno in grado di navigare solo con gli strumenti ed i mezzi dei quali si poteva disporre allora.
per tutti quelli che guardano il cielo
per tutti quelli che si lavano col sale
per tutti quelli che aspettano il mare si calmi
per tutti quelli che sanno riposarsi in bonaccia
per tutti quelli che il motore è un peso
per tutti quelli che dormono in quadrato
per tutti quelli che il windex è di lana
anche per i comandanti che si fanno chiamare marinai
e tanti altri
sarebbe bello!
Secondo me non parte nessuno. Ma mica per la mancanza di internet-meteo, no, ma perché in mezzo al mare senza twitter e social network ci si suicida per la triste solitudine