Grandi Navi Veloci, la nostra intervista esclusiva all’ad Roberto Martinoli
«Crisi? Non ne risentiamo» spiega l’ad di Grandi Navi Veloci Roberto Martinoli, alla guida di un’eccellenza “nostrana” in continua espansione, tra nuove rotte e tecnologie di ultima generazione
«Crisi? Non ne risentiamo» spiega l’ad di Grandi Navi Veloci Roberto Martinoli, alla guida di un’eccellenza “nostrana” in continua espansione, tra nuove rotte e tecnologie di ultima generazione
Grandi Navi Veloci rappresenta un’eccellenza “nostrana” nel panorama della grande crociera: sempre all’avanguardia, è stata la prima compagnia a decidere per il passaggio alla tecnologia LED e attualmente sta testando software di navigazione e sistemi di controllo di ultima generazione. Ecco la nostra intervista all’amministratore delegato Roberto Martinoli: in primis gli abbiamo chiesto di fornirci una panoramica dell’azienda e delle strategie perseguite, poi un’analisi approfondita su quanto sta accadendo nel settore delle crociere che, a quanto pare, non conosce crisi.
Ing. Martinoli, Grandi Navi Veloci ultimamente ha ampliato la propria offerta di tratte, con due nuove linee verso il Marocco. Sono i paesi dell’Africa Mediterranea, visti i flussi migratori, il futuro su cui puntare?
«Il 26 Maggio scorso abbiamo inaugurato due nuove linee tra i porti marocchini di Tangeri e Nador e il porto di Sète, nel sud della Francia; in Marocco eravamo già presenti dal 2007, con collegamenti da Genova e da Barcellona e l’autorizzazione da parte delle Autorità marocchine ha sancito nuovamente gli ottimi rapporti e lo storico legame tra la nostra Compagnia e il Regno del Marocco. In Tunisia siamo invece presenti fin dal 2003. Gli studi indicano che le percentuali di crescita nei prossimi anni di Tunisia e Marocco sono molto positive e si attestano tra il 7% e il 10%. L’Europa ha iniziato a guardare con sempre maggiore interesse questi paesi. Inoltre il Marocco ha scommesso sullo sviluppo e sulle infrastrutture di TangerMed. I paesi dell’Africa Mediterranea sono quindi interlocutori strategici sia èper ciò che riguarda lo sviluppo e l’implementazione delle Autostrade del mare, sia per ciò che concerne il flusso etnico tra la costa africana del Mediterraneo e la sponda europea».
Recentemente avete annunciato che passerete al LED, prima compagnia in Italia. Oltre all’evidente vantaggio economico, quali altri aspetti positivi ha l’operazione? Si andrà verso navi sempre più green?
«L’obiettivo è quello di coniugare un risparmio energetico ambientale con una politica di contenimento dei costi gestionali, in particolare per ciò che concerne i costi del carburante. La nave Splendid ha completato il 9 luglio la sostituzione dei tradizionali globi luminosi a incandescenza con luci led a basso consumo; si tratta del primo passo verso la sostituzione di tutti i dispositivi di illuminazione, a bordo di tutte le navi di proprietà di Grandi Navi Veloci, con luci a led, i cui consumi sono nettamente inferiori, con un impatto energetico e ambientale ridotto al minimo. La luce led garantisce infatti un risparmio di energia che va dal 50% all’80% rispetto a una normale lampada a incandescenza, riducendo in questo modo le emissioni di CO2; inoltre, i bassissimi costi di manutenzione e la durata di questo tipo di tecnologia costituiscono un risparmio in termini di costi di esercizio degli impianti di illuminazione. La tecnologia Led ha infine il pregio di non generare calore come le normali luci a incandescenza: questo consente anche una riduzione in termini di consumi di aria condizionata, andando a incidere positivamente sul consumo di carburante della nave e di riflesso sull’ambiente».
Non è l’unica novità, vero?
«Abbiamo inoltre dato il via a un progetto, cofinanziato dal Ministero dello Sviluppo economico, per lo studio dell’Optimum Trim, un sistema di monitoraggio a lungo termine sviluppato dal Cetena e interfacciato con i sistemi di navigazione della plancia di comando, con il sistema di automazione e con i sensori nave, ovvero inclinometri, immersiometri e torsiometri. La storicizzazione dei dati raccolti e l’analisi degli stessi consente di individuare l’assetto e il riempimento ottimale della nave, per sfruttarne al meglio l’idronamicità e ridurre quindi i consumi propulsivi, andando quindi ad impattare – anche in questo caso – il meno possibile con l’ambiente. Abbiamo terminato la parte di test a bordo della nave La Superba, per un totale di 666 ore di navigazione tra i porti di Genova e Palermo. Un altro software per ottimizzare l’assetto della nave durante la navigazione è il Pinfabb SyncEco, implementato da ABB e Pinfabb Srl, allo studio a bordo della nostra unità La Suprema».
Come vede, in questo momento di recessione, il mondo della crociera e dello shipping?
«L’industria della crociera sembra non risentirne particolarmente. In qualità di delegato italiano dello European Cruise Council, la principale associazione di rappresentanza del settore in Europa, posso infatti confermare che, nonostante la crisi economica globale, nel 2011 il settore delle crociere ha contribuito fortemente all’economia europea per l’importo record di 36,7 miliardi di euro, il 6% in più rispetto al 2010, con circa 315.500 persone impiegate. In questo contesto, l’Italia rappresenta non soltanto il primo paese per impatto occupazionale e per contributo diretto, ma anche una destinazione chiave per lo stesso mercato: un passeggero su tre è partito con una nave da crociera dai nostri porti (1,9 milioni di persone) e con 6,5 milioni di visite, il nostro paese si conferma la principale destinazione crocieristica d’Europa. Se il 2011 ha registrato risultati sorprendentemente positivi, il settore può inoltre guardare al 2012 con fiducia».
Crede che a Genova si possa fare meglio e incrementare il turismo? Con quali iniziative?
«Genova, ma direi la Liguria nel suo complesso, possono continuare a rappresentare un punto di riferimento nel mercato crocieristico nazionale ed internazionale. La posizione strategica che congiunge in pochi km montagna e mare, la presenza di un imponente patrimonio artistico e culturale, la possibilità di collegamenti veloci tra le principali destinazioni turistiche costituiscono dei volani turistici di grande potenzialità. In questo senso, il settore delle crociere contribuisce già in misura significativa alla dimensione economica del turismo nella nostra regione, con oltre 1.6 milioni di passeggeri transitati nel 2011 nei porti di Genova e Savona. L’auspicio è, naturalmente, che questi numeri possano incrementare ulteriormente a beneficio di tutti».
Dopo la vicenda della Costa Concordia, ci sono state ripercussioni negative nel settore delle navi passeggeri?
«Al di là di un prevedibile ancorché momentaneo calo nelle prenotazioni nel periodo immediatamente successivo al tragico incidente, tutte le indagini sulla fiducia dei consumatori che abbiamo realizzato hanno, fin da subito, messo in evidenza che per chi aveva già viaggiato in crociera la fiducia nel prodotto non è stata minimamente scalfita, mentre per chi non aveva mai viaggiato sulle nostre navi abbiamo registrato una leggerissima contrazione, molto limitata».
Quali altri progetti avete nel futuro immediato?
«Continueremo senz’altro a monitorare i mercati e cercare nuove occasioni di sviluppo per la nostra Compagnia, oltre a investire in maniera continuativa sull’ottimizzazione delle nostre unità navali per ciò che concerne il risparmio energetico e ambientale. Abbiamo raggiunto importanti traguardi anche a livello aziendale: il 17 Maggio abbiamo ricevuto il premio Quality LRQA Italia Marine Award 2012 del Lloyd’s Register, un riconoscimento considerevole nell’ambito della qualità aziendale – ovvero la procedura ISO 9001 – che Grandi Navi Veloci porta avanti fin dal 1994. A Giugno il Lloyd’s Register ha rilasciato a Grandi Navi Veloci la certificazione OHSAS 180001:07, sulla sicurezza e salute sui luoghi di lavoro di tutta la Compagnia, dagli uffici a terra fino al bordo: è la prima volta in Italia che l’ente di classifica rilascia a una compagnia di navigazione una certificazione sulle procedure e politiche di sicurezza e salute sul lavoro».
Eugenio Ruocco
Argomenti: costa concordia, crociere, Daily Nautica, Genova, shipping, traghetti
Per quanto riguarda l’introduzione delle lampade a led , i vantaggi dal punto di vista energetico non si discutono , quello che peró viene omesso , è che tale tipologia di illuminazione creerà problematiche alla retina, tant’è vero che in Francia , si consiglia di NON UTILIZZARLI negli ambienti di lavoro : di seguito troverete tradotte in italiano , le considerazioni della ANSES , finora sottostimate in Italia.
PARIGI – L’Agenzia Nazionale Francese per la Sicurezza Sanitaria, dell’Alimentazione e del Lavoro, ANSES, ha condotto uno studio sulle fonti d’illuminazione a diodi ad emissione luminosa, i LED.
Lo studio ha messo in luce alcuni rischi finora sottovalutati e che devono invece essere presi attentamente in considerazione nelle scelte dei sistemi di illuminazione nei luoghi di lavoro.
Lo studio è stato condotto da un’equipe composta da oculisti, dermatologi, light designer, e fisici delle radiazioni ottiche facenti parte della Commissione Esperti Specializzati, CES, dell’Anses.
Il gruppo ha lavorato sia su documentazione scientifica sia conducendo sperimentazioni in vitro e in visu che li hanno portati ad ottenere risultati molto preoccupanti.
Lo studio ha rilevato possibili danni dovuti all’esposizione alla radiazione blu dei LED e danni dovuti all’abbagliamento.
I LED attualmente in uso e in commercio sono LED che hanno una forte componente di luce blu. Il processo più comune per produrre un diodo che emette luce bianca prevede al giorno d’oggi l’utilizzo di una coppia di LED blu con una a fosforo giallo.
La luce bianca prodotta dai LED è molto intensa e a bassissimo consumo ma implica la possibilità di un danno visivo.
Per quanto riguarda la componente blu della luce è stato sperimentato che questa risulta tossica per le cellule della retina le quali subiscono un forte stress ossidativo quando esposte a questa luce. Il livello di rischio dipende dall’esposizione cumulata cui è sottoposta la persona nel tempo. Non esiste una soglia minima di tollerabilità e l’effetto negativo aumenta in modo tangibile nei soggetti sensibili che presentano patologie degli occhi, che sono sottoposti ad esposizioni ripetute, per professionisti che devono lavorare con illuminazione ad alta intensità, per soggetti fotosensibilii e per i bambini.
Per quanto riguarda il rischio di abbagliamento va considerato che la luce dei LED è molto concentrata e intensa: la luminanza di un LED può superare di mille volte quella di un illuminazione normale per cui i limiti di invadenza per illuminazione in interni sono fissati a 1000 candele a metro quadro. Il livello di irraggiamento dei LED può quindi superare il livello di disagio visivo e risultare invadente qualunque sia la sua posizione nel campo visivo, oltrepassando la soglia di comfort visuale.
La tecnologia d’illuminazione a LED è molto promettente e i via di sviluppo ma non se ne possono ignorare i rischi pertanto l’Anses raccomanda di escludere l’adozione di illuminazione a LED per l’illuminazione pubblica, di limitarne l’uso in ambienti di lavoro, e chiede di adeguare le norme riguardo la sicurezza fotobiologica dei LED per tener conto e tutelare le popolazioni e i lavoratori, quali gli installatori di impianti di illuminazione, particolarmente esposti a questo rischio.
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