Il Ceo del Cantiere del Pardo: “Ecco come stiamo ripartendo. Nonostante il lockdown cresceremo del 30%”
Intervista al Ceo del Cantiere del Pardo e presidente vela di Confindustria Nautica, Fabio Planamente, che racconta a LN come sta ripartendo il suo cantiere che, in realtà, non si è mai fermato
Intervista al Ceo del Cantiere del Pardo e presidente vela di Confindustria Nautica, Fabio Planamente, che racconta a LN come sta ripartendo il suo cantiere che, in realtà, non si è mai fermato
Il lockdown dovuto all’emergenza Coronavirus ha comportato soltanto un ritardo di tre settimane per un cantiere che ora sta ripartendo con ancora più entusiasmo. Anzi, che non si è mai fermato. Tra smart working e dipendenti rientrati al lavoro grazie alle ingenti misure di sicurezza presi dall’azienda, il Cantiere del Pardo di Forlì ha saputo, infatti, mantenere un filo diretto con i suoi clienti e i dealer di tutto il mondo. E adesso che la filiera nautica sta riaprendo, dà appuntamento a tutti i diportisti a novembre, per il varo del Pardo 60 Endurance.
Abbiamo intervistato il Ceo, Fabio Planamente, che ci ha raccontato come il Cantiere del Pardo non solo abbia saputo reggere a questo periodo, ma come si stia preparando a crescere del 30% rispetto al 2019. Fabio Planamente, che è anche presidente Vela di Confindustria Nautica, ha parlato poi della “Fase 2”, lanciando un messaggio di ottimismo per i diportisti, che possono trovare nella barca il mezzo più sicuro per le vacanze, ma anche per le aziende del settore.
Fabio Planamente, come ha trascorso questo periodo il Cantiere del Pardo?
Beh, il cantiere ha vissuto, diciamo, tre fasi negli ultimi mesi. Quella prima del lockdown, dove la produzione era al massimo della sua capacità e ci stavamo preparando ai prossimi saloni nautici americani. Quella del lockdown, dove in realtà abbiamo sempre continuato a ricevere le merci dai fornitori e a spedire le barche che erano pronte. E poi dal 16 aprile una fase di riapertura parziale, a seguito dell’accordo siglato con le parti sociali. Il primo obiettivo è stata la messa in sicurezza sul posto di lavoro di tutti i nostri dipendenti, priorità per noi assoluta.
Durante questo periodo abbiamo comunque mantenuto l’operatività di tutti i dipartimenti che hanno lavorato in regime di smart working. La cosa più importante per noi è sempre stata quella di rimanere in contatto con i nostri dealer nel mondo ed i nostri clienti, tenendoli sempre aggiornati su cosa il cantiere stava facendo. Devo dire, con orgoglio, che non abbiamo avuto nessuna cancellazione di ordini e anche quest’anno, avendo già venduto tutta la produzione del 2020, il cantiere registrerà un’ulteriore crescita del 30% rispetto al 2019.
Come state affrontando la ripresa delle attività, che tra l’altro per voi è stata anticipata dall’ordinanza della Regione Emilia Romagna?
Noi siamo ripartiti gradatamente già dal 16 aprile appunto, applicando un rigido protocollo che mette al primo posto la salute e la protezione dei nostri dipendenti, con l’utilizzo di tutti i dpi necessari ed aumentando il distanziamento delle persone. Abbiamo organizzato ingressi ad orari diversificati, oltre alle varie pause ed al controllo della temperatura corporea all’ingresso. Tutti i nostri dipendenti sono rientrati su base volontaria e i vari uffici hanno lavorato anche durante il lockdown in regime di smart working.
A che punto sono i vostri due nuovi progetti: il Pardo 60 Endurance e il Grand Soleil 44 Performance?
Tutti i nostri progetti stanno andando avanti. Abbiamo accusato un ritardo di circa 3 settimane rispetto a quanto previsto. Il nostro nuovo Pardo 60 Endurance entrerà in produzione a fine maggio con l’arrivo dello scafo n. 1. Il varo della barca è previsto per novembre 2020 e la presentazione ufficiale agli inizi del 2021. E’ un progetto a cui teniamo moltissimo e anche i nostri dealer e clienti lo stanno aspettando con impazienza ed interesse.
Anche il nostro nuovo Grand Soleil 44 Performance è pronto ad entrare in produzione la prossima settimana e lo scafo n. 1 toccherà l’acqua per fine luglio. Tutto il team sta lavorando all’ottimizzazione finale delle appendici, al fine di migliorare al massimo le prestazioni ed il rating della barca per gli amanti delle regate. Sono sicuro che ci darà tantissime soddisfazioni una volta messa in acqua.
Si parla di un calo di fatturato del 13% per la cantieristica nautica italiana. Cosa succederà secondo lei alla ripresa delle attività?
Ritengo che sarà fondamentale far tornare quanto prima le persone a viaggiare ed a prendere un aereo e poi chiaramente ad utilizzare la barca liberamente. Non dimentichiamoci che la barca sarà il mezzo più sicuro dove trascorrere le proprie vacanze ed il tempo libero con le proprie famiglie. Se tutto questo avverrà gradatamente nei prossimi due mesi, credo che l’impatto nel nostro settore sarà minimo o comunque contenuto.
Lei è anche presidente Vela di Confindustria Nautica, associazione che ha svolto un ottimo lavoro con Regioni e governo che ha portato alla riapertura della cantieristica nautica. Dati alla mano, siete riusciti a dimostrare che si tratta di un’attività a “basso rischio”. Quali saranno i prossimi passi verso la riapertura della filiera?
Devo dire che tutto il team di Confindustria Nautica, a cominciare dal presidente Saverio Cecchi, il direttore generale Marina Stella e Roberto Neglia che cura i rapporti istituzionali, ha fatto e sta facendo un lavoro fantastico, tenendo contatti quotidiani con gli organi istituzionali ed i propri associati su quanto sta succedendo. E’ stato presentato da qualche settimana un protocollo al governo in relazione alle riaperture dei cantieri e delle varie filiere ed anche uno studio molto accurato per quel che riguarda il basso rischio di contagio all’interno dei cantieri, grazie soprattutto agli ampi spazi disponibili nelle varie strutture.
In un rapporto sui rischi delle varie discipline sportive consegnato al governo, il Coni ha inserito la vela e altri sport acquatici (come il kitesurf e il windsurf) tra gli sport a rischio 0. Possiamo estendere questa valutazione anche al diporto e, di conseguenza, alle prossime vacanze estive?
Assolutamente sì, anche perché come dicevo prima, la barca è e sarà il mezzo più sicuro dove poter trascorrere le prossime vacanze estive.
Adesso l’attesa più grande è quella di poter riprendere il mare. Cosa manca ancora per poter arrivare a questa fase?
Credo che siamo veramente molto vicini al fatto di poter tornare a navigare liberamente. Spero vivamente che prevalga sempre di più il buon senso da parte delle istituzioni ma anche il rispetto delle regole da parte dei cittadini. Una volta che ci si potrà muovere fra una regione e l’altra, non vedo perché tutti i diportisti non possano tornare a bordo delle proprie imbarcazioni e uscire in mare. Questo sarà anche molto importante per far ripartire il nostro mercato e quindi anche i cantieri costruttori potranno avere così una visibilità migliore su quello che potrà essere il 2021.
Giuseppe Orrù
Argomenti: Cantiere del Pardo, Daily Nautica