20 novembre 2012

Il nuovo "redditometro": guarderà a quanto si spende e non a cosa si compra

20 novembre 2012

Il Direttore dell'Agenzia delle Entrate Attilio Befera ha chiarito i concetti fondamentali del nuovo "redditometro": i redditi dovranno essere proporzionati ai beni che si acquistano o si possiedono

Il Direttore dell'Agenzia delle Entrate Attilio Befera ha chiarito i concetti fondamentali del nuovo "redditometro": i redditi dovranno essere proporzionati ai beni che si acquistano o si possiedono

2 minuti di lettura

Armatore uguale evasore. Purtroppo è così che il pensiero comune spesso giudica il mondo della grande nautica. Attenzione: non stiamo dicendo che tra i grandi proprietari di barche a vela e a motore non ci siano evasori, ma sosteniamo che questo paragone sia stato forzato sin troppo diventando un luogo comune.

 

Proprio per questo motivo accogliamo con piacere le notizie riguardanti il nuovo “redditometro” che, come ha spiegato il Direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera: “Non guarderà a come il contribuente spende i soldi, ma quanti ne spende. Se sborsa 200.000 euro per comprare i pomodori, oppure una barca, una casa o una macchina, per noi è la stessa cosa”. 

 

Vi spieghiamo meglio: l’agenzia delle entrate non è interessata a ciò che si acquista ma semplicemente se, considerato il reddito, sottratte le spese correnti, il bene è sostenibile per un determinato soggetto. Un’analisi che, a nostro avviso, smonta il binomio proprietario di barca-evasore. Quindi se acquistate un motoscafo di 6 metri, per fare un esempio, dovrete essere in grado di dimostrare che il vostro reddito è proporzionato alla spesa che avete fatto. Senza inutili demonizzazioni e ulteriori battute di caccia alle streghe.

 

Un a elemenltroto a favore del redditometro sono i criteri di valutazione sui beni della nautica, che sono stati elaborati in collaborazione con UCINA, la confindustria nautica, che ha fornito tutti i parametri necessari e i dati funzionali a una corretta valutazione dei beni.

 

E se la barca invece di comprarla vi arriva in eredità o la possedete già? Basterà dimostrare che con il vostro reddito siete in grado di mantenerla con le relative spese di manutenzione. Per dare un giudizio finale sul nuovo “redditometro”, aspettiamo naturalmente che i tecnici ultimino il decreto e rendano pubblici tutti i meccanismi. Condividiamo al momento l’impianto concettuale sul quale si è basata l’elaborazione del nuovo sistema, che ci sembra funzionale per combattere l’evasione in maniera equa. E voi? Cosa ne pensate?

 

Mauro Giuffrè

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9 commenti

  1. Mauro says:

    Rinnovo il nostro grazie a tutti i lettori che stanno intervenendo per far conoscere il loro punto di vista, ci fa molto piacere. Cercheremo di rispondere ai vostri interrogativi, o almeno a qualcuno di essi, in un ulteriore news di approfondimento in programma per la prossima settimana. Anche noi ci stiamo documentando sui meccanismi, essendo l’argomento redditest-redditometro in parte nuovo.
    Ricordiamo intanto che il redditometro entrerà in vigore dal 2013, e il redditest è da considerare solo come un software di simulazione preliminare ad uso privato.
    Vi invitiamo a seguire il dibattito e a continuare a farci conoscere il vostro punto di vista.

    Mauro Giuffrè

  2. Carlo B says:

    Mi riferisco all’articolo di testa, in cui si dice che “sottratte le spese correnti” si valuterà la coerenza o meno con il bene posseduto e le spese che ne derivano. Ma quali sono le spese correnti e come sono valutate dall’Agenzia? Siamo alle solite: se possiedo una barca non facilmente vendibile, visti i tempi e il redditometro, cosa faccio? La tolgo dall’acqua e la metto a terra, la copro con un telone e me la dimentico, oppure restringo le “spese correnti” e pago il posto barca? Ma le spese correnti sono fisse o flessibili per l’Agenzia? Sappiamo tutti quanti appassionati di mare sacrifichino le “spese correnti” pur di passare qualche ora velando, pescando, smotorando, o facendo semplicemente manutenzione perché é il loro momento di svago e di fuga da una realtà sempre più dura.
    C’é qualcosa di sbagliato in tutto il sistema: non si puo’ togliere la libertà di scelta alle persone, con la scusa che bisogna essere CONGRUI. Forse avremo il capofabbricato di “buona” memoria per gli over 60 che ci controllerà se comprando il prosciutto o la mortadella saremo congrui. Speriamo presto, cosi non dovremo più preoccuparci del redditest, ma ci sarà qualcun altro a farlo per noi, togliendoci ogni preoccupazione e forse anche l’illusione di essere uomini liberi.
    Cordiali saluti.

  3. Luciano Garavini says:

    La domanda è relativa a come vengono calcolate le spese per la manutenzione. Se oltre alla proprietà della barca da molti anni c’è anche la proprietà (o subconcessione) del posto barca cosa succede sul calcolo dei costi di manutenzione non dovendo pagare l’affitto del posto barca? Nel redditest questa voce non è prevista. Grazie.

  4. Mauro says:

    Buongiorno, vi ringraziamo tutti per essere intervenuti sull’argomento;

    @Paolo:
    Comprendiamo la sua espressione di dissenso e la riteniamo motivata. Il Governo ha pubblicamente ammesso che, per esempio, la famosa tassa di stazionamento è stata un errore. Ovviamente con una semplice ammissione di colpa non si risolve nulla ma occorrono, come precisato da lei, dei provvedimenti concreti. Riteniamo che tutti, dai cittadini, alle imprese fino al Governo, debbano e possano collaborare per innescare un circuito virtuoso volto ad arginare l’evasione fiscale: basta con gli errori, da parte di tutti.

    @Lorenzo:
    Personalmente ho provato a fare il redditest con un soggetto tipo: un giovane di età inferiore ai 30 anni, stipendio medio basso, casa in affitto, pochi lussi e vacanze minime (una condizione che riteniamo abbastanza realista per una persona con questa età nell’Italia di oggi). Il risultato del test è stato coerente, ma ovviamente si tratta di una condizione molto più semplice rispetto a quella di famiglie numerose con un maggior numero di beni, dove il margine di errore del sistema può aumentare. Dal suo intervento non mi è chiara una cosa:inserire lo stesso importo di spesa sotto voci diverse. Se le voci sono diverse come fa la spesa a essere uguale? Abbiamo inteso male la sua affermazione? Da quello che ha scritto riteniamo che inserire la stessa cifra di spesa sotto voci diverse possa falsare il test. Ci faccia sapere qualcosa di più, ci fa molto piacere ricevere delle impressioni su dati concreti in merito.
    Solo una precisazione: quanto scritto nell’articolo non è falso, in quanto sono state riportate fedelmente le dichiarazioni del Presidente dell’Agenzia delle Entrate. Al limite, qual’ora venisse provato, è falso quanto affermato dal Presidente.

    @Enrico
    La problematica che ha posto ci sembra di importanza fondamentale. Sicuramente l’abbassamento dei redditi ha causato l’insostenibilità di alcuni beni e di conseguenza l’attenzione deve essere spostata sul mercato e sulla possibilità o meno che suddetti beni possano essere assorbiti dalla domanda. Purtroppo non abbiamo ancora i mezzi per rispondere alla sua questione: non ci è ancora chiaro quale sia la situazione del soggetto che non riesce a vendere il bene. Speriamo che questi meccanismi vengano chiariti quanto prima. Se ci saranno degli elementi in proposito li approfondiremo sicuramente.

    Mauro Giuffrè

  5. enrico canepa says:

    Buongiorno, sono un motonauta da molti anni ed oggi sto valutando la situazione anche alla luce dell’articolo sopra pubblicato.
    il problema, a mio avviso, non è tanto per gli odierni nuovi acquirenti (in verità pochissimi) ma per coloro che con la diminuzione dei redditi hanno visto affacciarsi lo spettro della sopravvenuta non compatibilità del reddito ai beni posseduti.
    in altre parole prima la barca potevo permettermela oggi forse non più.
    ma il problema allora si sposta sulla vendibilità del bene.
    Come si comporterà l’agenzia delle entrate allorchè il contribuente (non più congruo), pur avendo messo in (s)vendita la propria barca, non riesce a liberarsene nemmeno regalandola?
    Mi risulta che sia un problema che tocca molte persone.
    cordiali saluti.
    Enrico Canepa

  6. Lorenzo says:

    Basta fare qualche simulazione col software dell’AdE Redditest per verificare che quanto riportato nell’articolo non corrisponde a verità.
    A seconda della voce alla quale si computa una determinata spesa, il risultato cambia radicalmente da “congruo” a “non congruo”. Posono verificarlo tutti, basta inserire lo stesso importo di spesa prima sot una determinata voce e poi sotto un’altra e vedrete.

  7. Paolo says:

    Buongiorno a tutti, troppo semplice la strada intrapresa dall’agenzia delle entrate.
    Io, personalmente, vorrei sapere o meglio capire chi paghera’ i danni causati al mondo della nautica.
    Non e’ retorica o altro, ma i danni creati da questi funzionari ed il loro mandante ha generato una escalation di distruzione nel settore e ovviamente indotto legato allo stesso che troppo facile adesso dire cambiamo modo di vedere come multare gli evasori, dopo blitz terroristici fatti durante tutto l’arco estivo nelle mrine.
    Questa gente, adesso, deve assumersi la responsabilita’ di cio’ che ha fatto e causato e chiedere scusa per i danni arrecati ed il governo aprire subito un tavolo di discussione per riconquistare quella fetta di mercato che con grande sacrificio le imprese italiane hanno conquistato negli anni.
    Troppo facile questo comportamento.
    Andate a casa!!!
    Perche’ a noi non e’ concesso continuare a sbagliare mentre a loro si?
    Attendo risposta da un addetto

  8. Mauro says:

    Ciao Roberto e grazie per essere intervenuto; il tuo punto di vista e il relativo interrogativo è pienamente legittimo. Siamo in attesa di avere dei dati più concreti sul funzionamento del sistema, quelle che abbiamo esposto nell’articolo sono le linee guida concettuali sulle quali verrà elaborato il redditometro, per cui un giudizio definitivo verrà dato in seguito.
    Riteniamo che nel caso che lei ha esposto non è importante il valore della barca, ma quanto le costa mantenerla in base al suo reddito, ovvero se le spese per la gestione e la manutenzione del bene sono sostenibili. Nei casi in cui si nota una discrepanza tra reddito e spese per la gestione del bene possono essere sospettare delle entrate non dichiarate. Il valore del bene di conseguenza conta soltanto quando lo si acquista nuovo.
    Spero di avere chiarito il suo dubbio, in attesa di potere fornire ulteriori particolari su questo argomento.

    Cordiali Saluti

    Mauro Giuffrè

  9. Roberto Carboni says:

    Sono d’accordo con voi.Ma se la barca non posso più permettermela e non trovo nessuno che la voglia cosa devo fare ? la prende in carico il governo?la regalo,ma se nessuno la vuole….devo affondarla….,è incredibile come cambiano le prospettive in un periodo difficile come questo,fino a cinque anni fa avevo cinque negozi e sei dipendenti adesso ho un negozio e lavorandoci da solo sopravvivo appena,quindi la mia vecchia barca (40 anni ,a vela ,39 piedi) valore 20.000 euro mi fa diventare un evasore?,dopo averci fatto pagare la tassa ci mettono nella lista dei non congrui,è solo vergognoso il comportamento di questi burocrati passacarte….