“Il signore delle burrasche”, il nuovo romanzo di Mario Dentone
Il nuovo romanzo di Mario Dentone ispirato da Geppin di Moneglia, è stato presentato durante la sesta edizione di “Lerici legge il mare”, la tradizionale rassegna di letteratura e cultura marinaresca che si è tenuta a Lerici
Il nuovo romanzo di Mario Dentone ispirato da Geppin di Moneglia, è stato presentato durante la sesta edizione di “Lerici legge il mare”, la tradizionale rassegna di letteratura e cultura marinaresca che si è tenuta a Lerici
Durante la sesta edizione di “Lerici legge il mare” la rassegna letteraria che si è tenuta a Lerici dal 19 al 21 settembre, è stato presentato in anteprima il nuovo romanzo dell’ “esploaratore-scrittore” Mario Dentone, “Il signore delle burrasche”.
Unica in Italia, la kermesse di letteratura fa navigare scrittori e lettori ma non solo tra le pagine dei libri ma anche su barche a vela, la goletta Oloferne e il leudo Zigoela che quest’anno hanno guidato una piccola flotta di cui faranno parte, oltre al Quinto Remo, anche imbarcazioni messe a disposizione dei soci UISP e una flottiglia di vele latine.
Mario Dentone fa parte della flotta di questi “esploratori del mare” che, con i suoi romanzi ispirati da Geppin di Moneglia, alias Giuseppe Vallaro, padrone marittimo dell’Ottocento, ha dato vita a storie di avventure marinare made in Italy che nulla hanno da invidiare agli inglesi: «Eccolo Geppin, capitano di lungo corso e anche armatore, sebbene di una sola barca. Prima di uscire dalla porta di Gibilterra ne aveva imparato, di mare e di vento, di bonacce e burrasche, di attese e sorprese, che il mare non ti annoia perché è lui che non si annoia, anche quando è calma piatta, che le vele sembrano solo lenzuola stese al sole».
Geppin di Moneglia, al secolo Giuseppe Vallaro, a undici anni si rompeva la schiena e le mani a caricare sabbia e sassi per la zavorra dei grandi brigantini in partenza per gli oceani, e tergendosi il sudore guardava l’orizzonte come un confine, sognando di raggiungerlo e di scoprire, chissà, un «oltre». Lavorando sodo, mai piegandosi a padroni e padroncini, pirati e loschi traffici, in tutti i porti del Mediterraneo, diventò capitano, padrone di barchi e cacciatore di orizzonti. Ormai capitano di lungo corso, abilitato a varcare Gibilterra, con il suo brigantino Rosario e un equipaggio fedele, il ligure Geppin affronta Capo Horn, dove i due oceani si scontrano, mai domi, mai stanchi. Il Cile è la meta, il guano e il salnitro sono la ricchezza di un secolo di veri marinai senza paure come fu l’Ottocento, ma arrivarci senza alberi rotti, con un pezzo di barca ancora galleggiante, è un’impresa. Geppin e il suo equipaggio sono protagonisti di una grande epopea di avventure sul mare, affascinanti eroi di casa nostra, che hanno conquistato un posto d’onore nel cuore dei lettori con le imprese già raccontate ne “Il padrone delle onde” e “Il cacciatore di orizzonti”.
Mario Dentone, nato nel 1947 a Chiavari, non si è mai staccato dalla Riviera Ligure di Levante: Riva Trigoso, dov’è cresciuto, fra pescatori e naviganti, e Moneglia, dove vive. È autore di alcuni romanzi, tra cui Equilibrio (1981, Premio Rapallo-Prove) e La Badessa di Chiavari (2007), di testi teatrali, sceneggiature e saggi, tra cui Luigi Tenco. Per la testa grandi idee (2008). Ha collaborato per anni con le cattedre di Storia del Teatro e Lingua italiana dell’Università di Genova e scrive periodicamente racconti di storia, tradizioni e costume per «Il Secolo XIX». Con Mursia ha pubblicato Il padrone delle onde (2010, Premio Carlo Marincovich 2011 per la narrativa di mare) e Il cacciatore di orizzonti (2012).
Argomenti: Daily Nautica, mare, Pesca