03 febbraio 2012

Intervista esclusiva al vincitore della Mini Transat David Raison: "ho venduto il mio Mini e correrò in Class 40".

03 febbraio 2012

David Raison, vincitore della MiniTransat 2011, parla della sua vittoria e dei suoi progetti futuri in esclusiva con Liguria Nautica

David Raison, vincitore della MiniTransat 2011, parla della sua vittoria e dei suoi progetti futuri in esclusiva con Liguria Nautica

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Liguria Nautica ha incontrato David Raison, per chiacchierare sulla sua vittoria alla MiniTransat 2011, regata che si svolge ogni 2 anni e che porta 84 velisti ad atraversare l’Atlantico su una barca di 6,50 m, e dei suoi progetti futuri. David ha vinto con la sua barca TeamWork Evolution, che è stata una vera rivoluzione nel mondo delle regate d’altura: la sua prua tonda, infatti, l’ha portato all’arrivo a Bahia con largo anticipo su tutti gli altri concorrenti.

LN: David, in questo inizio d’anno nuovo, parliamo innanzitutto della tua magnifica fine 2011 : la vittoria alla Charente Maritime Bahia. Questa edizione della Mini Transat è stata davvero incredibile, sia per le condizioni meteo particolarmente dure, sia per il tuo percorso di regata: hai lasciato il primo posto solo per qualche giorno e sei arrivato a Bahia 24 ore prima del secondo in categoria Proto, Thomas Normand, con un vantaggio di più di 100 miglia. Come hai vissuto questo vantaggio costante durante la regata? In quale momento di sei accorto di avere la vittoria a portata di mano?

 

Dopo aver passato Capo Verde, sapevo di essere ben posizionato all’Est della flotta nel trio di testa. Questa posizione è stata confermata 3 giorni dopo, dopo essere uscito dal Pot au Noir. Ho avuto solo un dubbio il giorno in cui il mio solent si è strappato e ci ho messo 7 ore per ripararlo. Il giorno dopo, però, ho sentito durante il contatto radio le posizioni di tutti gli latri, e ho capito che avevo aumentato il mio vantaggio nonostante tutto. In quel momento, mi sono detto che se non avessi rotto la barca, la vittoria sarebbe stata mia.

 

 

LN : Dopo questa vittoria, tutti i riflettori del mondo della vela « course au large » si sono posati su di te. Come e quando hai avuto l’intuizione di applicare ad una barca che cui dimensioni sono standard (le dimensioni dei Mini 650 devono essere di 6,50 m per 3 n.d.r) i principi degli scow americani?

 

Non si tratta in realtà di un’intuizione, ma di un grande lavoro di ricerca e di studio portato avanti fra il 2004 e il 2008. La forma della barca non è apparsa all’improvviso, ma è stata costruita poco a poco.

 

 

LN: La tua barca dalla prua tonda è una vera rivoluzione. Eric Tabarly nel 1968 ha costruito il trimarano Pen Duick IV, primo multiscafo oceanico da regata, aprendo la strada a quel tipo di barche, che oggi stanno quasi prendendo la supremazia sui momoscafi per quanto riguarda le regate d’altura. Pensi che le forme del tuo 747 Team Work Evolution saranno applicate ad altre barche, da corsa o da diporto, più grandi?

 

Lo spero. Con TeamWork Evolution abbiamo fatto un grosso lavoro. Adesso, restano da trovare degli armatori ambiziosi che desiderano investire in un processo di ricerca applicata a delle barche più grandi. Penso che questo possa funzionare, ma resta da dimostrarlo prima di tutto in teoria (simulazioni numeriche o prove in laboratorio) e poi, naturalmente, nella pratica.

 

 

LN: In seguito alla tua vittoria, hai avuto innumerevoli attestazioni di stima da tutto il mondo della vela internazionale (l’ultima, dalla Federazione francese delle Industrie Nautiche , che il 5 Dicembre gli hanno conferito il Premio dell’Alta Tecnologia n.d.r): qual è stata quella che ti ha fatto più piacere?

 

Il mio progetto ha suscitato sin dall’inizio moltissime simpatie e incoraggiamento, anche quando niente era stato ancora fatto in termini di risultati. Certo, il riconoscimento che mi ha fatto più piacere è stato vincerela MiniTransat!

 

 

LN : la tua dichiarazione di aver venduto la tua casa per realizzare il tuo sogno e terminare la costruzione della tua barca, è stata ripresa da praticamente tutti gli articoli che sono stati scritti su di te. E in effetti, una certa “corrente” di concepire la vela ha bisogno di questi sogni per essere nutrita… Pensi che la tua storia servirà ad altri velisti per realizzare i loro sogni e progetti?

 

I giornalisti spesso riportano solo gli aspetti più aneddotici delle storie, anche se non hanno alcun rapporto con la realtà della storia stessa. Il mio trasloco da Saint Nazaire a Lorient faceva parte integrante del mio progetto sportivo. Avevo la fortuna di avere quel capitale che mi ha permesso, insieme con gli aiuti familiari, di far avanzare il mio progetto prima dell’arrivo del mio sponsor TeamWork. Certo, sarei felice se la mia avventura motivasse qualcuno ad andare ad esplorare al di là di presupposti limiti, che siano umani o tecnologici. Spero anche che il mio caso possa ispirare degli sponsor ad offrire il loro supporto a dei progetti innovativi.

 

 

LN : Ultima domanda, classica : quali sono adesso i tuoi progetti ? Ti occuperai di consulenze nautiche o hai voglia di rimetter i piedi nell’acqua?

 

Ad oggi, TeamWork Evolution è venduto a Giancarlo Pedote. Dopo che avrò consegnato la barca da qui a due o tre settimane, mi inserirò di nuovo nella mia attività delle perizie e dell’architettura navale, con un progetto di regata in Class 40.

 

Francesca Pradelli

(foto di ligurianautica.com riproducibile con link attivo)

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