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Quando la Concordia si adagiò sul fondo, con la falla completamente emersa, sarebbe bastata la saldatura di una toppa ed un sistema potente di idrovore e di galleggianti per farla riemergere. Certo il conto della tintoria per la pulizia dei tendaggi e dei tappeti sarebbe stato salato. Il comandante Schettino addirittura aveva interpellato, durante l’affondamento, una squadra di sommozzatori di sua fiducia per intervenire nel corso della crociera; che personaggio! Se lo avessero fatto agire forse si sarebbe riscattato, ma era prioritario far sparire il denaro della sala giochi insieme ad altri scheletri, del resto se vogliamo delle vacanze da sogno con 1000,00 € a settimana, da qualche parte si dovrà pure arrotondare. Naufragata la nave, il falso ideologico e l’ipocrisia, come di prassi, corsero in soccorso degli speculatori. I sommozzatori furono inviati tempestivamente a creare falle irreparabili sotto la linea di galleggiamento con le mine con la scusa di riesumare i cadaveri rendendo improponibile il recupero della Concordia. Il progetto di smaltimento poi eseguito è stato grandioso, mi congratulo col team, non solo per il risultato, di tutto rispetto, ma soprattutto per la abilità con cui si sono generati costi allucinanti ed incontestabili con relativi guadagni a tutta la macchina del potere. Peggio si agisce e più qualcuno guadagna. Trovo analogie con tante vicende simili, per esempio avremmo demolito, con metodi tradizionali, l’ecomostro di Punta Perotti, a Bari, con il 20% dei costi ma la macchina voleva le mine per l’effetto mediatico, salvo poi pagare i danni, con i nostri soldi, all’impresa che lo aveva costruito regolarmente peraltro solo con uno spigolo nella fascia proibita nei 200 metri dalla costa. Definisco questo momento culturale Europeo come “Prove tecniche di dittatura”