La Costa Concordia oggi: quando l’uomo rinuncia alla tecnologia
Il pesante bilancio di 33 morti impone un’approfondita riflessione sulla sicurezza delle navi e sul rapporto fra tecnologia e responsabilità umana. In un’era digitale in cui la telefonia satellitare, i sistemi di comunicazione e di orientamento sono all’avanguardia, l’intuito e la capacità di scelta da parte del capitano rappresentano ancora elementi imprescindibili
Il pesante bilancio di 33 morti impone un’approfondita riflessione sulla sicurezza delle navi e sul rapporto fra tecnologia e responsabilità umana. In un’era digitale in cui la telefonia satellitare, i sistemi di comunicazione e di orientamento sono all’avanguardia, l’intuito e la capacità di scelta da parte del capitano rappresentano ancora elementi imprescindibili
La Costa Concordia, naufragata al largo delle coste dell’Isola del Giglio nella drammatica notte del 13 Gennaio 2012, è il più grande disastro nautico della storia italiana. Il pesante bilancio di 33 morti impone un’approfondita riflessione sulla sicurezza delle navi e sul rapporto fra tecnologia e responsabilità umana. In un’era digitale in cui la telefonia satellitare, i sistemi di comunicazione e di orientamento sono all’avanguardia, l’intuito e la capacità di scelta da parte del capitano rappresentano ancora elementi imprescindibili, nel bene e nel male.
Sistemi di comunicazione satellitare come Globalstar, la domotica nautica, la tecnologia GPS e AIS costituiscono risorse fondamentali per una moderna navigazione. Ma sono sufficienti pochi click al comandante della nave per recuperare integralmente il controllo. Traffico marittimo non regolare, correnti marine variabili, mutamenti del fondale possono obbligare il capitano a modificare la rotta per entrare nel porto. A volte però il controllo manuale viene attivato per concedersi vezzi spettacolari come il cosiddetto inchino. E proprio questa forma di “saluto” all’Isola del Giglio è risultata fatale alla Costa Concordia.
La nave ammiraglia della Costa Crociere, trainata mestamente fino al porto di Genova, richiede un approccio differente alla sicurezza nautica. L’imprudente decisione di avvicinarsi ad un’impervia costa ricca di scogli è frutto di un margine di manovra troppo ampio concesso dai protocolli. L’imperizia e l’incapacità, fattori ormai riconosciuti e sanzionati penalmente dalla Corte di Cassazione il 16 maggio 2012, impongono un giro di vite riguardo ai criteri di selezione delle figure più importanti in materia di nautica. Gesti spettacolari e avventati, senza il supporto di una rigorosa affidabilità personale, possono mettere in pericolo vite umane e patrimoni artistici di grandissimo valore.
La città di Venezia, da anni, è infatti alle prese con gli inchini alle isole della laguna. Nel luglio 2013 la Carnival Sunshine, un gigante da oltre 102 mila tonnellate, ha sfiorato Riva dei Sette Martiri, a pochi passi da Piazza San Marco. Le proteste del Comune e dei residenti locali non si sono fatte attendere. Non solo Costa Concordia: il bilanciamento di interessi fra turismo e protezione di beni inestimabili riguarda l’intero settore nautico. La tecnologia, anche grazie al completamento dei lanci dei satelliti Globalstar avvenuto nel Febbraio 2013, rimane al passo con i tempi. Ma nulla può contro il protagonismo e il desiderio di superarsi da parte dell’uomo.
Argomenti: costa concordia, Daily Nautica
la moderazione fatta da voi é censura, cambiate mestiere
aggiungete questo giornalista alla lista dei pressapochisti, disinformati e diffamatori!
Il fatto a cui fate riferimento a Venezia è stato ampliamemte dimostrato da tutti gl’organi di controllo istituzionali che è stata una mistificazione e una manipolazione della realtà per diffamare il traffico croceristico a Venezia. La cosa ha avuto un effetto boomerang sulla credibilità del “movimento no grandi navi a Venezia”…..ma vedo che anche cosidette testate del settore abboccano senza verificare la fattiva realtà dei fatti…e questo è molto significativo sul come funziona l’informazione in Italia.