La crisi della portualità turistica vista da Bloomberg
In un servizio mandato in onda su Bloomberg, si fa il punto sulla crisi dei marina italiani. La situazione è tutt’altro che rosea, con porticcioli deserti a causa della fuga delle barche all’estero per paura dei controlli. E voi? Vi hanno rivoltato come calzini? Siete stati in marina in cui regna la desolazione? Raccontateci le vostre esperienze!
In un servizio mandato in onda su Bloomberg, si fa il punto sulla crisi dei marina italiani. La situazione è tutt’altro che rosea, con porticcioli deserti a causa della fuga delle barche all’estero per paura dei controlli. E voi? Vi hanno rivoltato come calzini? Siete stati in marina in cui regna la desolazione? Raccontateci le vostre esperienze!
In un breve e indicativo servizio mandato in onda su Bloomberg TV viene dipinta la situazione in cui si trova la portualità turistica italiana: non ci sono buone notizie. Il servizio prende come esempio il marina di Punta Faro, a Lignano: un resort dotato di ogni comodità e situato in posizione strategica nell’alto Adriatico, ideale per chi abbia intenzione di esplorare in barca la miriade di isole e isolotti della Croazia. Solitamente nel porticciolo si fa fatica a trovare posto, ma quest’anno è diverso, il Marina è vuoto.
Purtroppo il fenomeno è generalizzato: secondo Roberto Perocchio, presidente di Assomarinas, intervistato da Bloomberg, mancano all’appello, in Italia, circa 30 mila imbarcazioni, che corrispondono a circa un 15% della capacità ricettiva dei nostri porticcioli. “Siamo piuttosto preoccupati per il futuro”, sottolinea Perocchio.
L’Italia, racconta Eric Coleman, giornalista di Bloomberg, sta cercando di recuperare 120 miliardi di euro di tasse evase, e, nell’immaginario collettivo, l’evasione va a braccetto con lo yacht. Ecco perché i proprietari di imbarcazioni, obiettivo primario dei controlli in mare della Guardia di Finanza, stanno fuggendo in Corsica e in Francia per quanto riguarda il tirreno nord-occidentale, in Tunisia al sud e in Slovenia, Croazia e Grecia nell’Adriatico.
Il business dei Marina Italiani (quantificato in circa un miliardo di euro) è a serio rischio, come tutto l’indotto dei servizi (circa 200 milioni di euro). Questo discorso si riallaccia alle recenti dichiarazioni di Anton Francesco Albertoni, presidente di Ucina, secondo cui l’Italia sarebbe in uno “stato di polizia del mare”.
Raccontateci le vostre esperienze durante le vacanze: avete visto le marine vuote? In quali aree, soprattutto? Ci sono zone che risentono meno questa “fuga”? Diventate reporter sul campo per Liguria Nautica!
E.R.
A questo link il servizio apparso su Bloomberg
Argomenti: Daily Nautica, mare
Che la crisi in atto,che la paura delle tasse etc.abbia convinto tanti possessori di barche a scegliere lidi più acco glienti è un dato di fatto.Quello che mi meraviglia di piùè l’ignavia e la passività degli operatori nel reagire allo stato delle cose:dov’è una sana politica dei prezzi(i più cari d’Europa!)dove sono iniziative atta ad attrarre il turismo,tipo forme di abbonamento, soste gratis dopo la prima notte,etc.etc.Niente si muove di tutto questo:i Gestori piangono,ma non muovono un dito…..e se chiedi un posto per una barca di 9x3mt.tutti sparano le stesse tariffe del “prima di Monti” e il Marina è pieno al 50%.Potrà anche cambiare,ma con questa imprenditorialità l’Italia ne farà poca di strada….
In un porto semivuoto e desolato vive ormai da un paio di anni la mia barca.
E” quello di Porto Maurizio (Imperia), l.egato alla nota truffa di Bellavista Caltagirone.Speriamo finisca bene.
Qui si trovano in affitto posti barca a prezzi stracciati
Raffaele
Chiediamoci piuttosto perchè su dieci diportisti ( medi ), otto hanno il terrore di uscire per paura di un controllo della Finanza…che strano !
In un certo senso qualcuno lo merita anche, il posto barca in molte zone italiane e’proibitivo…..assurdi i prezzi e scarsi i servizi, molti se ne vanno anche x questo, visto la crisi e la volonta’ di tenersi una barchetta magari agognata per anni!