La Norvegia naviga green. Italia leader delle rinnovabili? Falso! Siamo dodicesimi in Europa
Con il Green Coastal Shipping Programme la Norvegia diventa la frontiera delle rinnovabili applicate alla nautica. L'Italia in Europa e' al 12mo posto come paese ecologico, davanti a noi anche Romania e Croazia.
Con il Green Coastal Shipping Programme la Norvegia diventa la frontiera delle rinnovabili applicate alla nautica. L'Italia in Europa e' al 12mo posto come paese ecologico, davanti a noi anche Romania e Croazia.
Imbarcazioni ad inquinamento zero? Sembrerebbe possibile!
L’idea viene dalla Norvegia, che da diversi anni ormai si è distinta per la sua attenzione alle energie rinnovabili e ai mezzi di trasporto alternativi che non impiegano nè petrolio nè gas.
La Norvegia possiede già una rete elettrica nazionale che gia’ nel 2014 permetteva un approvvigionamento del 110% derivante esclusivamente da fonti rinnovabili (vedere tabella sotto), ma continua a studiare nuovi metodi per rendere il proprio territorio ancora più eco-friendly. Nel 2015 si è imposta una vera e propria sfida, che se riuscirà a vincere potrebbe cambiare radicalmente il modo di viaggiare per mare: realizzare navi in grado di funzionare con l’ausilio di batterie elettriche, e costruire porti eco-sostenibili. Il “Green Coastal Shipping Programme” per la navigazione costiera sostenibile mira, infatti, a creare le imbarcazioni più ecologiche del pianeta, ed è stato ideato in vista della Cop21, la conferenza sui cambiamenti climatici tenutasi a Parigi tra novembre e dicembre dell’anno scorso.
La Norvegia ha già esperienza nell’utilizzo di batterie elettriche a bordo delle navi: nel giugno 2015, infatti, ha battezzato Ampère, il primo traghetto completamente elettrico mai realizzato al mondo, che fa la spola tra le città di Lavik e Oppedal nel Sognefjord 34 volte al giorno, ad una velocità di 10 nodi, con 360 passeggeri e 120 veicoli a bordo. Le sue particolarità sono i suoi due motori elettrici da 450 kW, messi a punto da Siemens, e le batterie agli ioni di litio da 1MWh progettate su misura, e il suo sistema di ricarica: Siemens e Norled hanno installato a bordo tre pacchi batteria che si ricaricano in dieci minuti ad ogni molo senza incidere sulle esigenze elettriche urbane.
Ma perché limitarsi a rivoluzionare il trasporto marittimo locale, quando si può puntare più in alto? Già nel 2013, lo studio norvegese Lade As aveva lanciato “Vindskip“, un progetto, che prevede la costruzione di navi che usano lo scafo come se fosse una vela. Imbarcazioni ibride in grado di ridurre le emissioni inquinanti dell’80%, sulle quali verrebbe installato un generatore elettrico alimentato a gas naturale liquefatto per i momenti di fermo della nave.
La Norvegia, dunque, sembra determinata a stravolgere completamente tutto il mondo del trasporto marittimo convertendo ogni tipo di imbarcazione, dalla più piccola alla più grande, in mezzi elettrici non inquinanti. Ma anche i porti sono entrati nel suo mirino. All’interno del “Green Coastal Shipping Programme è, infatti, prevista la progettazione di un porto a basso consumo energetico con una impronta carbonica minima, all’interno del quale opereranno veicoli plug-in e gru elettriche e si potranno trovare stazioni di ricarica per le navi a batteria.
Progetti ambiziosi che puntano alla salvaguardia del pianeta. Secondo Monica Mæland, Ministro del Commercio e dell’Industria norvegese «il settore dei trasporti marittimi è molto ben attrezzato per aprire la strada della transizione verde. Tutto ciò può contribuire alle esportazioni di buone soluzioni orientate al futuro e rispettose dell’ambiente».
E del resto la Norvegia in materia di motori eco-compatibili non solo se ne intende ma fa’ anche da maestra a tutto il resto dell’Europa. Nel 2004, infatti, ha fatto registrare alla Nissan il maggior numero di vendite per il modello Nissan Leaf, auto elettrica al 100%, che la ha incoronata uno paesi più ecologici del mondo e il primo in Europa.
La Norvegia, comunque, non e’ la sola ad aver compreso l’urgenza di abbattere i sempre piu’ allarmanti livelli di inquinamento prodotti dai combustibili fossili che ogni giorno peggiorano le condizioni dei nostri ecosistemi. I dati forniti dall’Unep, con il supporto di Bloomberg, rivelano che nel 2015 gli investimenti globali a favore delle energie pulite siano arrivati a 286 miliardi di dollari (di contro quelli stanziati per petrolio e gas sono stati “solo” 130 miliardi). Ma mentre il mondo dimostra di essere orientato alla ricerca di metodi alternativi che sfruttano le energie rinnovabili per alimentare le citta’ e soddisfare il fabbisogno di tutto il pianeta, in Italia il trend e’ piu’ controverso.
La produzione di energia elettrica e’ in maggior parte generata in centrali termoelettriche che bruciano combustibili fossili, e solo il 37% di essa sembra provenire dalle energie alternative (tra queste la principale sembra essere l’idroelettrica).
Tra il 2007 e il 2012, il nostro paese ha investito parecchio denaro nel settore delle energie alternative, riuscendo anche a ottenere una posizione di rilievo nel settore; ma nonostante l’intenzione di continuare su questa strada, i dati piu’ recenti dimostrano che c’e’ stata una brusca inversione di tendenza: gli aiuti stanziati nel 2014 a favore di petrolio, carbone e gas sono, infatti, aumentati da 12,8 miliardi del 2013 a 13,2 miliardi di dollari (dati del Fondo Monetario Internazionale).
E la situazione non e’ andata migliorando nemmeno in questo ultimo anno. Secondo i dati preliminari di un’indagine sull’energia condotta dal GSE (Gestore Servizi Elettrici), in collaborazione con Terna (Rete Elettrica Nazionale), infatti, nel 2015 c’e’ stato un calo del 4,7% sulla produzione di energia pulita in rapporto al Consumo Interno Lordo: dal 37,5% al 32,8%.
Chiara Biffoni
Argomenti: ambiente-&-sostenibilità
Venezia in particolare potrebbe e dovrebbe,proprio per la sua unicità ,assurgere a simbolo di un simile cambiamento sia per salvare i suoi monumenti e palazzi combattendo la gessificazione delle sue pietre sia per la salute dei suoi abitanti.E le tecnologie per fare questo, come si evince dall’articolo in questione, ci sono.