19 gennaio 2020

La Polonia è la nuova frontiera per gli armatori di yacht privati: al tramonto i registri del Belgio e dell’Olanda?

19 gennaio 2020

Dopo gli anni che hanno visto l'esplosione dei registri del Belgio e dell'Olanda, è la bandiera polacca che in Europa sta diventando una opzione per gli armatori di yacht privati

La Polonia è la nuova frontiera per gli armatori di yacht privati: al tramonto i registri del Belgio e dell’Olanda?

Dopo gli anni che hanno visto l'esplosione dei registri del Belgio e dell'Olanda, è la bandiera polacca che in Europa sta diventando una opzione per gli armatori di yacht privati

6 minuti di lettura

Dopo alcuni anni di exploit dei registri olandesi e belgi per la registrazione di yacht privati (dunque non il diporto commerciale), è la bandiera polacca  (sic! il registro navale polacco) che vuole rendersi attrattiva e proporsi verso l’utenza del diporto puro.

L’articolo si vuole porre in un’ottica interlocutoria, offrendo al lettore quanto raccolto finora sull’argomento, al mero scopo di raccontare i fattori che avrebbero messo in discussione la convenienza delle bandiere olandese e belga e, dunque, l’avanzare della bandiera polacca.

La storia

Dal 2013, complice anche la negativa congiuntura economica e i provvedimenti del governo Monti, molti diportisti avevano deciso di dismettere la bandiera italiana. All’epoca si affacciarono due registri, quello del Belgio e quello dell’Olanda, che, tanto nello shipping, quanto nel diporto puro, erano sostanzialmente delle new entry, sia per numeri che per tradizione ed expertise.

Ciò che ha caratterizzato fortemente l’offerta di questi registri, era la prospettiva di una burocrazia più veloce, minori controlli (sic! l’assenza di qualsiasi certificazione riconducibile all’unità e alle sue attrezzature) e obblighi meno esigenti in merito alle dotazioni ed alcune procedure di compravendita.

Il caso del Belgio

Dal 1 gennaio 2019, per poter iscrivere o mantenere un’unità da diporto in Belgio, è necessario che oltre il 50% della proprietà (ovvero i carati ndr) sia di un cittadino belga o di un soggetto stabilmente residente in Belgio.

In tal senso, attraverso una normativa ad-hoc con effetto  retroattivo (emanata il 17 luglio 2018), le unità iscritte ad oggi nel registro del Belgio potranno mantenere la loro Lettre de Pavillon (letteralmente “lettera di bandiera”, che non costituisce tuttavia una vera e propria iscrizione, così come avverrebbe per i residenti ndr),  fino al termine della scadenza dell’iscrizione (5 anni). Dunque, decorso tale termine, le unità non in regola non potranno prorogare la propria iscrizione.

Il caso dell’Olanda

Il fattore scatenante che, secondo alcuni, avrebbe messo in crisi il registro olandese circa la “regolarità” delle proprie iscrizioni, sarebbe da ricercare nel caso che vide protagonista la nave “Lifeline” di una ONG tedesca che aveva soccorso 229 migranti al largo della Libia nell’estate del 2018.

In quell’occasione il governo olandese dovette precisare come nel proprio Paese coesistessero due differenti registri d’iscrizione per le unità da diporto. Il primo, denominato Watersportverbond,  è assimilabile ad una associazione che raccoglie i club nautici del Paese. Il secondo, denominato Kadaster, rappresenta invece il registro navale olandese, che prevede l’annotazione ufficiale della proprietà e tutti i diritti reali ad esso connessi.

La maggior parte degli ex yacht italiani, risultava essere iscritto presso il Watersportverbond. Questa tipologia di registrazione contempla il mero rilascio dell’ International Certificate for Pleasure Craft,  che non determina l’appartenenza di bandiera, così come stabilito dall’art. 9 della Convezione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (UNCLOS).

A ciò si aggiungerebbe il fatto che il governo olandese, alla luce di quanto detto, non si assumerebbe nessuna delle responsabilità elencate nell’articolo 94 dell’UNCLOS e che le unità iscritte nel Watersportverbond sono considerate, secondo la convenzione UNCLOS, unità prive di nazionalità, non protette dalla legge di alcuno Stato.

La bandiera polacca

Lasciando ogni opportuna valutazione ai lettori circa quanto fin qui esposto, parliamo ora della bandiera polacca per gli yacht privati. Già molto attrattiva verso l’estero riguardo ad alcuni settori imprenditoriali, la Polonia dal 2019 ha voluto decisamente investire sul mercato della registrazione dei pleasure yacht fino ai 24 metri.

Ciò che propone la bandiera polacca (nei limiti di quanto è stato possibile evincere dal materiale a nostra disposizione ndr) è essenzialmente una registrazione con pagamento delle previste fees una tantum all’atto della registrazione, dunque senza nessun rinnovo.

La procedura di registrazione prevede un tempo standard tra le 3 e le 4 settimane, salvo richiedere una registrazione premium (così come avviene ad esempio per la bandiera UK). In questo caso i tempi dovrebbero scendere sotto  i 7 giorni. La procedura, prevede, inoltre, il rilascio degli opportuni certificati di registrazione prodotti dalla locale amministrazione marittima, riconosciuta a livello internazionale.

Salvo alcuni casi, come per le unità non marcate CE o per le unità che superano i 24 m, non è prevista alcuna attività ispettiva prima della registrazione. Essendo un Paese della UE, l’amministrazione polacca dà la possibilità di registrare la propria unità a livello personale a tutti i cittadini europei, ponendo invece alcuni prerequisiti per i soggetti extra UE.

Essendo, ad oggi, la scelta della bandiera polacca  una novità emergente, è oggettivamente impossibile dare un giudizio puntuale circa la serietà e l’affidabilità di tale soluzione. Tuttavia, ciò che al momento si potrebbe azzardare di dire è che, almeno sulla carta, la soluzione potrebbe (il condizionale è d’obbligo ndr) essere attraente sotto certi punti di vista.

Di contro, è opportuno chiedersi come, ad esempio, reagirà il mercato assicurativo, sia sotto il profilo delle coperture RC che Corpi, oppure fino a che punto via sia “elasticità” sotto il profilo della sicurezza, argomento che nel comparto e tra gli armatori trova, da sempre, pareri del tutto antitetici.

Conclusioni

E’ mia opinione professionale e personale che davanti alla scelta della bandiera (sia per il diporto puro che per il diporto commerciale) per uno yacht o per una unità mercantile, si debbano sempre valutare molteplici fattori, evitando di soffermarsi solo sui meri costi di registrazione o sugli immediati vantaggi che le varie amministrazioni offrono. A torto vengono infatti spesso tralasciati degli aspetti tutt’altro che secondari.

Anzitutto, c’è da dire che avere a che fare con un registro, significa che in ogni fase della vita dell’unità (sinistri, cancellazioni, vendite, passaggi di proprietà, ecc.) si avrà a che fare con la burocrazia (a prescindere che questa sia, o meno, veloce e/o efficiente) e con le leggi di quel dato Paese.

Dunque il fatto che sia facilitata la fase della registrazione, non significa che altre attività e/o situazioni lo possano essere altrettanto. Altri fattori devono essere ricercati, invece, nelle dinamiche aventi per oggetto la fiscalità, il valore tecnico estimativo del mezzo (sic! un valore che va oltre ad una mera quotazione del mercato della compravendita), nonché nella presenza o meno delle succitate certificazioni di sicurezza che, posto che vengano ottenute e rilasciate con reali e puntuali ispezioni, dovrebbero rappresentare un valore aggiunto e non una semplice spesa.

Bisogna infine prendere sempre “con le molle” i vari siti o società che si occupano soltanto di vendere registrazioni di yacht, concentrandosi esclusivamente sulla vendita della pratica. Meglio affidarsi ai vari consulenti navali, raccomandatari o mediatori marittimi, che, frequentemente, oltre ad offrire le medesime soluzioni, possono anche proporre il valore aggiunto dato da un’approccio di tipo consulenziale rispetto alle reali esigenze dell’armatore.

Daniele Motta
Perito e Consulente Navale

Per questa ed altre esigenze di natura tecnica, amministrativa e fiscale per il mondo dello shipping e dello yachting, il perito Motta può essere contattato attraverso il sito web perizienavali.it

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2 commenti

  1. corrado saiu says:

    Buongiorno ho letto l’articolo sulla bandiera polacca. Attualmente ho l’iscrizione al registro watersportverbond olandese e la capitaneria di porto mi ha fermato l’imbarcazione perché, a seguito di una citcolare di un paio di settimane fa non riconosce la validità del documento. Sono bloccato in un porto distante dalla mia meta impossibilitato e ho urgenza di poter ripartire. Volevo sapere se questa bandiera polacca è valida e riconosciuta in Italia oppure se rischio di incappare nello stesso problema.
    Spero in una vostra rapida risposta in merito per riuscire a capire come uscire da questa situazione.
    Grazie.
    Corrado Saiu
    3289426381
    corrado.saiu@gmail.com

  2. Salvatore says:

    Vorrei registrare la mia imbarcazione.
    Come posso contattarvi?