Torniamo a parlare di manutenzione della carena. Dopo il nostro speciale dedicato ad eliche e piedi poppieri, è tempo di tornare ad occuparsi dei classici lavori di manutenzione che possiamo realizzare anche da soli in cantiere. Basta avere chiari alcuni concetti di base e il rimessaggio ordinario della barca può diventare un interessante fai da te per impiegare i weekend invernali e, al tempo stesso, risparmiare.
Abbiamo quindi contattato Stefano Vernocchi di Vecom srl, una delle nostre guide abituali quando gli argomenti tecnici ci portano ad occuparci della manutezione della carena.
LN – Tiriamo la barca a secco dopo un anno. Fatta la dovuta pulitura con
l’idropulitrice, quale sarà il primo passo da fare per i lavori di
carena?
SV – Il primo passo da fare sarà il controllo dello stato della carena. Normalmente se si è a conoscenza della qualità di antivegetativa applicata l’anno precedente non vi sarà necessita di applicare alcun sealer (tipo Jotun vinyl primer) fra la vecchia protezione e la nuova.
Una leggera carteggiata per rimuovere eventuali agenti che potrebbero pregiudicare l’adesione e si procede all’applicazione.
Nel caso in cui l’origine della protezione antivegetativa dell’anno precedente fosse sconosciuta sarà invece opportuna l’applicazione del suddetto sealer che garantirà una buona adesione e soprattutto la garanzia di evitare brutte sorprese da incompatibilità dei prodotti.
LN – E’ una buona norma portare a gelcoat tutte le stagioni la barca?
SV – Se lo spessore derivante dagli strati di antivegetativa degli anni precedenti fosse rilevante allora sarebbe buona norma asportare tutto e ripartire da zero(gelcoat). Ovviamente questo potrebbe accadere solo dopo diversi anni di applicazioni e soprattutto se si utilizzano antivegetative a matrice dura(tipo Jotun Racing) che non si consumano in navigazione.
LN – Se si, come possiamo proteggere il gelcoat prima di applicare l’antivegetativa?
SV – In questo caso sarà necessario creare adesione fra il gelcoat e l’antivegetativa ma soprattutto sarebbe opportuno proteggere il gelcoat stesso dall’attacco dell’osmosi ,che determina un processo degenerativo della vetroresina.
Jotun Antipest e’ un primer epossidico bicomponente che oltre a favorire l’adesione provvedrà alla protezione del gelcoat dal processo osmotico.
A determinati spessori e partendo da un gelcoat sano Jotun ,unica sul mercato,dal 2016 rilascia una garanzia sulla prevenzione dell’osmosi di 5 anni.
LN – Dopo quanti giorni dalla messa a secco possiamo valutare l’insorgere
di eventuali problemi di osmosi?
SV – S
e si ha il dubbio che l’osmosi (leggi il nostro speciale dedicato) possa già aver avuto inizio sarà necessaria una misurazione dell’umidità relativa in carena dopo diversi giorni dì stazionamento a terra e dopo aver creato opportune “finestre” sulla vetroresina dalla quali effettuare le misurazioni stesse.
Lo strumento da utilizzare è l’igrometro e i centri antiosmosi o i tecnici Jotun normalmente ne sono dotati.
LN – Scegliamo l’antivegetativa più adatta per una barca a vela e per una a
motore
SV – Fatte tutte le opportune verifiche dovremo procedere alla scelta dell’antivegetativa per la nostra imbarcazione.
La scelta della “matrice dura” (tipo Jotun Racing) dovrà ricadere nel caso di barche a motore che raggiungano velocità superiori ai 30/35 nodi o barche a vela dove si richieda una eventuale carteggiatura post applicazione per diminuire la rugosità superficiale e l’attrito in acqua.
In tutti gli altri casi un ‘antivegetativa del tipo autolevigante( tipo Jotun NonStop)sara’ da preferirsi.
Le moderne tecnologie del settore propongono antivegetative di questo tipo in grado di “consumarsi” per un processo di idrolisi anche ad imbarcazione ferma assicurando una superficie a contatto con l’acqua costantemente attiva e garantendo una pulizia in carena fino a 24 mesi(Jotun NonStop Supreme).