Millevele 2010, edizione record. D’accordo, l’iscrizione è gratuita, ma 431 barche partecipanti rappresentano una cifra da paura. Non a caso la manifestazione, giunta al suo ventiquattresimo replay (la prima Millevele andò in scena nel 1987, e fu vinta da “Parfum Trussardi” del compianto Pierre Sicouri), è già stata soprannominata da qualcuno “la Piccola Barcolana”: sebbene il numero di iscritti non sia paragonabile, si può dire che lo Yacht Club Italiano, deus ex machina della magistrale organizzazione in mare e a terra, abbia centrato in pieno lo spirito, cogliendo al bacio la falsariga dell’evento triestino.
La ricetta è semplice, ecco gli ingredienti del successo. Primo: la gratuità della manifestazione (possibile grazie all’intervento di numerosi sponsors) permette a tutti di partecipare, e non vi sono limiti di lunghezza, quindi è facile che un minuscolo cabinato divida la linea di partenza con un Farr 80 piedi. Anzi, per essere precisi, “Antares” di Angelo Messina (6 metri fuori tutto) e “Campione del Garda”, bolide di 24 metri, sono rispettivamente la barca più piccola e quella più grande dell’edizione 2010. Secondo: la regata è una bolgia, un marasma, un caos calmo dove tutti hanno una possibilità di farcela, anche i più piccini. Certo, un Melges 24 è un piccolo gioiello, ma “585”, timonato da Paolo Brescia, ha chiuso sesto in tempo reale, circondato dai maxi e dai 14 metri. Terzo: la regata, in fondo in fondo, poco conta. Trattasi di una veleggiata in compagnia e allegria, dove focaccia e vino bianco non mancano mai. Infine, ciliegina sulla torta, con l’estrazione di una moto BMW alla premiazione, tra tutti i partecipanti, si può contare su una presenza ultramassiccia alla cerimonia.
Veniamo alla regata vera e propria: quest’anno la partenza è avvenuta intorno alle 11.30 nelle acque antistanti il Lido d’Albaro, un po’ più in ritardo del solito. Il vento, ma questa non è una novità, ha fatto penare gli equipaggi fin da subito: prima un timido sud-ovest ha costretto le compagini alla partenza sotto spinnaker, gennaker e qualsiasi altra vela di prua. Poi, lentamente, mentre ci si avvicinava a Punta Chiappa, la brezzolina è girata a scirocco (mai più di 5-6 nodi l’intensità), ovviamente alternandosi a clamorosi buchi di vento e mollane, fino al ritorno a Genova. Condizioni difficili, che Adriano Calvini (ex-presidente della Camera di Commercio di Genova, nel ’92 e nel ’93) ha saputo sfruttare meglio di tutti a bordo del suo 18 metri “Itacentodue”. A lui la vittoria in tempo reale, il Trofeo Millevele e i nostri complimenti. Il succitato Paolo Brescia invece si è accaparrato la Coppa Yacht Club Italiano, dedicata al primo dei “piccoli”.
Accanto alla veleggiata, la regata di canottaggio costiero, novità di quest’anno: la Millevele Coastal Rowing (percorso Genova-Nervi-Genova) ha visto la partecipazione di una quindicina di imbarcazioni.
Eugenio Ruocco
Argomenti: Daily Nautica, Genova, vela