12 giugno 2017

Mondomarine, il fallimento è sempre più vicino: la Fiom Cgil spiega il perché a LN

12 giugno 2017

La protesta dei settanta dipendenti Mondomarine era partita giovedì 8 giugno dopo l'annuncio della mancata cessione della società.

Mondomarine, il fallimento è sempre più vicino: la Fiom Cgil spiega il perché a LN

La protesta dei settanta dipendenti Mondomarine era partita giovedì 8 giugno dopo l'annuncio della mancata cessione della società.

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Lo sciopero dei lavoratori del cantiere navale Mondomarine di Savona si è concluso venerdì notte grazie all’intervento del prefetto della città ligure che ha proposto un percorso al tribunale per fermare almeno due delle istanze di fallimento presentate dai creditori.

La protesta dei settanta dipendenti dello storico cantiere era cominciata giovedì dopo l’annuncio della mancata cessione della società ad una cordata di investitori cinesi. Inoltre lo stesso giorno, Alessandro Falciai, principale azionista di Mondomarine, aveva chiesto di mettere in mare il suo yacht personale, ancora in costruzione, aumentando la tensione tra i lavoratori.

L’ordine di mettere in acqua lo yacht del maggiore azionista -ha spiegato a Liguria Nautica Lorenzo Ferraro della Fiom Cgil di Savona- è stato il campanello d’allarme per tutti i dipendenti. Infatti -ha sottolineato il sindacalista- l’imbarcazione non era ancora pronta per navigare e, considerata la situazione di gravissima insolvenza, si pensava che l’imprenditore volesse fuggire con il mezzo per evitare un sequestro cautelativo”.

All’interno dell’azienda permane intanto lo stato d’emergenza per la situazione generale e per l’incertezza economica, visto che il rischio di fallimento resta alto. “Per salvare  Mondomarine -ha dichiarato Ferraro a Liguria Nautica- è necessario che qualcuno intervenga e immetta capitale fresco. Se questo non avviene la crisi di insolvenza rischia di esplodere in tutta la sua gravità. È difficile sapere se esiste veramente una cordata cinese interessata. Io -ha detto l’esponente della Fiom Cgil di Savona- ne ho sentito parlare sia dalla proprietà che da altri ambienti vicini all’azienda ma, per il momento, non c’è traccia di accordo“.

La situazione rimane dunque molto difficile, nonostante vi siano già tre contratti pronti per altrettante importanti commesse. “Questo -ha ricordato Ferraro- dimostra che l’azienda ha ancora un potenziale sul mercatosi tratta solo di ritrovare la solidità economica necessaria per ripartire. Per il momento di sicuro c’è solo l’insolvenza e l’attuale proprietà deve risolvere questo problema. La situazione -ha concluso il sindacalista savonese- resta gravissima e servono capitali per appianare il debito e far ripartire l’azienda“.

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