Musica, film e immagini: la Giraglia ve la raccontiamo così! FOTO & VIDEO
Questa edizione 2012 della Giraglia sarà ricordata a lungo. Una prova da veri marinai, con rotture, disalberamenti e burrasca, che merita di essere raccontata in modo speciale
Questa edizione 2012 della Giraglia sarà ricordata a lungo. Una prova da veri marinai, con rotture, disalberamenti e burrasca, che merita di essere raccontata in modo speciale
Giraglia, nostalgia canaglia, canterebbe Al Bano. La regina delle regate in Mediterraneo, al sessantesimo replay, è tornata al suo antico splendore, quando più che una competizione, era un’avventura di uomini e marinai. Eolo ha picchiato duro, sia nei giorni di costiere che nella “lunga”, 242 miglia sulla rotta Saint Tropez-Formigue-Giraglia-Sanremo. Non vi parleremo di classifiche, e nemmeno del primato di “Esimit Europa 2” di Igor Simcic, che ha completato il percorso in meno di 15 ore. Ecco il nostro racconto fotografico di quella che verrà ricordata a lungo come la “regata dei record”, fatta di rotture, mare grosso e vento forte.
1° GIORNO. RESISTENZA! – La canzone a cui facciamo riferimento per descrivere il primo giorno di regate è “Fischia il Vento”, tradizionale canto della resistenza scritto, sulle note della canzone russa “Katyusha”, dal medico imperiese Felice Cascioni nel 1943. La bufera, in effetti, è infuriata: il mistral tocca punte di 40 nodi e vengono mietute le prime vittime. L’albero del J-109 “Fremito d’Arja” del genovese Marcello De Gasperi non regge e si spezza in due. Purtroppo è solo il primo di tanti episodi simili che caratterizzeranno la manifestazione.
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2° GIORNO. WIM WENDERS – Il cielo è azzurro sopra Saint Tropez, parafrasando il titolo di un film di Wim Wenders. Il sole rende meno amara l’ennesima sventolata che si abbatte sui concorrenti: si spanciano fiocchi, si rompono rande ma non si assiste ad incidenti gravi come quello del primo giorno. Abbiamo utilizzato un incipit cinematografico per descrivere la seconda giornata, chiudiamo a tema con il video delle regate del giorno.
3° GIORNO. CLOONEY E WAHLBERG – Rimaniamo al cinema: “Tempesta Perfetta” è il titolo del film di Wolfgang Petersen, con George Clooney, Mark Wahlberg e Diane Lane. Non può non venire in mente dopo la terza giornata di regate davanti a Saint Tropez, quella in cui un altro albero, quello in carbonio del Millennium 40 “Flying Cloud” di Davide Noli (YC Porto Maurizio), si spezza clamorosamente, forse per un cedimento strutturale. E sale subito la polemica: era giusto andare in mare con più di 30 nodi d’aria, a un solo giorno dalla partenza della “lunga”? Va detto che chi partecipa a una regata d’altura lo fa sotto la sua responsabilità, perché gli incidenti possono capitare a chiunque.
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LA “LUNGA”. OSCAR WILDE – Ne “Il critico come artista”, Oscar Wilde sostiene che “il pensiero è meraviglioso, ma ancor più meravigliosa è l’avventura”. Come dargli torto? Dopo tanti anni di bonacce, le 242 miglia di percorso ritornano ad essere una vera avventura! Le barche partono a mezzogiorno del 13 giugno sospinte dall’ormai consueto mistral di 30 nodi: è davvero la carica dei 170 (il numero di imbarcazioni al via al netto dei ritiri nei giorni precedenti), eccitati e vogliosi di portare a termine una regata da raccontare agli amici. Per chiudere nuovamente citando Wilde, “questa tensione è insopportabile, speriamo che duri”. Altre vittime illustri in mare: il Canard 41 “Aurora” rompe l’albero, mentre il Polaris 33 “Ala Bianca” di Camillo Capozzi rompe il timone a seguito di un incidente. Potremmo definirla un’ecatombe, ma il vero marinaio storce il naso, perché le grandi regate sono andate sempre così: si partiva, forse si arrivava, vinceva chi riusciva a portare a casa la pellaccia. Giraglia, nostalgia canaglia. Ecco la lunga vista dall’obiettivo di Kurt Arrigo!
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E.R.
(le prime due fotogallery sono di Liguria Nautica, riproducibili previa citazione della fonte con link attivo)
Argomenti: Daily Nautica
Confermo: i comunicati dello YCI per quanto giustamente (?) formali parlano con la freddezza di chi raconta un’operazione a cuore aperto, mentre qui è di mare e di gente di mare che si narra. BRAVI !!!
Eh bravo direttore!
Complimenti, gran bel pezzo!!