NAVIGARE SICURI – La preparazione della barca e dell’equipaggio
Assieme a Paolo Vianson, docente dei corsi ISAF Offshore Personal Survival, abbiamo deciso di dar vita a una rubrica che tratti della sicurezza in mare, spesso sottovalutata, soprattutto in Italia. In questa prima puntata introduttiva, Paolo vi… indurrà a riflettere!
Assieme a Paolo Vianson, docente dei corsi ISAF Offshore Personal Survival, abbiamo deciso di dar vita a una rubrica che tratti della sicurezza in mare, spesso sottovalutata, soprattutto in Italia. In questa prima puntata introduttiva, Paolo vi… indurrà a riflettere!
Quando si parla di sicurezza in mare non bisogna mai scherzare. Per questo abbiamo deciso di iniziare una rubrica che tratti dell’argomento. E lo facciamo assieme a un insegnante d’eccezione: Paolo Vianson, Responsabile del settore Altomare per lo Yacht Club Italiano, velista professionista e Istruttore FIV (da sempre particolarmente sensibile alla sicurezza in barca) e soprattutto docente nei corsi ISAF Offshore Personal Survival, di cui ho avuto modo di conoscere la competenza nell’ambito di una collaborazione con il Giornale della Vela
Il primo tema che affrontiamo assieme a Paolo è la preparazione della barca e dell’equipaggio. Prima di uscire in mare bisogna dovrete essere sicuri di non aver trascurato neanche il più piccolo dettaglio. Leggete, e ponetevi le domande che vi facciamo.
COSA INTENDI PER PREPARAZIONE DELLA BARCA?
«Prima di intraprendere una navigazione è saggio eseguire un accurato controllo che tutto sia al posto giusto e in perfetto stato. Troppo spesso si vedono barche lasciare gli ormeggi per poi rendersi conto che nulla è stato preparato per affrontare un emergenza; piuttosto che dare delle sterili soluzioni di come si devono fare le cose, preferirei farvi degli esempi e invitarvi alla riflessione come faccio nei corsi di Sicurezza. Prendiamo per esempio il salvagente anulare che tutti abbiamo al giardinetto: avete mai visto con quali matasse di cima galleggiante ormai anche cotta dai raggi UV è legato? Vi siete mai chiesti in quanti secondi riuscirete ad usare quello strumento in caso di uomo a mare? Ve lo dico io: è…inutilizzabile. Affronteremo nello specifico questo argomento quando parleremo di salvagenti. Riflettete attentamente: il salvagente è al suo posto, in posizione corretta, ma, ripeto, è inutilizzabile.
Ve ne dico un altra? Quale portata hanno le vostre pompe di sentina? Sono elettriche o manuali? Se elettriche sono ad immersione o di quelle con motore / biella e con membrane? Vi garantisco che pochi sanno rispondere, la risposta più comune è “Sono quelle che mi ha messo il cantiere”, oppure “Ma io ho comperato la barca ed era già così”. Ma in barca ci andate voi o chi vi ha montato e revisionato le pompe ? Beh, io sarei più tranquillo se sapessi quanta acqua possono evaquare in caso di necessità, e magari scopro anche che è assolutamente insufficiente per gestire un’emergenza, per cui posso decidere di attrezzare la barca diversamente. Capite cosa intendo?».
E L’EQUIPAGGIO?
«Rispondo con una domanda: secondo voi quanti comandanti o armatori imbarcano un equipaggio e fanno loro un briefing sulle dotazioni di sicurezza che hanno in barca e su come le si usano? Quanti fanno con loro un giro di barca per mostrare dove sono le valvole di scarico o altre atrezzature? L’equipaggio deve essere sempre addestrato sulla robustezza della barca e su possibili “talloni di achille” sulle dotazioni e relativo corretto utilizzo, su come si accende e spegne il motore eccetera eccetera!».
Il modo migliore per saperne di più sulla sicurezza in mare è frequentare un corso apposito. Le info su quello tenuto dal nostro vulcanico Paolo Vianson le trovate a questo link
E.R.
Argomenti: Daily Nautica, mare
con mia moglie una volta abbiamo fatto un esperimento mica male: d’estate (giusto per evitare la polmonite), dopo aver sistemato una scaletta fissa, a turno ci siamo buttati dalla barca vestiti come ci vestiamo d’inverno per le regate. Prima senza e poi col salvagente autogonfiabile . Senza quasi si affoga, pesantissimi. Tra l’altro nel mio caso, mi sono tuffato di faccia, neppure il salvagente autogonfiabile sarebbe servito a salvarmi in caso di incoscienza (bomata) in quanto, appesantito dai vestiti, non è riuscito a girarmi a faccia in su, eppure era di marca leader. Primo dunque, legarsi e non cadere.
Comunque provateci, e provate a risalire la scaletta da vestiti. Ovviamente con un equipaggio pronto a tirarvi su che tanto da soli ….